In passato, l’Ue aveva già utilizzato le emissioni di bond per autofinanziarsi, ma si era sempre trattato di emissioni di piccolo taglio, non oltre i 50 milioni di euro. Solo a seguito della crisi finanziaria globale del 2011/2012 l’Unione si era spinta oltre la soglia dei 2/3 miliardi di euro, raccogliendo in totale 51 miliardi in bond emessi dal 2006.
Il 20 ottobre scorso però la Commissione europea ha emesso la prima obbligazione sociale volta a finanziare il programma Sure. L’emissione riguarda in particolare due obbligazioni a 10 e 20 anni per un valore complessivo di 17 miliardi di euro. Le due obbligazioni offrono rendimenti simili a quelli dei titoli francesi Oat ma con un rating superiore (AAA, contro il rating AA degli Oat). La liquidità legata alla dimensione delle emissioni (10 miliardi per il bond a 10 anni e 7 miliardi per quello a 20 anni) dovrebbe essere buona. Inoltre, ritengo che la scelta del timing per emettere i bond sia stata ottima, in quanto lo spread di bond periferici e Francia è vicino ai minimi degli ultimi anni e diventa quindi più conveniente emettere un’obbligazione che dovrebbe esprimere il “rischio” o il “valore” di tutti i paesi europei.
La Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha commentato la notizia affermando che queste emissioni “sono solo l’inizio”. Infatti, a breve l’Ue inizierà la raccolta di fondi per finanziare il recovery fund, per il quale potrebbe arrivare a emettere altri 750 miliardi di euro.
Con queste nuove emissioni in programma, l’Unione Europea si candida a diventare uno dei più importanti emittenti sovranazionali al mondo.