Obbligazioni sociali, l’Ue spinge sull’acceleratore

“Il programma Sure (letteralmente ‘Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency’) nasce dalla richiesta di fondi che 17 stati membri hanno avanzato all’Unione Europea per finanziare la cassa integrazione. In particolare, questi Stati hanno richiesto 87 miliardi di euro al fine di salvaguardare i posti di lavoro e mantenere inalterati i livelli di occupazione in Europa, messi a serio repentaglio dal Covid-19. Tra questi Paesi emergono Italia e Spagna, entrambi duramente colpiti dagli effetti che la pandemia ha avuto sulle economie locali, i quali hanno avanzato richieste per circa 27 e 21 miliardi rispettivamente. Per far fronte a queste richieste, l’Unione Europea ha ricominciato a emettere obbligazioni”. E’ quanto nota Manuel Pozzi, Direttore Investimenti di M&G Italia. Di seguito la sua analisi.

In passato, l’Ue aveva già utilizzato le emissioni di bond per autofinanziarsi, ma si era sempre trattato di emissioni di piccolo taglio, non oltre i 50 milioni di euro. Solo a seguito della crisi finanziaria globale del 2011/2012 l’Unione si era spinta oltre la soglia dei 2/3 miliardi di euro, raccogliendo in totale 51 miliardi in bond emessi dal 2006.

Il 20 ottobre scorso però la Commissione europea ha emesso la prima obbligazione sociale volta a finanziare il programma Sure. L’emissione riguarda in particolare due obbligazioni a 10 e 20 anni per un valore complessivo di 17 miliardi di euro. Le due obbligazioni offrono rendimenti simili a quelli dei titoli francesi Oat ma con un rating superiore (AAA, contro il rating AA degli Oat). La liquidità legata alla dimensione delle emissioni (10 miliardi per il bond a 10 anni e 7 miliardi per quello a 20 anni) dovrebbe essere buona. Inoltre, ritengo che la scelta del timing per emettere i bond sia stata ottima, in quanto lo spread di bond periferici e Francia è vicino ai minimi degli ultimi anni e diventa quindi più conveniente emettere un’obbligazione che dovrebbe esprimere il “rischio” o il “valore” di tutti i paesi europei.

La Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha commentato la notizia affermando che queste emissioni “sono solo l’inizio”. Infatti, a breve l’Ue inizierà la raccolta di fondi per finanziare il recovery fund, per il quale potrebbe arrivare a emettere altri 750 miliardi di euro.

Con queste nuove emissioni in programma, l’Unione Europea si candida a diventare uno dei più importanti emittenti sovranazionali al mondo.

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