Come un déjà-vu
Non ci sono garanzie sul fatto che le ultime restrizioni basteranno ad abbassare la curva dei casi di Covid-19. A livello di impatto economico, i Pmi di settimana scorsa avevano già iniziato a mostrare debolezza nel segmento dei servizi e sarà interessante osservare l’evoluzione di tali numeri nei prossimi mesi alla luce
In ultima analisi, l’azione dei governi si sta concentrando sulle misure fiscali, con l’obiettivo di arginare il calo della produzione del quarto trimestre. In definitiva, nonostante l’aumento dei disavanzi di bilancio, i paesi europei rimangono ben sostenuti dalle autorità, attraverso l’imminente recovery fund e le condizioni monetarie accomodanti.
Di fronte a un’ulteriore ventata di incertezza nell’Eurozona, la Bce ha fatto del suo meglio per risultare “colomba”, segnalando la volontà di mantenere un atteggiamento molto accomodante per tutta la durata della pandemia. In linea con le aspettative, gli acquisti legati al Pepp dovrebbero aumentare a dicembre, probabilmente con un’espansione attorno ai 500 miliardi di euro.
L’avversione al rischio più in generale ha fatto sì che gli spread periferici si siano ampliati prima di stabilizzarsi questa settimana. Noi restiamo costruttivi, anche se selettivi, mirando a investire in questa fase di debolezza e restando sempre attenti a possibili aumenti nell’avversione al rischio. In questo contesto, l’upgrade a sorpresa delle previsioni per l’Italia da parte di S&P ha fornito un po’ di conforto sul fatto che le agenzie di rating stiano guardando al di là dell’aumento del livello del debito in questi tempi di crisi.
Sale la febbre da elezioni
Negli Usa, mancano ormai solo pochi giorni alle elezioni e la campagna elettorale negli stati cruciali si sta avviando alla conclusione. La spinta finale di Trump ha ridotto il divario nei sondaggi a livello sia federale che dei singoli stati, ma Biden resta chiaramente il favorito.
Dal punto di vista del mercato, il più grave rischio di ribasso è legato alla possibilità di turbolenze in caso di un risultato contestato, ma a nostro avviso si tratta di un’eventualità relativamente poco probabile.
Dall’altro lato, una vittoria dei Democratici su tutta la linea, con la conquista della presidenza e del Senato e il mantenimento del controllo della Camera da parte del partito, porterà probabilmente a maggiori stimoli fiscali più avanti, mentre se Trump dovesse riuscire ad ottenere un’altra incredibile rimonta, il focus sarebbe sul proseguimento della deregolamentazione e l’abbassamento delle tasse.
Nel Regno Unito, la Brexit è rimasta sullo sfondo da quando sono ripresi i negoziati la settimana scorsa, un segnale del fatto che ci troviamo in un’intensa fase di trattative, via via che si procede verso un accordo commerciale. Manteniamo una posizione lunga sulla sterlina.
I mercati del credito ignorano la volatilità azionaria
Nonostante la volatilità che ha caratterizzato l’azionario la scorsa settimana, i mercati del credito corporate sono stati più ordinati. Gli spread del debito corporate investment grade hanno chiuso la settimana solo in lieve allargamento, in quanto i fattori tecnici sottostanti restano solidi dato il calendario con una quantità ridotta di aste primarie e visti i continui acquisti nell’asset class da parte delle banche centrali.
Guardando avanti
Lo scenario macro è dominato dagli appuntamenti imminenti. Le elezioni Usa, l’implementazione di ulteriori misure di lockdown, i negoziati su Brexit, le notizie sul vaccino sono tutti fattori che comportano sia rischi al rialzo che rischi al ribasso per le prossime settimane. È comprensibile quindi che gli investitori vogliano procedere con cautela.
Tuttavia, continuiamo a ritenere appropriato un atteggiamento moderatamente costruttivo, con un margine per aumentare il rischio in caso di cali futuri, in quanto guardiamo oltre questi eventi, per focalizzarci sulla possibilità di ulteriori accomodamenti monetari.
Detto questo, forse siamo stati tutti troppo compiacenti verso la seconda ondata.