Usa, l’impatto di Biden sul settore tecnologico

“Ora sappiamo che Biden ha effettivamente vinto le elezioni presidenziali americane. Un fattore legato alle elezioni che ha un impatto sulla tecnologia è il voto che ha avuto luogo in California, dato che oltre che per la presidenza lo Stato ha votato anche sul Prop-22. La California ha introdotto una legge chiamata AB5 che prevede che i collaboratori esterni debbano essere classificati come dipendenti e che quindi debbano ricevere tutti i benefit dei lavoratori dipendenti e un salario minimo. La Prop-22 permetterebbe ai lavoratori della gig economy di continuare a essere classificati come collaboratori esterni, tuttavia offre alcune concessioni di benefici aggiuntivi (ma questi saranno legati solo al tempo attivo sul lavoro, non al tempo di attesa). Al momento in cui scriviamo, il 58% dei californiani ha votato a favore del Prop-22 con l’80% dei voti conteggiati.Questo è importante per aziende come Uber e Lyft, così come per le aziende di delivery come Grubhub o DoorDash (non quotata)”. E’ quanto nota Amanda Lyons, Investment Manager, Technology Equities di Gam Investments. Di seguito la sua previsione sull’impatto dell’elezione di Biden sul settore tecnologico.

Uber e Lyft hanno contribuito con circa 100 milioni di dollari alla campagna per far passare il Prop-22. Le implicazioni per la sua mancata approvazione sarebbero state un aumento significativo dei costi e il crescere dei dubbi sulla validità dei loro modelli di business. Ancora più importante, se il Prop-22 non fosse stato approvato, ci si aspettava che una legislazione simile sarebbe seguita in altri stati, cosa che ora sembra molto meno probabile.

È improbabile che la regolamentazione nel settore tecnologico sia una priorità assoluta per Biden dopo le elezioni: la salute e l’economia avranno la priorità. Sia Trump che Biden avevano chiarito di voler abrogare la Sezione 230 del Communications Decency Act, emanato nel 1996 per rendere internet più commerciale. La loro opposizione all’atto, tuttavia, proviene da angolazioni opposte. Trump era preoccupato che le voci conservatrici fossero soffocate, mentre Biden è più preoccupato per i contenuti dannosi che potrebbero essere interpretati come troppo rumorosi da parte della destra.

Biden finora ha detto poco sulle big tech e non ha consulenti chiari in materia di politica tecnologica; nelle interviste ha detto di essere più interessato alla moderazione dei contenuti che alla politica della concorrenza. Tuttavia, i Democratici hanno presentato un rapporto che sostiene importanti cambiamenti alle leggi antitrust che mirano a limitare la possibilità di acquisire concorrenti più piccoli e a porre restrizioni sulla vendita dei propri prodotti nei propri marketplace, che avrebbero un impatto su Amazon in particolare. Le leggi antitrust verrebbero estese per coprire il “danno ai lavoratori e all’innovazione” piuttosto che solo il danno al consumatore. Si tratta di un grosso problema, poiché la principale linea di difesa per le aziende è che il consumatore ottiene i propri prodotti gratuitamente, quindi dov’è il danno?

Il rapporto propone anche un aumento dei finanziamenti alla Commissione Federale per il Commercio, che attualmente è frenata da vincoli di bilancio. Se Biden dovesse sostenere questo rapporto potrebbe esserci conseguenze fortemente negative per la tecnologia; l’antitrust può richiedere anni per passare attraverso i tribunali e finirebbe probabilmente alla Corte Suprema.

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