Fine mese e fine trimestre

In precedenza avevamo commentato che – contrariamente a quanto sostenuto da altre fonti – i timori di un contagio qui in Europa rimarranno ben salde anche dopo il salvataggio della Grecia e questo rimane vero.
In effetti la domanda che è sorta ieri, tra i vari pettegolezzi qui in ufficio, riguarda proprio la possibilità da parte della Grecia di poter ripagare tutto il debito e gli interessi sul debito in qualunque data futura.

Gli aiuti di Francia e Germania, e quelli dell’IMF non giungeranno subito, perché prima si vuole vedere concrete manovre di rientro del debito pubblico ellenico, insomma qualche atto che ispiri fiducia.
Nel frattempo quindi, la Grecia dovrà attirare capitale tramite le aste obbligazionarie che però non stanno attirando tantissimo interesse.

Unitamente a questo, S&P ha declassato anche l’Islanda fino a BBB-. Comunque il Dow rimane attorno a quota 11,000 e quindi il Usd ha mantenuto una certa forza contro euro, Chf e Jpy.

Questa sorta di lento consolidamento non è del tutto fuori programma: tra due giorni abbiamo il dato più importante del mese, i Payrolls, che accompagnano la fine del mese e la fine del trimestre, e che escono in una giornata di chiusura dei mercati azionari (ah, è vero: siamo già arrivati alle festività pasquali e questo venerdì si chiama “Good Friday” in nord america).

Quindi nei prossimi giorni  è auspicabile una diminuzione della liquidità con un contestuale aumento della volatilità dato che i portfolio manager a livello internazionale di solito ribilanciano i portafogli trimestralmente (alcuni anche mensilmente).

L’ultima volta che i payrolls sono usciti durante Good Friday, c’è stato un dato migliore del previsto con un rally di oltre 50 pip sull’EurUsd (si tratta del lontano 2007) che non è stato riassorbito alla riapertura dei mercati lunedì. Di dati importanti oggi abbiamo il tasso di disoccupazione della Germania (che ha una forte correlazione con i dati ufficiali BCE), abbiamo il PIL canadese (ore 14.30) e poi la sfilza di dati USA: ADP (ore 14.15), Chicago PMI (15.45) e Factory Orders (ore 16.00). Per chi volesse guardare tutti i dati sul calendario http://www.dailyfx.com/calendar/ tenga in mente che siamo tornati al fuso orario estivo e quindi siamo a GMT +2.

UsdJpy – grafico giornaliero

Passiamo all’analisi tecnica dove abbiamo avuto, successivamente alla volatilità degli ultimi due giorni, un ritorno del cambio eurodollaro in territorio negativo. Il passaggio di nuovo al di sotto del livello di supporto di 1.3440 fa ipotizzare una ripresa della tendenza ribassista con obiettivi prossimi ai minimi visti giovedì in serata, 1.3270. Ovviamente questo scenario sarebbe compromesso dalla ripresa stabile del cambio al di sopra di 1.3440.

Il cambio UsdJpy, successivamente alla rottura a rialzo della tendenza di lungo periodo ha ottenuto una buona spinta rialzista. Questa potrebbe condurre il cambio in giornata alla prima resistenza, osservabile su un grafico giornaliero, di 93.75. Se questo dovesse essere superato possiamo ipotizzare nelle prossime giornate il raggiungimento di 95 figura, livello suggerito dalle percentuali di ritracciamento di Fibonacci, precisamente il 61.8% del movimento compreso fra 101.40 e 84.80. Il livello di rottura a 91.40, seppur ora si trovi a 200 punti, deve essere considerato come un punto di riferimento importante.

Il “quasi” doppio minimo di giovedì del cable in area 1.48 ha portato in dote una dose di compratori tale da riportare il cambio, in breve, alla resistenza di 1.5120. Se questa nelle prossime ore dovesse essere oltrepassata un grafico giornaliero suggerisce un ritorno al picco massimo del 17 marzo scorso, a 1.5360.

È molto preciso il movimento di rialzo del cambio UsdChf, successivamente alla ripresa dal minimo di 1.0510. I minimi crescenti degli ultimi giorni descrivono una tendenza rialzista con un livello di supporto in zona 1.06 figura ed un ritorno a 1.0750, se questa dovesse tenere.

Il ritorno del petrolio al di sopra di 82$ al barile, alla ricerca della zona di resistenza di 83.80, ha portato ad una rinnovata forza della valuta canadese. Nei confronti del dollaro è stato nuovamente passato a ribasso il livello di supporto di 1.0220 e al di sotto di 1.0140 sembra solamente una formalità il raggiungimento della parità.

Molto interessante l’evoluzione del loonie anche nei confronti dello yen, avendo il cambio rotto un livello di resistenza che teneva oramai da un anno e mezzo, 90.60.

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