L’annuncio di Pfizer di risultati particolarmente conclusivi (90% di successo) nella fase 3 degli studi clinici del suo vaccino contro il Covid-19 è una notizia eccellente. Tale annuncio, tuttavia, non risponde a importanti interrogativi, senza contare che il vaccino dovrà essere approvato dalla Fda entro la fine di novembre: rischio di ritiro in caso di comparsa di effetti collaterali, com- plessità della diffusione su larga scala del vaccino alla luce delle condizioni di conservazione molto particolari, costo, accettazione di un nuovo vaccino da parte delle varie popolazioni, durata dell’immunità…
Sarebbe quindi prematuro trarre conclusioni affrettate sulla capacità di questa notizia di modificare il corso dell’epidemia. D’altro canto, resta il fatto che l’annuncio di Pfizer, che potrebbe essere seguito prossimamente da quelli di altri laboratori, apre un periodo in cui il ribaltamento dello scenario diventa possibile. Esso permette di prendere in considerazione la possibilità di un’epidemia che, al di là delle sue dinamiche interne, si rivelerebbe più gestibile a partire dal secondo semestre 2021. Dato che i tassi di risparmio hanno raggiunto livelli straordinariamente elevati nei grandi paesi sviluppati e che parte di tale risparmio è una scelta obbligata, un forte rimbalzo della domanda diventa un’ipotesi plausibile. In un contesto in cui le politiche fiscali rimarranno espansive (in attesa di un eventuale nuovo piano di rilancio statunitense) e le politiche monetarie rimarranno particolarmente accomodanti, si fa strada la probabilità di uno “scenario perfetto” per gli investitori.
Ci si può comunque sorprendere confrontando la potenza del rally degli ultimi giorni con il carattere sempre ipotetico dell’evoluzione dei due rischi principali (il vaccino e la politica statunitense). Teniamo a mente che, in un contesto di incertezza sulle elezioni americane e di aggravarsi dell’epidemia su entrambe le sponde dell’Atlantico, i dati relativi al posizionamento mostrano come gli investitori fossero alquanto sottoponderati sulle azioni all’inizio della scorsa settimana. Molti investitori hanno probabilmente rivisto i loro portafogli precipitosamente, il che spiegherebbe la brutalità dell’oscillazione.
Al di là della concitazione del momento, cosa ci aspetta? Negli Stati Uniti si delinea un nuovo piano di rilancio, che potrà essere amplificato se i Democratici dovessero ottenere la maggioranza a gennaio. In seguito, il controllo dell’epidemia attraverso un vaccino rilancerebbe l’economia in modo più certo. Queste speranze ovviamente sono in netto contrasto con la dinamica congiunturale, poiché l’economia è destinata a contrarsi nel quarto trimestre sotto l’effetto delle chiusure in Europa e della ripresa ormai vigorosa dell’epidemia negli Stati Uniti. In altre parole, un ritorno della volatilità a breve termine è possibile a causa del crescente contrasto tra una congiuntura in deterioramento e la sfera ipotetica delle possibilità.
Questo contesto ci induce ad aumentare il peso delle azioni europee e dei titoli nazionali o ciclici statunitensi, tuttora trascurati dagli investitori ma che beneficerebbero appieno del vaccino e del piano di rilancio. In considerazione delle incertezze che abbiamo evocato e che hanno il potenziale di scombinare le carte in tavola nel 2021, ci sembra importante disporre di portafogli azionari bilanciati dal punto di vista settoriale e fattoriale. Inoltre, abbiamo persino scelto di dare un orientamento più ciclico alla nostra allocazione. Infatti, benché nessuno sappia se il vaccino di Pfizer permetterà di tenere a bada l’epidemia, entriamo in un periodo in cui altre società farmaceutiche dovrebbero proporre nuove soluzioni, capaci di tenere alta la speranza. Occorre tenere conto del fatto che i titoli ciclici, value o nazionali, sono sottoponderati nei portafogli internazionali e che questo grande divario tra il posizionamento e il recente aumento delle possibilità di una vera e propria ripresa è capace di generare notevoli oscillazioni. Riduciamo inoltre nuovamente il peso delle obbligazioni statunitensi, siccome il rischio sembra ormai sbilanciato.