Mercato dei cambi nell’occhio del ciclone

Nel titolo del Morning Adviser di oggi abbiamo riassunto i due maggiori avvenimenti relativi alla giornata di ieri e di oggi. Le telefonate di richieste di chiarimenti sui movimenti dei cross Chf, a mercati europei chiusi, non sono mancate e sono state fondamentalmente di tre tipi. I neofiti del mercato forex chiedevano: “Ma… cosa sta succedendo???”. I trader che presiedono il mercato da qualche tempo ci domandavano: “Ma… è intervenuta la SNB?”. I senior trader invece chiedevano: “Quanti franchi ha venduto secondo voi la Banca Centrale Svizzera?”. Ebbene, pur non avendo avuto nessuna conferma ufficiale dell’operazione da parte dell’Istituto Centrale, ci arrivano rumors dai desk londinesi di richieste pari a circa una yarda di Chf (nel gergo tecnico significa un miliardo), tutti in una volta. Vi riportiamo, giusto per divertimento, i commenti ricevuti da amici che vivono sui desk di alcune banche d’affari “big style they were bidding on EBS for a yard @ a time” e “todays selling was all nok/chf realted due to mortgage redemptions in Norway hence the volume they waited until it was done and intervened …”
 

A parte le modalità dell’intervento, che nel breve periodo sono riuscite a creare i movimenti che si possono notare sui grafici dei cross Chf, la cosa importante è andare a capire il perchè di questa mossa e le possibili implicazioni future per il cambio. Il perché è presto detto: la Svizzera, per i fondamentali che guidano la propria economia, non può permettersi di tollerare per un lungo periodo una divisa troppo forte. E ieri, approfittando del rally che c’è stato sui mercati azionari e delle commodities e del rialzo di breve cui abbiamo assistito nelle prime ore del pomeriggio sull’EurUsd, la banca è intervenuta ed è riuscita, almeno per ora, a svalutare la divisa elvetica. Le condizioni createsi sui mercati hanno facilitato quella che, fino a una settimana e mezza fa, sembrava una mossa ancora lontana, soprattutto a causa della debolezza endogena dell’euro che, prima di vedere siglato un accordo tra Sarkozy e Merkel in merito alla problematica greca, stava pesando in maniera inequivocabile sulle sorti della moneta unica a livello globale. 

E tale debolezza rendeva inutile qualsiasi sforzo da parte della SNB che non ci ha nemmeno provato, in quanto sarebbe stata un’operazione molto costosa e dai risultati troppo incerti, anche per quanto riguarda le reazioni di breve periodo. Adesso invece i movimenti a ribasso del franco ci sono stati e si tratta di capire se potranno essere sostenibili e duraturi. Le risposte possono essere migliaia, tutte con diverse sfumature, ma noi crediamo che, fondamentalmente, il concetto è uno: è probabile che i mercati vadano a sfidare la Banca Centrale, come è stato fatto tutte le ultime volte, anche se le tempistiche potrebbero essere diverse in quanto sembra che i due maggiori rapporti di cambio interessati, EurChf e UsdChf stiano facendo un po’ di base. 

Un dato importante che potrebbe invece segnare le sorti del dollaro americano nel breve, sono gli attesissimi  non farm payrolls. I comportamenti dei mercati azionari e delle commodities di ieri, fanno intendere che c’è ottimismo tra gli investitori, anche se i dati sull’ADP hanno fatto ridimensionare le aspettative. Dallo scorso -36k, dovremmo passare in territorio ampiamente positivo (+184k). Sarà importantissimo rilevare anche il tasso di disoccupazione (+9.7% vs precedente di 9.7%), citato più volte dalla Fed nei discorsi di rimozione degli stimoli monetari (che tra l’altro, come detto, hanno cominciato a cessare due giorni fa con il termine del programma di riacquisti). 
 

Concludiamo la settimana di analisi tecnica con un consiglio: come abbiamo già detto oggi avremo la pubblicazione dei payrolls e qualsiasi operazione sul mercato non deve essere dimenticata a se stessa ma monitorata soprattutto in coincidenza delle 14.30 (ore italiane). Osservando un grafico giornaliero è possibile notare come il movimento di ripresa dell’ultima settimana di trading abbia riportato il cambio eurodollaro all’interno di range conosciuti. L’ultimo livello ad essere oltrepassato è stato quel 1.3570 a cui abbiamo guardato con attenzione per un ritorno dei prezzi verso la parte alta del canale (1.38 abbiamo ipotizzato). Possiamo ricevere anche qualche altro spunto interessante dal medesimo grafico: la trendline ascendente che congiunge gli ultimi minimi crescenti suggerisce una continuazione del movimento sino a che non sarà oltrepassato a ribasso un livello prossimo a 1.3460 e fornisce un punto obiettivo di giornata a 1.3650. Raggiunto, e superato, il primo livello obiettivo del cambio UsdJpy, successivamente alla rottura rialzista di 91.50. Abbiamo infatti oltrepassato 93.75 e crediamo che ci sia ancora spazio per vedere i prezzi giungere a 95 figura nelle prossime giornate. Ricordiamo che questo ulteriore livello di resistenza è suggerito dal 61.8% di ritracciamento del grande movimento ribassista iniziato a 101.40 sino a 84.80 e che oltre a questo la teoria vuole che la ripresa dei prezzi sia totale, ovvero per un ritorno al di sopra di 100, livello visto l’ultima volta un anno fa esatto. Passiamo a parlare del franco e delle implicazioni sui cambi che ha avuto il movimento compiuto dalla SNB, di cui abbiamo parlato qualche riga sopra. Nei confronti del dollaro abbiamo avuto un rapido deprezzamento della valuta elvetica tale da portare il cambio UsdChf da 1.0440 sino a 1.0608 in poco più di 5 minuti. Questo di fatto ha poi condotto ad un appiattimento dei prezzi al di sopra di quel livello fondamentale di 1.0510 che abbiamo suggerito di osservare da qualche tempo. Se dovessimo trascurare quanto accaduto ieri potremmo suggerire di continuare a prestare attenzione a questo livello di supporto (magari allargato sino a 1.0480) per un ritorno in area 1.07 figura.
 

Molto veloce e ampio anche il movimento sul cambio EurChf. Probabilmente è proprio la rottura a ribasso di 1.42, precedente all’intervento, ad aver attivato le contromisure della Banca Centrale per contrastare l’eccessivo apprezzamento della valuta di casa. Dopo aver toccato infatti 1.4145 in 5 minuti siamo giunti a 1.4408. Anche in questo caso abbiamo poi assistito ad un appiattimento del mercato, un po’ per la chiusura della sessione europea un po’ perché in questi casi di elevata volatilità i più, che non sono in posizione, sono restii ad assumerne. Il fattore interessante da notare per le prossime ore è che il cambio non è comunque graficamente da considerare “al sicuro”, in quanto è vero che ci troviamo al di sopra di 1.43, considerato per molto tempo un baluardo insuperabile, ma al di sotto di 1.44, che consideriamo come unico livello oltre il quale attendersi una ripresa nel medio del cambio. Il cable continua la propria strada rialzista e, a breve, potrebbe raggiungere il doppio massimo che indichiamo da un paio di giorni a 1.5360. Il posizionamento degli oscillatori stocastici, in ipercomprato molto evidente, potrebbe supportare la tesi di un indebolimento della sterlina: il primo punto obiettivo è dato da 1.51 figura, sia perché a questo livello si sono concentrati due massimi del 23 e del 30 marzo scorso, sia perché questo rappresenta il 50% del movimento di ritracciamento della ripresa da 1.48 sino all’ipotetico 1.5360.  

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