Banco Bpm-Bper, per Unipol la fusione s’ha da fare: darebbe vita al secondo gruppo bancario italiano

Unipol favorevole al matrimonio fra Banco Bpm e Bper. In un’intervista al Sole 24 Ore, il Ceo di Unipol Carlo Cimbri ha dichiarato che sarebbe favorevole a una business combination fra Bper (di cui il gruppo assicurativo bolognese è primo azionista con un quota del 19%) e Banco Bpm, nel caso in cui il Cda di quest’ultimo decidesse di approfondire questa opzione nell’ambito di una review strategica.

Il gruppo che deriverebbe dall’eventuale aggregazione sarebbe il secondo player per dimensione sul mercato bancario italiano con una quota del 13,6% sugli sportelli, davanti a Unicredit (11%) e dietro Intesa Sanpaolo (19%). Il 62% degli sportelli sarebbe concentrato nel nord Italia, dove la quota di mercato sarebbe del 15% (il 19% in Lombardia). A seguito della pubblicazione dell’intervista, in mattinata il titolo Banco Bpm guadagna in Borsa il 3,90%, quello Bper il 4,50%.

Secondo gli analisti di Equita Sim l’operazione, come anche le altre possibili fusioni prospettate per Banco Bpm (come quelle con Unicredit e soprattutto con Credit Agricole) avrebbe senso dal punto di vista industriale vista la complementarietà delle reti distributive delle due banche e dei modelli di business: sia Banco Bpm sia Bper operano infatti in joint venture con player specializzati in diversi settori quali ad esempio l’asset management e la bancassurance.

L’operazione, ricordano gli stessi analisti, si configurerebbe sostanzialmente come un merger of equals, dopo l’acquisizione da parte di Bper di 620 fra filiali e sportelli dal gruppo nato dalla acquisizione di Ubi da parte di Intesa Sanpaolo. Rispetto ad altre ipotesi di aggregazione che coinvolgono Banco Bpm, ci sarebbe quindi minore spazio per riconosce un premio upfront rispetto ai prezzi di mercato.

Il nuovo gruppo bancario che nascerebbe dall’aggregazione avrebbe un Cet1 pro forma al 12,9%, con un buffer Srep (Supervisory Review and Evaluation Process) di 450 punti base e un Npe ratio del 9,4%. In base ai calcoli di Equita la nuova entità potrebbe assorbire oneri di ristrutturazione per circa 1,7 miliardi di euro, generare sinergie per 297 milioni a regime e mantenere una capitalizzazione sopra comfort zone, ovvero Cet1 all’11,7% e buffer Srep di 339 punti base, ovvero al di sopra di quello che sembra essere diventato il nuovo standard della Bce nelle operazioni di M&A (250-300 punti base e Cet1 superiore all’11%, come nella fusione fra le spagnole CaixaBank e Bankia).

Unipol resterebbe il primo azionista del nuovo gruppo con una quota dell’8%, con Fondazione Banco di Sardegna secondo azionista al 4%. La nuova entità – sottolineano gli analisti di Equita – tratterebbe con un P/E 2021-22 di 0,31 volte, P/E post sinergie di 4,5-4,0 volte con un Rote (rendimento del patrimonio netto tangibile) dell’8% circa.

Le raccomandazioni degli analisti

Banco Bpm per gli analisti di Equita il titolo vale un buy con fair value di 2,20 euro mentre per Intesa SanPaolo è add con target price di 1,64 euro. Infine, Mediobanca valuta in titolo neutral con target di 1,65 euro.

Bper Banca è neutral con fair value di 1,50 euro per Mediobanca mentre è hold per Equita con target di 2,10 euro.

Unipol per Equita è buy con prezzo obiettivo di 5,40 euro e per Intesa è buy con fair value di 4,60 euro.

Lo scenario tecnico

Unipol sta completanto un movimento a “V” con target ultimo a 4,20 euro. Stop loss da posizionare a quota 4,80.

Banco Bpm appare graficamente inserito in un canale ascendente dalla seconda metà di settembre. Prossimi target individuabili a ridosso di 2,10 prima e 2,35 poi, livello quest’ultimo dove era stato aperto un gap ribassista. Stop loss da posizionare a 1,82.

Bper Banca sta completando anch’essa un movimento a “V” con obiettivo ultimo a 1,64 euro. Stop loss da posizionare a 1,35.

Grafici di medio termine su base daily

 

 

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