Il dollaro vola

 Ci svegliamo questa mattina con la primavera che sembra finalmente arrivata e con tutte le carte in regola per sperare in un mese di aprile più frizzante dei primi tre mesi dell’anno, dove cominciano a vedersi delle piccole correlazioni logiche tra mercato dei cambi e dati macroeconomici. L’uscita dei NFP lo scorso venerdì, ne è la dimostrazione. Andando un po’ più a fondo nell’analisi del dato infatti, si nota come nel mese di marzo l’occupazione nel settore non agricolo negli Stati Uniti sia aumentata di 162 mila unita’. Si tratta, senza dubbio, del miglior risultato negli ultimi tre anni, mentre il tasso di disoccupazione e’ rimasto invariato a 9.7%. Le attese volevano la creazione di 184 mila posti, ma il dato realtivo al mese di febbraio e’ stato rivisto in meglio a -14k unita’. Si tratta solo del secondo mese su, pensate, ventisette in cui le aziende americane assumono nuova forza lavoro. Non possiamo non ricordare come, dall’inizio della recessione, siano stati bruciati 8.2 milioni di posti di lavoro, una cifra a dir poco impressionante. Solo un anno fa, i posti di lavoro nel settore non agricolo stavano diminuendo ad un ritmo di 700.000 per mese. 

Le assunzioni hanno riguardato tutti i settori, senza distinzioni, con il 60% dei comparti che ha registrato un incremento di posti di lavoro il mese scorso. Gli stipendi medi per ora sono diminuiti di 2 centesimi, pari ad un calo dello 0.1%, a $18.90. E’ la prima volta che essi registrano una flessione dal 2006, quando il governo ha iniziato a raccogliere i dati per poter effettuare delle valutazioni migliori sullo stato del mercato del lavoro. La disoccupazione a lungo termine e’ logicamente peggiorata. Delle 15 milioni di persone classificate ufficialmente senza lavoro, una cifra record di 6.5 milioni, ovvero il 44.1% del totale, e’ stata esclusa dal mondo lavorativo per un periodo superiore ai sei mesi, ma pensiamo che nel corso del 2010 e nei mesi successivi, il tasso di disoccupazione tenderà a diminuire sempre di più, anche se gradualmente.

Buone notizie arrivano anche dalle Pending Home Sales, che hanno fatto registrare un ottimo +8.2% contro un dato rivisto a -7.8% durante il mese di gennaio, mentre l’ISM non manifatturiero per il mese di marzo, ha continuato la salita ed è arrivato a 55.4 contro un precedente 53.0 (comunque al di sopra della soglia fatidica di 50.0). Per oggi non sono previsti dati di particolare importanza: occorrerà aspettare domani quando verranno rilasciati il PMI, il GDP ed il PPI dell’area euro, mentre giovedì verranno pubblicati i dati sulla produzione industriale inglese, le vendite al dettaglio europee e le decisioni sui tassi delle banche centrali europea ed inglese. Venerdì invece ci sarà il PPI inglese (per i valori relativi alle previsioni degli analisti ed ai dati precedenti, vi consigliamo di visitare il nostro sito dedicato al supporto al trading, all’indirizzo http://www.dailyfx.com/calendar/).

Passiamo all’analisi tecnica dove non possiamo far notare la nuova ventata di forza del dollaro a scapito delle altre majors (a parte contro yen, il cui movimento è maggiormente guidato dalla propensione al rischio dei mercati globali).

L’eurodollaro, in primis, ha invertito il movimento di ripresa incominciato gli ultimi giorni di marzo, andando ad oltrepassare la trendline inferiore di supporto nei pressi di 1.35 figura. Un buon punto di arrivo potrebbe essere suggerito da 1.3385, il minimo del 31 marzo scorso, da cui è transitata la linea di supporto di cui abbiamo parlato sopra. Ad ulteriore conferma del livello giunge in soccorso la percentuale del 61.8% di ritracciamento di Fibonacci dell’intero movimento di salita da 1.3265 sino al massimo di 1.3590.

Non ce l’ha fatta il cable (non per molto) a eseguire un perfetto doppio massimo. Anche in questo caso, come per l’eurodollaro, abbiamo assistito ad una rottura del livello di supporto con conseguente estensione che, in questo caso, ha portato i prezzi a 40 punti circa dal minimo che dobbiamo tenere in considerazione per eventuali strategie di giornata. Stiamo parlando di 1.5180 livello a cui il cambio negli ultimi giorni ha trovato un buon supporto. Se questa fase di forza del dollaro dovesse far oltrepassare questo livello ai prezzi possiamo ipotizzare due obiettivi interessanti: il primo è 1.5120 ed il secondo è 1.50 figura. 

Anche il cambio UsdJpy non ha toccato il livello suggerito, in questo caso di 20 punti (0.95), salvo poi eseguire un’inversione sino a 94 figura. Possiamo immaginare che sino a che i prezzi non scendano al di sotto dell’attuale supporto di 93.75 l’estensione, anche giornaliera, sino all’obiettivo sopra descritto sia sempre possibile.

Il dollaro, nei confronti del franco, è quasi giunto alla resistenza più importante degli ultimi dieci giorni: 1.0680 è il massimo raggiunto dagli ultimi due tentativi di rialzo, nonché livello suggerito dalla trendline discendente disegnata dal cambio successivamente al mancato superamento di 1.0895 i primi giorni di marzo.

La conseguenza di un movimento esattamente speculare sul cambio EurUsd e USdChf è ovviamente un franco assolutamente immobile. Stiamo parlando di movimenti confinati all’interno di 30 punti di range che non stupiscono su questo cambio, basti pensare a tutto il mese di febbraio. Continuiamo a ipotizzare una ripresa dei prezzi al di sopra di 1.44, unita ad una potenziale ulteriore discesa sino a che si trova su questi livelli di incertezza.

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