Investimenti, seguire i segnali di rotazione. L’analisi di Amundi

“Prevediamo che la ripresa dell’economia sarà supportata dalle iniziative politiche, anche se sulla crescita del quarto trimestre incombono rischi di ribasso. Questa ripresa, accompagnata dalla scomparsa degli effetti base dei prezzi dell’energia, probabilmente favorirà l’inflazione nei mercati sviluppati. Tuttavia, il compito di generare inflazione appare più complicato in Europa che non negli Stati Uniti, mentre nei mercati emergenti gli shock da offerta stanno generando sacche di inflazione che vanno seguite con attenzione. Il risultato delle elezioni americane e la recrudescenza del virus sono due altri fattori che potrebbero generare volatilità. Pertanto, gli investitori dovrebbero rimanere vigili e attivi. Tuttavia, quando verrà meno l’incertezza che incombe sulla politica americana e ci sarà maggiore chiarezza sulla crescita e sui vaccini, gli investitori potranno iniziare a spostare con prudenza i propri investimenti dalle obbligazioni alle azioni“. E’ quanto afferma Matteo Germano, Head of Multi-Asset e Cio Italy di Amundi. Di seguito la sua visione.

Al momento decidiamo consapevolmente di non modificare la nostra opinione sulle azioni e manteniamo una posizione tatticamente quasi neutra, difensivi sugli Usa (valutazioni eccessive nel comparto informatico) e neutrali sull’Europa. Le aspettative di una ripresa nel 2021, le valutazioni relative interessanti e i premi al rischio indicano un miglioramento dei listini azionari su un orizzonte di 12 mesi, a patto che venga disponibile un vaccino in tempo utile e che si riesca a tenere sotto controllo l’epidemia. Successivamente, i segmenti ciclici potrebbero beneficiare di un rally. A breve termine, opportunità a beta più elevato, come le small cap americane o le azioni dei mercati emergenti, potrebbero offrire qualche possibilità di rialzo, ma la tempistica è cruciale. Siamo costruttivi sull’Asia (Cina e Indonesia) per via delle attese di una ripresa più marcata nella regione, dell’aumento degli utili e del miglior contenimento del virus.

Gli investitori dovrebbero intervenire in modo attivo sulla duration, con una posizione complessiva prossima alla neutralità. Negli Stati Uniti, un’”Onda blu”, ovvero una vittoria dei Democratici (al Senato a gennaio, ndr), potrebbe causare l’ulteriore irripidimento della curva dei rendimenti e quindi un potenziale rialzo di 20-30 punti base dei rendimenti dei Treasury decennali. Crediamo che questi Treasury risulteranno interessanti se il loro rendimento si avvicinerà o addirittura supererà la soglia dell’1%. Per quanto riguarda l’inflazione americana, manteniamo la nostra opinione costruttiva in un contesto caratterizzato dal superamento dell’inflazione media da parte della Fed, del proseguimento della ripresa economica e delle tendenze a una monetizzazione del debito.

Siamo positivi sul debito periferico in euro visto il supporto della Bce, i fattori tecnici favorevoli e l’impatto positivo del recovery fund dell’Ue. Manteniamo la nostra posizione sui Btp quinquennali che dovrebbero beneficiare della stabilità politica e soffrire di meno in caso di un bear steepening delle curve (ovvero l’aumento più rapido dei tassi a lungo termine rispetto a quelli a breve termine) nell’Ume.

Nonostante gli spread del credito si siano compressi considerevolmente a partire da marzo, al momento rimaniamo neutrali/leggermente positivi vista la domanda di carry e visto il supporto fornito dal Qe. Privilegiamo le obbligazioni societarie investment grade in euro rispetto a quelle investment grade in dollari per via delle valutazioni interessanti, del programma di acquisti della Bce e del minor indebitamento dell’Europa rispetto agli Stati Uniti. Il reddito fisso dei mercati emergenti dovrebbe beneficiare della liquidità globale e della ricerca di rendimento. Manteniamo il nostro posizionamento favorevole al debito in valuta forte, ma crediamo che i margini per un’ulteriore compressione dei tassi locali siano limitati, e che il driver principale sia l’esposizione valutaria. Nel complesso, lo spread dell’Embi è prossimo al suo valore equo, con la possibilità che avvenga un restringimento degli spread nel comparto high yield nei prossimi tre mesi. Tuttavia, gli spread delle obbligazioni investment grade sembrano aver raggiunto livelli costosi.

Nel settore valutario, rimaniamo positivi, ma selettivi, su un paniere diversificato di valute dei mercati emergenti per via delle valutazioni interessanti, del posizionamento leggero degli investitori (e dei flussi crescenti) e del potenziale supporto derivante dalla ripresa economica. Tuttavia, gli investitori dovrebbero dotarsi di una copertura tattica nei confronti di questa posizione per via dell’incertezza della situazione politica americana. D’altro canto, il dollaro Usa appare sopravvalutato in un’ottica di medio termine e siamo tentati di ipotizzare una correzione visto che il Paese ha perso il suo vantaggio in termini di crescita e di tasso d’interesse rispetto alle altre valute dei G10. Al momento, essere direzionalmente negativi sul biglietto verde potrebbe però essere una mossa rischiosa, perché il dollaro potrebbe essere supportato dalla volatilità prodotta dalle elezioni. La sterlina potrebbe essere invece penalizzata dalla debole attività economica del Regno Unito anche se le notizie sulla Brexit vanno seguite con attenzione.

I rischi di una debole crescita economica e di un fallimento politico evidenziano la necessità di mantenere delle coperture adeguate e di proteggere l’esposizione alle azioni e al credito tramite derivati, yen e oro. Anche il dollaro potrebbe essere una buona copertura qualora aumentasse l’incertezza globale.

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