Web economy: una realtà che vale miliardi

Che il web abbia cambiato il nostro mondo è cosa piuttosto nota. Che col tempo sia stato in grado di formare un nuovo modello economico, è sotto gli occhi di tutti. Non a caso sentiamo parlare di web economy, una realtà che vale miliardi di dollari, o di euro. Quando parliamo di Web Economy ci riferiamo a questo nuovo scenario cominciato nella primavera del 2000, col crollo dei titoli tecnologici NASDAQ.

Dove prima trovavamo decine di realtà dot.com, che poi si erano scoperte parte di una enorme speculazione finanziaria incapace di creare un modello sostenibile e quindi costretta a morire su se stessa, ora la realtà della web economy, nata da quelle ceneri, è molto più organizzata e sostenibile. La possibilità di avere un network distribuito a livello mondiale, ha reso enorme anche il getto dei mercati, che ha raggiunto in poco tempo una scala globale, con informazioni sempre aggiornate e condivise in tempo reale.

Approfittando di questa nuova realtà, oltre alle vecchie, sono andate via via formandosi nuove realtà, nuovi mercati e comparti industriali, creati e adeguati ai nuovi bisogni richiesti. Questo però non ha creato una economia alternativa a quella esiste, bensì ha aiutato a riformare e adattare alcuni concetti tradizionali alla contemporaneità. Abbiamo assistito ad un mutamento anche del modo e dei tempi della gestione degli affari, con un grande aumento dell’e-commerce e un’intensificazione delle relazioni business to business (B2B) o business to consumer (B2C).

La web economy, ad esempio, non ha avuto un peso soltanto sul mondo dei mercati o delle tecnologie, la sua ombra ha avvolto totalmente la società e cambiato tantissimi aspetti della vita socio-economica dei paesi industrializzati. Un esempio è l’e-Governement, una realtà sempre più diffusa, dove l’amministrazione pubblica diventa digitale, permettendo un contatto e un accesso al suo pubblico più diretto e immediato, snellendo i tempi burocratici e le difficoltà.

Quanto vale la web economy

Difficile calcolare il valore reale della web economy vista la crescita esponenziale degli ultimi anni. Secondo gli esperti entro la fine del 2020 si arriverà al 48% della popolazione planetaria che utilizzerà i canali digitali per fare acquisti: a far lievitare questa stima è in particolare l’emergenza sanitaria determinata dal Coronavirus, che porterà le stesse aziende ad incentivare questa forma di acquisto, mettendo a disposizione -soprattutto nei Paesi meno digitalizzati- le risorse necessarie, come già da anni sta facendo McDonald’s attraverso l’introduzione degli innovativi «totem touch screen» per un servizio di ristorazione ancora più rapido.

In Italia la situazione è in continua evoluzione, anche se c’è ancora molta strada da fare. Secondo il report “Sizing the Digital Economy” di Boston Consulting Group che fornisce una valutazione dell’impatto di internet sull’economia sia in termini attuali che prospettici – mentre nei paesi nordeuropei l’economia digitale contribuisce al PIL in misura compresa tra il 5,8% e il 7,2%, questa percentuale si ferma all’1,9% in Spagna e al 2,2% in Italia.

L’apporto dell’economia digitale al PIL, nel 2010 è stato di 31,5 miliardi di euro, in crescita del 10% rispetto ai 28,8 miliardi del 2009. Se internet fosse un settore, specifica lo studio BCG, il suo contributo alla crescita del PIL sarebbe stato dell’8% nel 2010.

Da qui ai prossimi anni l’Internet economy rappresenterà 80 miliardi di euro, pari al 3,3% del PIL italiano, con una crescita annua del 13% rispetto al 2009. Tenendo in considerazione anche l’apporto dell’MCommerce, la cifra potrebbe attestarsi a 77 miliardi di euro, per una crescita media annua del 18% e un apporto sul PIL del 4,3%.
“Per ogni euro di crescita del PIL italiano da qui al 2015, in media 15 centesimi potranno essere riconducibili all’espansione dell’internet economy”, dice lo studio.

Perché l’Internet economy si sviluppi appieno nel nostro Paese e l’Italia possa trarne i massimi vantaggi, sottolinea lo studio, bisogna seguire tre linee direttive: innanzitutto bisogna favorire lo spostamento sul web delle PMI, che costituiscono la gran parte del tessuto produttivo italiano e potranno così ampliare il loro bacino d’utenza anche oltre i confini nazionali.

E’ necessario poi sviluppare il mobile commerce in tutte le sue forme, sfruttando la notevole propensione degli italiani all’utilizzo dei dispositivi mobili. D’altronde fa parte della web economy anche tutto il mondo legato ai giochi online, compresi quelli presenti su siti come casino online Casino777, che ogni anno generano miliardi di euro. Secondo gli ultimi dati il mercato dei giochi online è cresciuto negli ultimi mesi, passando dal 7,5% al 12,3%, cifra che se letta in prospettiva ci dice di come il circuito del gambling online legale, sia stato capace quasi di raddoppiare le proprie entrate.

Un altro dato significativo, elaborato durante il 2019, indica come oltre il 75% della spesa si sia tradotta per i giocatori in altrettante vincite.

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