Il Giornale riprende le dichiarazioni del Commissario alla Concorrenza Vestager in merito all’eventuale introduzione nella legge di bilancio della norma che, attraverso la trasformazione delle perdite fiscali in crediti di imposta, ha l’obiettivo di fornire un’agevolazione fiscale in caso di fusioni. In particolare, l’obiezione delle autorità europee potrebbe presentarsi qualora gli incentivi fiscali fossero studiati solo per supportare uno specifico settore (con riferimento alle banche).
Lo riportano gli analisti di Equita Sim, i quali obiettano tuttavia che, sulla base delle bozze finora circolate, la struttura della norma sembra avere un carattere generico e non specifico per il settore bancario, motivo per cui ritengono probabile che, eventualmente con alcune correzioni (ad esempio sull`ammontare massimo delle Dta trasformabili) possa infine essere approvata.
Intanto, secondo Il Sole 24 Ore la Bce valuterebbe tre approcci alternativi in merito alle politiche dei dividendi delle banche: prorogare di altri 6 mesi il divieto di pagamento dele cedole, adottare un approccio selettivo o introdurre un cap alle distribuzioni. La decisione del regolatore sulla proroga del divieto è attesa per metà dicembre: secondo gli analisti di Equita lo scenario meno probabile – rispetto a quelli prospettati – è quello di un cap ai payout, visto che sostanzialmente riprodurrebbe l’approccio attuale di mancanza di selettività fra le banche. Sembra invece più probabile un rinvio della decisione, anche se il posponimento di 6 mesi risulterebbe dal punto di vista degli analisti una notizia negativa per il settore perché estenderebbe l’incertezza legata alla decisione finale. E’ ragionevole infine attendersi che al termine della proroga del divieto, e quindi eventualmente fra 6 mesi, il regolatore adotti un approccio selettivo sulle autorizzazioni a distribuire.
In ogni caso, secondo gli esperti di Equita, questi scenari non modificano ma anzi rafforzano la view in base a cui le banche che hanno maggior probabilità di essere autorizzate a ripristinare le generose politiche di dividendi sono quelle caratterizzate da una redditività resiliente anche nel 2020, ovvero Intesa Sanpaolo, per cui si attendono un dividendo a valere sull’utile 2020 di 14 centesimi per azione (pari a uno yield dell’8%, 68% payout) e Mediobanca, per cui l’attesa è di un dividendo di 54 centesimi per azione (yield 7%, payout 70%).
Gli analisti confermano inoltre che è ragionevole ipotizzare che le banche vengano autorizzate a pagare, nel 2021, dividendi a valere sulla generazione di utile 2020, mentre sembrano molto improbabili distribuzioni di riserve sia di utili (come gli importi accantonati nel 2019) che di capitale.