Bluerating e Assiomforex alla scoperta delle valute

Forex, un nome dal sapore spaziale ma dal contenuto decisamente sostanziale. Una parole che raccoglie migliaia di operatori, valanghe di appassionati, slavine di siti specializzati con offerte di volta in volta irripetibili e tonnellate di carta stampata più o meno di qualità. Una realtà che entra di diritto negli archetipi operativi di ogni buon conoscitore di finanza che si rispetti, al pari dell’equity e dei bond. Un mondo che Bluerating ha deciso di affrontare a pieno petto, ma come tradizione italica ci insegna, anche noi abbiamo bisogno di un Cicerone che ci faccia da guida, di un Virgilio che ci faccia emergere dai gironi danteschi della crisi finanziaria che fu. Per questo abbiamo il piacere di presentare una collaborazione attiva con l’associazione Assiomforex l’interlocutore più rappresentativo possibile del nostro sistema finanziario, con il quale discutere e condividere problematiche, proposte ed istanze. Abbiamo intervistato Claudia Segre, segretario generale dell’associazione.

Gentile dott.ssa Segre, come è nato il progetto AssiomForex e chi si rivolge?
 
ASSIOMFOREX nasce dalla fusione tra Assiom, l’Associazione operatori mercato dei capitali e Atic-Forex, l’Associazione che riuniva i Tesorieri, cambisti ed operatori del mercato monetario. La nuova Associazione risponde alla necessità di saper dare risposte univoche sulle tematiche di mercato ad operatori e regulators in un momento cruciale per la fondazione di un nuovo modello economico fondato su normative e regole che rafforzeranno ulteriormente un sistema bancario italiano tra i piu’ solidi e forti del panorama europeo. ASSIOMFOREX, infatti, conta su un potenziale di circa 1500 soci in rappresentanza di 500 istituzioni finanziarie; è la più importante Associazione di Operatori Finanziari a livello europeo, per numero di associati.

Quali sono gli obiettivi principali della vostra associazione? 

I principali obiettivi che questa operazione di integrazione si propone riguardano essenzialmente:
– il conferimento di un elevato valore aggiunto alla professionalità dei rispettivi associati, anche attraverso un’intensa attività di formazione di livello internazionale;
– l’attribuzione di un’adeguata autorevolezza all’immagine ed all’operato dell’Associazione, sia in ambito domestico che a livello europeo  e internazionale;
– la disponibilità di mezzi operativi ed organizzativi sempre più adeguati, per meglio affrontare i cambiamenti intervenuti e tuttora in atto nel sistema finanziario  globale  e nelle relazioni con le autorità preposte ai fini regolamentari.
Oltre alla consueta e tradizionale partecipazione all’Italian Trading Forum di Rimini, abbiamo portato la nostra voce all’ACI World Congress di Sidney e presto ci ritroveremo con E MID per il Liquidity Day a fine Aprile a Verona .

Spostiamo ora la nostra attenzione sull’attualità. E’ passato ormai più di un anno dal fallimento Lehman. Come valuta l’evoluzione del mercato Forex a partire da tale avvenimento? 

Occorre precisare che il mercato FX resta il più ampio mercato finanziario globale con oltre 3,2 trl $ controvalore medio di scambi giornalieri e che la diffusione del sistema di regolamento CLS (Continuous Linked Settlement, sistema di regolamento multivalutario per le operazioni in cambi che opera attraverso due società: CLS Bank International, insediata negli Stati Uniti, sui cui conti vengono scritturate le operazioni, e CLS Services, insediata nel Regno Unito, responsabile dei processi operativi. Esso prevede il regolamento delle singole transazioni dei partecipanti sui conti degli stessi presso la CLS Bank International) sin dal 1997 ha permesso di garantire da sempre una pre trade transparency efficiente e quindi una risposta ad esigenze regolamentari e normative crescenti sul settlemnet risk. In questo senso il sistema ha permesso al mercato FX di superare  indenne il ciclone Lehman ed oggi il CLS vedrà una naturale integrazione e complementarietà con l’affermazione, per ora ancora allo studio, di una controparte centrale (CCP) a definitiva copertura anche dell’ambito rischio controparte e per un rafforzamento della post trade transparency, prevista dalla Mifid. Il progetto Da segnalare che nonostante l’ampia diffusione di una seconda generazione di piattaforme elettroniche sempre più sofisticate nei servizi e rivolte alla cientela finale  con implicazioni legate al tarding algoritmico, restano ancora dei problemi legati al rischio di settlement per quelle controparti che non aderiscono al CLS, (circa 1000 partecipanti attivi al mercato!)

L’ultimo periodo è stato contrassegnato dalla svalutazione della moneta unica a fronte del biglietto verde e dello yen. A suo avviso quanto pesa l’effetto Grecia su questa dinamica?

L’effetto Grecia ha pesato molto all’inizio della fase di correzione soprattutto per un forte impeto speculativo che ha condizionato gli scambi ma poi son subentrati altri fattori macro molto più tangibili e che vedono i dati Usa in netto miglioramento a fianco di quelli giapponesi. I relativi movimenti sui tassi di interesse sono diventati poi il più forte indicatore per i movimenti FX e per le strategie di carry trade. Il trend di fondo di debolezza dell’euro resterà comunque dominante nel medio termine e potra’ invertirsi solo alla prova di una ripresa economica UE più solida nei fondamentali.
L’analisi del caso Grecia e le azioni intraprese a livello politico dall’UE sono la riprova di una capacità europea di autoanalisi e di ridefinizione di parametri di riferimento certi entro i quali riportare l’attività di monitoraggio e supervisione delle situazioni che vedono Paesi UE in difficoltà ma con tempi di reazione decisamente piu’ rapidi di quelli USA  durante la crisi subprime o più recentemente nel caso dell’imminente default californiano: stato federale costretto a tenere aperti gli uffici pubblici part-time nell’impossibilità di garantire un salario ai dipendenti pubblici!!! e vittima più grave dello scoppio della bolla immobiliare e della disoccupazione.

Benché non sia direttamente coinvolta dalla convivenza forzata con la moneta unica, la Gran Bretagna vive un momento di debolezza in termini valutari. Qual è il suo giudizio su quest’aspetto?

Nel caso dell’Inghilterra le imminenti elezioni generali del prossimo 6 Maggio sono l’elemento catalizzatore della volatilità sulla sterlina inglese, che ha perso il 6% da inizio anno. Basti vedere la reazione negativa al sondaggio di YouGov Plc che uscito prima del Guardian/ICM Ltd vedeva l’attuale Primo Ministro Gordon Brown ed il  suo Labour Party perdere vistosamente terreno sui Conservatori. Se il risultato elettorale resterà incerto ci si chiede quale forza politica avrà la forza di mettere a punto le misure necessarie a ridurre l’ingente deficit ed un indebitamento atteso al 77% quest’anno e superare il 100% nel 2014. Ancora una volta ci si interroga sulla tenuta del merito di credito sovrano che potrebbe vedere la perdita parziale della fatidica tripla A assegnatali fin dal 1978 ma che Standard & Poor’s ha messo sotto outlook negativo per una possibile revisione con effetti deleteri ancora una volta per la sterlina inglese.

A fronte dell’ormai tangibile problema degli spread governativi tra nazioni dell’area Euro, secondo lei il progetto della moneta unica non rischia una deriva sul lato pratico?

E’ fuori di dubbio che il tema del rischio sovrano ci accompagnerà per tutto questo 2010 e ci ha messo di fronte alla necessità di fare dei dovuti distinguo tra Paesi sulla base di principi di sostenibilità economica a fronte di una situazione debitoria globale deterioratasi a causa della grave crisi finanziaria, dagli effetti evidentemente recessivi, affrontata nell’ultimo biennio. Gli spread governativi dell’area euro sono perlopiù tornati sotto i livelli di guardia e sono certa che il progetto della moneta unica subirà un ritardo temporale nell’accogliere nuovi Paesi ma che non vedrà nessuna deriva.Il summit europeo di fine Marzo ha sancito un accordo relativo a prestiti bilaterali da parte degli altri 15 Paesi membri della EU, come ultima istanza ci sarà anche il supporto del FMI. Trichet si dimostra fiducioso e ritiene improbabile l’attivazione del meccanismo di supporto economico previsto dagli accordi anche per il progressivo miglioramento della fiducia del mercato.

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