Brexit non conveniente, ma ci sono anche aspetti positivi

A cura di Morningstar

Parlando di Brexit, Ben Wallace (Janus Henderson) crede che una qualche forma di accordo tra Uk e Ue alla fine verrà trovata. L’anno venturo potrebbe esserci meno volatilità monetaria e una nuova ondata di fusioni e acquisizioni. Intanto, il gestore punta sui titoli esposti all’economia del Regno Unito.

Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti. Sono Valerio Baselli e oggi mi trovo con Ben Wallace, Senior Investment Manager Uk Equities di Janus Henderson. Ben, buongiorno e grazie di essere qui.

Ben Wallace: È un piacere.

Baselli: Brexit sta arrivando – come è noto – e il tempo stringe per un accordo. L’ultima questione sul tavolo riguarda l’accesso dell’Ue alle zone di pesca britanniche, il che è un altro esempio – credo – di quanto siano complicati questi negoziati. Prima di tutto, domanda difficile, qual è la sua previsione sul deal-no deal? E come si prepara un gestore a un cambiamento come questo, con diversi esiti possibili?

Wallace: Il nostro scenario centrale è che una qualche forma di accordo verrà trovata, ma la nostra percezione è che sarà comunque un accordo relativamente magro. Non credo si otterrà l’accordo completo, ma forse questo era anche previsto all’inizio dell’intero processo. Ma penso che ci sia comunque un interesse comune nel trovare qualcosa che permetta a entrambe l’economie di funzionare e che rispetti i rispettivi limiti. Credo che ci sia la volontà per trovare un terreno comune.

Per quanto riguarda il nostro posizionamento, abbiamo costruito il portafoglio per beneficiare di tale scenario. Ciò che più conta, però, è essere sicuri che i business su cui siamo lunghi, oltre a beneficiarne, possano renderci felici anche nel caso in cui ci fosse un no-deal. Quindi dei franchising e delle attività che possano sopravvivere anche senza accordo. Non compreremmo mai delle azioni che non ci convincono solo nella speranza che un accordo venga trovato. Ecco cosa stiamo facendo a livello di portafoglio.

Baselli: Guardando i flussi, i fondi azionari britannici a grande capitalizzazione domiciliati in Europa hanno registrato una forte raccolta a marzo e aprile (in controtendenza rispetto al trend generale), ma da allora il mercato britannico ha perso il favore degli investitori, poiché le azioni Uk hanno continuato a sottoperformare altri mercati. Qual è la sua posizioni in merito? Lei gestisce la strategia Uk Absolute Return, come si è evoluta la sua esposizione dall’inizio dell’anno?

Wallace: Quello che dici è giusto. C’è stato dell’interesse per le azioni britanniche in alcuni momenti dell’anno, direi che dal voto sulla Brexit il mercato Uk ha visto deflussi considerevoli il che ha portato a un livello di valutazioni attrattivo, sostanzialmente a causa di questa pressione delle vendite. Quello che abbiamo visto nel portafoglio durante l’anno, ovviamente il Ftse è un indice relativamente internazionale, come sai, ma abbiamo leggermente aumentato l’esposizione a titoli più focalizzati sull’economia domestica, come il settore delle costruzioni residenziali, alcune specifiche compagnie assicurative e abbiamo rimosso le nostre posizioni short che avevamo da un paio d’anni sulla più parte delle banche britanniche. Questi sono stati gli assi principali su cui ci siamo mossi.

Baselli: Infine, cosa si aspetta per il prossimo anno, quando il Regno Unito sarà definitivamente fuori dall’Ue? La Brexit potrebbe essere positiva per le small cap britanniche, almeno nel breve termine?

Wallace: Credo che una qualche forma di risoluzione della Brexit sarà in ultimo positiva per il mercato azionario e per l’economia. Ho problemi col concetto stesso che la Brexit sia economicamente vantaggiosa per il Regno Unito, penso al contrario che sarebbe stato meglio restare nel mercato europeo da un punto di vista puramente economico. Dove invece vedo un reale vantaggio è nei flussi di denaro che tornerebbero in Uk, con molti investitori internazionali meno preoccupati da un rischio Brexit. Credo anche che vedremo un rimbalzo dell’attività di fusione e acquisizione, dato che le corporation avranno meno incertezza e più stabilità monetaria e questo potrebbe potenzialmente spingerle a comprare alcune società britanniche le cui valutazioni relative sono piuttosto basse in confronto ai loro concorrenti esteri.

Baselli: Grazie molte Ben.

Wallace: È stato un piacere.

Baselli: Per Morningstar, Valerio Baselli, grazie per l’attenzione.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!