Mercati, così i vaccini rilanciano la propensione al rischio: le prospettive

I mercati hanno “affrontato il mese di novembre con una prudente sovraesposizione agli asset rischiosi, nonostante le preoccupazioni per le nuove chiusure dettate dal Covid, i contagi in aumento in Europa e le incertezze dettate dalle elezioni Usa. Alla fine di novembre l’indice Msci World ha guadagnato un sorprendente 13,6% (al 27 novembre 2020), registrando la migliore performance degli ultimi quarantacinque anni!“. E’ quanto osserva Thomas Hempell, Head of Macro & Market Research di Generali Investments. Di seguito la sua analisi.

L’ampio rally – che ha coinvolto anche il credito, i mercati emergenti e le commodity – può sembrare eccessivo. I lockdown in Europa potrebbero persistere per tutto l’inverno, mentre il laissez-faire negli Stati Uniti lascia prevedere un numero di vittime in forte aumento. Negli Usa il numero giornaliero di vittime causate dal Covid ha superato quota duemila, anche prima del giorno del Ringraziamento, potenziale evento “superspreader” a livello nazionale. Le elezioni americane si sono rivelate uno serrato combattimento e l’atteggiamento di Trump nel non riconoscere la sconfitta non depone a favore di un approccio bipartisan nell’imminente (probabile) governo “diviso”, anche alla luce del ballottaggio che si terrà il 5 gennaio in Georgia per due posti al Senato, fondamentali per la maggioranza.

In Europa, Unione Europea e Regno Unito rimangono ai ferri corti per il mancato accordo sulla Brexit. Se non fosse raggiunto, gravi interruzioni negli scambi commerciali e importanti ripercussioni sui mercati finanziari potrebbero incombere sulla data del 1° gennaio. Tuttavia, le rassicuranti notizie sui vaccini di Pfizer/BioNTech e di Moderna stanno dominando i mercati e stanno accelerando la spinta post-elettorale sugli asset rischiosi.

La conseguente ripresa delle attività oggi limitate, l’incremento della domanda e una maggiore fiducia supportano lo scenario di un significativo rimbalzo economico durante la primavera e l’estate. Un recupero più veloce aiuterà l’Area euro a recuperare i livelli del Pil pre-crisi già entro la fine del 2021 e, nel terzo trimestre, anche agli Stati Uniti.

Recupero degli utili e default più contenuti per ridare fiducia ai mercati

Sebbene il rischio a breve termine rimanga, ci aspettiamo che i mercati si proiettino sempre più oltre le battute d’arresto per l’economia di breve periodo, dettate dalla pandemia. E’ importante che l’incertezza politica stia diminuendo, e continuerà così con il nuovo anno. Ciò tende a ridurre i premi per il rischio, non da ultimo sul comparto azionario che ancora offre un generoso potenziale di rendimento rispetto alle obbligazioni, in particolare in Europa. Aumentiamo pertanto leggermente la nostra propensione al rischio, rimasta finora prudente.

Il rimbalzo economico supporterà una ripresa del 40% negli utili dell’Area euro il prossimo anno, dai livelli oggi certamente depressi, mentre i rendimenti bassi e il persistente sostegno della politica monetaria possono mantenere le valutazioni elevate.

La Bce intende estendere in modo sostanziale i programmi Pepp e Tltro, mentre la Fed potrebbe estendere la duration nei suoi acquisti di obbligazioni. Prevediamo così un ulteriore moderato rialzo delle azioni, anche se le battute d’arresto potranno essere più frequenti dopo il rally di novembre. Con una bassa inflazione e la politica accomodante delle banche centrali, qualsiasi ripresa nei rendimenti sarà limitata.

Inoltre, i rendimenti molto limitati rendono poco attraenti la liquidità e le obbligazioni, mentre l’esposizione al credito rimane allettante. Ci aspettiamo una corsa al rendimento, default contenuti e un continuo supporto degli acquisti Bce per consentire corporate spread ancora più bassi, nonostante la massiccia riduzione già registrata. L’ulteriore debolezza del dollaro è positiva per obbligazioni e azioni dei mercati emergenti.

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