Petrolio, ripartono i negoziati dell’OPEC+. La view di Equita

Oggi l’OPEC+ riprende i colloqui per definire le politiche sull’offerta di petrolio per il 2021 dopo che un primo ciclo di incontri non è riuscito a raggiungere un compromesso. L’OPEC+ avrebbe dovuto rinnovare i tagli petroliferi esistenti di 7,7 mln di barili al giorno (bpd), o l’8% della produzione globale, almeno fino a marzo 2021. Tuttavia, diversi Paesi membri hanno iniziato a mettere in dubbio la necessità di inasprire la politica petrolifera a seguito della ripresa del prezzo del Brent. Russia, Iraq, Nigeria e Emirati Arabi Uniti hanno tutti espresso in un interesse ad aumentare i volumi nel 2021.

Il range di opzioni sul tavolo circa un accordo ora vanno da un rinnovo della politica esistente alla riduzione dei tagli di 0,5 mln di barili al mese da gennaio. Altre opzioni includono il rinnovo dei tagli esistenti a gennaio e quindi l’aumento della produzione di 1 mn bpd in febbraio-marzo e di un altro milione bpd ad aprile.

I Paesi appartenenti all’OPEC+ devono trovare un delicato equilibrio tra l’aumento dei prezzi per migliorare le proprie finanze, ma non così tanto da incentivare la produzione non convenzionale negli Usa, piuttosto reattiva con un WTI superiore ai  50 dollariper barile.

In questo scenario gli analisti di Equita stimano un prezzo del Brent per il 2021 di 50 dollari per barile. Tuttavia, data la seconda ondata di pandemia nel secondo semestre di quest’anno, ritengono che sia più ragionevole una stabilizzazione del Brent tra 40-50 dollari nel primo semestre 2021, per poi crescere nella seconda parte del prossimo anno. Il titolo “preferito” dalla Sim milanese in questo settore nel settore è Eni.

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