Paperoni a prova di scudo

Lo scudo fiscale sembra aver vinto una battaglia contro i paradisi fiscali, ma non contro i grandi evasori.
Le grandi banche, come Bnp Paribas e Société Générale, infatti, hanno abbandonato le operazioni nei centri offshore, a partire da Panama, Bahamas e le isole Cayman.
Tuttavia, pare che le pressioni dell’Ocse e delle autorità fiscali dei vari Paesi non abbiano sortito lo stesso effetto su quei paperoni appartenenti allo zoccolo duro dei grandi evasori.
Ma il cappio si sta pian piano stringendo, obbligando questi ribelli fiscali ad escogitare sistemi sempre più complessi per occultare i loro patrimoni.

In Italia continua l’esportazione illegale di capitali all’estero, come dimostra la recente operazione romana delle Fiamme Gialle, nel cui mirino sono inquadrati imprenditori e professionisti coinvolti in una rete di riciclaggio di denaro verso conti offshore. (Vedi l’articolo Fisco, denuncia per maxi evasione).
A questa operazione si va ad aggiungere quel famoso invio delle 6000 lettere inviate ai proprietari di immobili in Bran Bretagna e Costa Azzurra (vedi l’articolo Scudo, ora tocca alle ville in GB e Costa Azzurra), per ricordare che a partire da quest’anno le case vanno dichiarate al fisco italiano.

Come promesso da Attilio Befera, a capo dell’Agenzia delle Entrate, in occasione della chiusura della prima finestra dello scudo fiscale, “Adesso parte la vera caccia agli evasori”, e l’Agenzia si sta muovendo quindi alla ricerca di quei 180 miliardi di euro ancora nascosti negli ex paradisi fiscali, in testa a tutti il Lussemburgo, a quota 79 miliardi secondo i dati della Guardia di Finanza incrociati con quelli di Aipb, seguito dalla Svizzera che ancora nasconde nei suoi caveau oltre 65 miliardi di euro esportati illegalmente.

Insomma le autorità fiscali italiane si stanno organizzando per scagliare l’offensiva decisiva alla Mompracem dei Paperoni, che hanno creato strutture blindate che li fanno sentire al sicuro dall’offensiva scudo.
Un’indagine dell’Associazione italiana Private Banking ha calcolato che la taglia media delle operazioni di scudo effettuate attraverso private banks si è aggirata intorno ai 600 e i 730 milioni, mentre è di 1,2 milioni di euro la media fiduciaria.
Insomma quote che non convincono, e fanno intuire come nemmeno la proroga abbia convinto i Paperoni a mettersi a mettersi in regola.
Lo scontro finale ha inizio, e Befera per il 2010 minaccia 35 mila controlli, rafforzati da nuovi accordi internazionali: la morsa si stringe.  

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