Multi asset, la transizione sostenibile verso l’economia Clic

“Riteniamo che la prossima frontiera nell’integrazione della sostenibilità dal punto di vista degli investimenti riguarderà l’asset allocation, ad esempio come la sostenibilità influenzerà il processo decisionale alla base della costruzione di un portafoglio. Attualmente, l’integrazione dei criteri di sostenibilità verte principalmente sulla security selection, prendendo decisioni informate sia attraverso un approccio bottom-up che comprende informazioni specifiche dell’azienda, che con analisi top-down, come ad esempio come i mega trend della rivoluzione della sostenibilità (come il passaggio a un modello economico Clic), che potrebbero avere un impatto sui settori economici, e l’individuazione delle aziende che sono ben posizionate per sfruttarli. Questo tema però è destinato ad essere incluso anche nel più ampio processo di asset allocation, incorporando criteri che influenzerebbero l’allocation in uno specifico mercato, o in un’asset class, rispetto a un’altra”. Lo sostengono Aurèle Storno e Alain Forclaz, rispettivamente Chief Investment Officer, Multi Asset e Client Portfolio Manager di Lombard Odier IM. Di seguito la loro visione.

Nel 2020 abbiamo integrato questi criteri nei nostri principi di costruzione del portafoglio, che considera anche altri vincoli essenziali, come liquidità, fattori fondamentali e la diversificazione del rischio. Questo fa sì che i nostri modelli di asset allocation possano spesso discostarsi in modo significativo da un approccio più generico degli indici di mercato standard. L’aggiunta di criteri di sostenibilità nel nostro processo di ottimizzazione del portafoglio multi-objective ha modificato la nostra allocation in maniera significativa e ha sistematicamente migliorato tutti i nostri scoring di sostenibilità rispetto ai loro benchmark di mercato e settoriali.

Come sarà il mondo nell’era post-Covid?

Crediamo che il cambiamento sia parte integrante della gestione di portafogli multi-asset. Al fine di gestire l’incertezza, la nostra view di lungo periodo rimane quella secondo cui la diversificazione, sotto varie forme, è alla base della costruzione dei portafogli: attraverso le asset class (in modo da individuare le dinamiche relative in tutto il ciclo macroeconomico) e anche attraverso le fonti di rendimento e oltre.

A nostro avviso, non c’è modo peggiore di rispondere all’incertezza se non quello di applicare una strategia di concentrazione. Mentre la performance dei titoli di stato è stata (ancora una volta) molto positiva nel 2020, la protezione offerta da questi asset si rivelerà probabilmente più debole in futuro rispetto ai precedenti shock di mercato. Questo fa sì che siano necessarie altre fonti di protezione del portafoglio, che vanno da un semplice ammortizzatore (cash), a strumenti più sofisticati (coperture dei rischi di coda convesse basate sulla volatilità) fino a più tipici beni rifugio (obbligazioni legate all’inflazione e oro). In breve, esistono numerose opzioni complementari che si sono dimostrate efficaci nel proteggere i portafogli dalle turbolenze di quest’anno.

Nonostante lo scenario sia in continuo cambiamento, la natura umana non cambia poi così tanto. Di conseguenza l’attenzione ai pregiudizi comportamentali e alle inefficienze del mercato continueranno ad essere utili nelle strategie di diversificazione delle fonti di rendimento. Tuttavia, riteniamo che la diversificazione sia necessaria anche in altre aree, meno evidenti, del processo di investimento. Alcune delle nostre recenti ricerche, ad esempio, si sono concentrate sull’incorporazione della volatilità implicita (che è coinvolge un orizzonte temporale più lungo e riflette le aspettative degli investitori per i futuri movimenti di mercato) in aggiunta ai nostri attuali modelli di volatilità storica. Questo ci permette di anticipare il cambiamento, piuttosto che limitarci a reagire ad esso cosa che, a nostro avviso, si rivelerà particolarmente utile in questo nuovo e coraggioso mondo post-coronavirus.

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