Secondo l’esperto, “se riusciremo tutti a garantire la coesione, riducendo al minimo insolvenze e licenziamenti legati alla pandemia, allora il 2021 potrà essere l’anno in cui le società metteranno in pratica programmi per affrontare le urgenti sfide sociali, tecnologiche e climatiche che si stanno rapidamente presentando. Tra queste, ad esempio, la riduzione delle emissioni nell’ambito di una transizione verso emissioni zero e indicare anche la dignità umana e il benessere tra le priorità di tutte le pratiche aziendali. Tali programmi dovrebbero anche prendere in considerazione le strategie per la tutela e il miglioramento dell’occupazione, a fronte del rapido cambiamento tecnologico in corso, e la garanzia che la tecnologia sia impiegata in modo da garantire la privacy dei dati, la salute mentale e il non-sfruttamento degli utenti. L’opinione dei clienti si sposterà più decisamente verso la costruzione di relazioni rispetto all’esecuzione di transazioni”.
Conclude Kamhi: “Quest’anno, inoltre, dovremmo aspettarci di vedere gli stakeholder assumere sempre più rilevanza nell’ambito della governance aziendale, storicamente guidata dagli azionisti. Nel 2021 spero anche di vedere società e asset manager allontanarsi dai luoghi comuni dell’Esg e dal cosiddetto greenwashing per passare a concreti interventi positivi che risolvano i problemi della collettività in modo pratico e significativo. Mi aspetto che le aziende che lo faranno saranno i futuri leader dell’industria”.