Le parole-chiave sui mercati nel 2020

A cura di Morningstar

Covid-19, pandemia e smart working sono entrati nel lessico quotidiano in questo anno che è già stato etichettato come senza precedenti. Ma sui mercati finanziari non sono state le uniche parole-chiave, perché si sono imposti anche temi come le disuguaglianze e i cambiamenti climatici.

Brexit

L’uscita del Regno Unito dall’Unione europea è alle porte. Il 31 dicembre termina il periodo di transizione e sono in molti a credere che verrà trovata una qualche forma di accordo per regolare i rapporti commerciali tra le due aree dal 1° gennaio. Tuttavia, secondo alcuni, una intesa di libero scambio di bassa qualità sarebbe un problema perché creerebbe numerosi attriti.

Covid-19

La sindrome respiratoria acuta grave Coronavirus-2 (SARS-CoV-2) è il nome dato al Coronavirus del 2019. COVID-19 è il termine assegnato alla malattia associata al virus. Si tratta di un ceppo di Coronavirus che non è stato mai identificato nell’uomo in passato. Nel mondo si contano oltre 68 milioni di contagi e 1,55 milioni di morti. Nel primo trimestre, la sua diffusione ha fatto crollare i mercati mondiali, con perdite che hanno superato il 20% su molti listini, compreso quello italiano.

Andamento dei principali indici Morningstar azionari nel primo trimestre 2020

Green deal europeo

E’ un insieme di iniziative politiche della Commissione europea volte a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Prevede un piano di azione che ha come obiettivi la promozione dell’uso efficiente delle risorse passando a un’economia pulita e circolare, il ripristino della biodiversità e la riduzione dell’inquinamento. Il piano di investimenti del Green deal (annunciato l’11 dicembre 2019) e il meccanismo per una transizione giusta sono stati presentati il 14 gennaio 2020. La legge europea sul clima al fine di garantire un’Unione europea a impatto climatico zero entro il 2050 è stata proposta il 4 marzo 2020. Gli investitori sono direttamente interessati perché il Piano europeo di azione per la finanza sostenibile ha l’obiettivo di coinvolgere i mercati finanziari nella più ampia agenda per promuovere la sostenibilità come elemento chiave della crescita economica e a beneficio della società.

Diversità, equità, inclusione

L’aumento delle diseguaglianze a livello globale è uno dei motivi dell’insostenibilità dei sistemi economici attuali. Il coefficiente di Gini, che misura la distribuzione del reddito indica che, nel mondo, la popolazione vive, in media, in paesi dove le disparità si stanno inasprendo. La paura per il Coronavirus e le restrizioni alla vita delle persone hanno amplificato malumori che c’erano già e sono indicatori che qualcosa non funziona. Negli Stati Uniti, l’uccisione di George Floyd, afroamericano, per mano della polizia, il 25 maggio 2020 ha scatenato le proteste contro il razzismo sistemico del movimento Black Lives Matter. Sul fronte della diversità di genere, il Covid-19 rischia di lasciare ferite profonde nella vita economica, finanziaria e lavorativa delle donne.

Investimenti sostenibili

L’industria dei fondi sostenibili è in forte espansione in tutto il mondo e non sembra risentire della crisi generata dalla pandemia di Covid-19. Secondo le statistiche Morningstar, il patrimonio netto globale ammonta a 1.258 miliardi di dollari. L’Europa ha la fetta più grande, con oltre un miliardo di dollari di asset. Lo stato di salute dell’industria dei fondi sostenibili si vede anche nel lancio di nuovi prodotti. Oggi ci sono 3.774 fondi ESG a livello globale, di cui 2.898 nel Vecchio continente (dati al 30 settembre 2020).

Patrimonio dei fondi sostenibili a livello globale (in miliardi di dollari)

Patrimonio globale di fondi sostenibili per trimestre

Joe Biden

Le elezioni presidenziali americane si sono tenute il 3 novembre. Ha vinto Joe Biden, appartenente al partito democratico, che ha scelto come vicepresidente Kamala Harris, prima donna nella storia degli Stati Uniti a rivestire questa importante carica. Inizialmente Donald Trump ha rifiutato di riconoscere il risultato elettorale, paventando brogli e annunciando ricorsi, poi ha dovuto cedere e il 23 novembre è stata avviata la fase di transizione. Le presidenziali non hanno mai avuto impatto sugli investimenti nel lungo periodo. Ma la vittoria di Biden ha implicazioni sulla politica fiscale, ambientale (lotta al cambiamento climatico), previdenziale e sanitaria, oltre che sui rapporti internazionali. Wall Street non si è fatta spaventare dai timori di recessione e dall’incertezza elettorale e si avvia a chiudere l’anno in rialzo, grazie soprattutto alla performance del settore tecnologico.

Andamento degli indici Morningstar US e tecnologico nel 2020

Low cost

Per gli investitori europei, le commissioni medie dei fondi non sono mai state così basse. Secondo uno studio Morningstar, tra il 2013 e ottobre 2020 il costo medio ponderato per il patrimonio è sceso del 31% allo 0,69%, quello equi-ponderato è calato del 19% all’1,17%. Le strategie passive, in particolare gli Etf (Exchange traded fund) hanno fatto da traino alla discesa delle spese.  E’ una buona notizia per gli investitori perché la ricerca Morningstar ha dimostrato che i fondi più economici hanno più probabilità di sopravvivenza e sovra-performance rispetto a quelli più cari. Su questo fronte, però, in Italia c’è ampio spazio di miglioramento, dato che risulta ancora tra i mercati più costosi.

Mes

Il Meccanismo europeo di stabilità (Mes), anche detto fondo salva-Stati, è stato istituito il 2 febbraio 2012 per garantire la stabilità finanziaria nell’area euro. Si tratta di un’organizzazione intergovernativa regolata dal diritto pubblico internazionale, con sede in Lussemburgo. I suoi azionisti sono i paesi della zona euro. Il Mes emette strumenti di debito per finanziare prestiti e altre forme di assistenza finanziaria nei paesi della zona euro. Il 30 novembre 2020 è stata approvata la riforma da parte dell’Eurogruppo che ha cambiato le condizioni di attivazione. Sono previste, tra l’altro, una semplificazione e un rafforzamento delle linee di credito a disposizione degli stati membri e il cosiddetto backstop del Fondo unico di risoluzione per le banche, ossia una garanzia di ultima istanza nel caso il Single resolution fund si trovi a corto di fondi. Inoltre, il Memorandum d’intesa per le riforme, usato per imporre condizioni rigide alla Grecia durante la crisi, sarà sostituito da una lettera d’intenti che dovrà assicurare il rispetto del Patto di stabilità.

Next Generation EU

Nella notte del 21 luglio 2020, i 27 leader dell’Unione europea hanno raggiunto l’accordo sul piano straordinario d’intervento per la ripresa, dopo quattro giorni di trattative serrate. Chiamato Next generation EU o Recovery plan, è uno strumento da 750 miliardi di euro per aiutare gli stati a ripartire, rilanciare l’economia, sostenere gli investimenti privati e trarre lezioni dalla crisi. Prevede trasferimenti diretti per 390 miliardi e prestiti per 360. L’Italia è il primo beneficiario, dal momento che dovrebbe ricevere circa il 28% dei fondi. La manovra complessiva corrisponde a circa il 5% del Prodotto interno lordo (Pil) della regione. Il piano non vuole essere solo un aiuto all’economia per ripartire, ma un investimento del futuro, all’interno del quale il Green deal, ossia le iniziative per raggiugere la neutralità climatica entro il 2050, e la digitalizzazione sono considerati fondamentali per la crescita e la resilienza delle società.

Pandemia

Il vocabolario Treccani la definisce come “un’epidemia con tendenza a diffondersi ovunque, cioè a invadere rapidamente vastissimi territori e continenti”. La pandemia ha determinato cambiamenti nel modo di vivere e di lavorare. Sono aumentati gli acquisti online e il lavoro da remoto. Ci siamo abituati ad indossare le mascherine e a rispettare alcune regole igieniche primarie, come lavarsi spesso le mani. Abbiamo ridotto i viaggi e la frequentazione dei ristoranti. E’ l’inizio di una “nuova normalità”? I grandi shock del passato ci insegnano che i cambiamenti economici nel lungo periodo potrebbero essere modesti, perché una volta trovato il vaccino è molto probabile che la gente torni a viaggiare e ad uscire a cena o per fare shopping. Tuttavia, la pandemia ha sicuramente accelerato alcune trasformazioni, tra cui l’incremento del lavoro da remoto, che in qualche misura rimarranno nel futuro.

Recessione

Il quadro macroeconomico, soprattutto in Europa, è sfidante nei prossimi mesi a causa delle restrizioni e dei lockdown imposti dalla seconda ondata pandemica. Nel suo outlook di ottobre, il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha previsto un calo del Prodotto interno lordo globale del 4,4% nel 2020 (e un rimbalzo del 5,2% il prossimo anno). L’area euro è tra le zone più colpite e si stima una riduzione del Pil dell’8,3%, mentre negli Stati Uniti sarà circa la metà (-4,3%). Per l’Italia, il Fmi indica una contrazione del 10,6%. Fra le grandi economie, l’unica eccezione dovrebbe essere la Cina, che dovrebbe registrare un +1,9%. Per gli investitori, però, il dato più rilevante non è quello di breve termine, ma di lungo periodo. L’analisi degli shock passati rivela che la maggior parte delle recessioni non ha avuto un impatto negativo duraturo sull’economia e, secondo i ricercatori di Morningstar, non ci sono ragioni per credere che l’attuale sia diversa.

Smart working

E’ anche chiamato “lavoro agile”, o “da remoto” o più semplicemente “da casa”. Molte aziende ed enti pubblici lo hanno adottato durante il lockdown per garantire continuità alle proprie attività. E in numerose aziende è ancora adesso la modalità più diffusa. Diventerà la nuova normalità? Sul tema il dibattito è aperto. Ci sono società che hanno annunciato di volerlo mantenere anche dopo l’emergenza. Secondo uno studio di Morningstar con focus sugli Stati Uniti, assisteremo a una crescita del lavoro da remoto rispetto ai livelli pre-Covid-19, ma non sarà “la nuova normalità” e la maggior parte delle persone tornerà negli uffici quando sarà possibile. Entro il 2025, si prevede che il 13% degli occupati americani lavorerà da casa a tempo pieno, con un incremento del 44% rispetto al 2019.

TINA

L’acronimo significa “There is no alternative”, ossia “Non c’è nessuna alternativa”. Era usato dal primo ministro britannico Margaret Thatcher per indicare che l’economia di mercato è l’unica che funziona. Più recentemente è stato impiegato in Borsa per spiegare il sovrappeso dei titoli azionari in portafoglio, come unica possibilità dato che le altre asset class hanno rendimenti bassi. Si parla anche di “effetto Tina” per indicare che l’equity sale in quanto gli investitori sono convinti che non ci siano alternative migliori. Gli operatori, però, cominciano a domandarsi: fino a quando potrà durare? Gli occhi sono puntati soprattutto a Wall Street dove le valutazioni sono ai livelli del boom delle dotcom a gennaio 2000.

Vaccino

In Borsa, la corsa al vaccino ha avuto effetti soprattutto sulle aziende farmaceutiche e biotecnologiche. In Europa, l’Ema (European medicines agency) sta valutando attualmente quelli proposti da Janssen-Cilag International (gruppo Johnson&Johnson), BioNTech-Pfizer, Astrazeneca (in collaborazione con l’Università di Oxford) e Moderna. Quest’ultima è la società che ha registrato il maggior rialzo da inizio anno, seguita da BioNTech, per la quale Morningstar assegna un rating azionario pari a una stella, che indica che il titolo è sopravvalutato.

Compagnie farmaceutiche in corsa per il vaccino Covid19

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