Bitcoin ancora troppo volatile per i portafogli degli investitori istituzionali

Il Bitcoin risulta l’asset di gran lunga più performante di quest’inizio di 2021 con un rialzo da inizio anno che sfiora il 30%. “La sua esplosività sembra la principale rappresentazione di una situazione in cui un enorme ammontare di liquidità insegue un insieme finito di assets”, avverte Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners Sgr, che di seguito dettaglia la propria view.

Vale forse la pena di ricordare la quarta regola di Farrel: “Exponential rapidly rising or falling markets usually go further than you think, but they do not correct by going sideways“. Il fatto è che ormai la vasta gamma di strumenti per investire in cryptocurrencies ha allargato parecchio l’investor base, mentre l’offerta resta fissa. Cercare di capire dove possa avvenire una temporanea saturazione è un esercizio di stile. Io mi sono limitato a osservare che lo scorso movimento esplosivo ha visto il Bitcoin passare dai circa 2.000 dollari di luglio 2017 agli oltre 19.000 di dicembre. Questa volta a luglio, alla partenza del movimento parabolico, eravamo a 9.000, e un target rudimentale potrebbe essere tra 70 e 90.000. Bisogna tener conto però che al momento siamo nel mezzo di un orgia di speculazione su diversi asset. Non che il 2017 fosse una fase di depressione peraltro. Come caveat osservo che la performance a tre giorni rasenta il 30%.

Ieri il Bitcoin nell’ultima ora di contrattazioni ha dimezzato i progressi salendo “solo” del 5% dopo essere stato in progresso del 10%. Tuttavia è ancora un po’ troppo volatile per finire stabilmente in grosse quantità nei portafogli istituzionali, a mio parere.

 

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