Investimenti azionari, come analizzare le variazioni quotidiane sui mercati

“Il lavoro di un investitore, sulla carta, sembra semplice. Decidere come mettere al lavoro, sui mercati finanziari aperti a tutti o privati, risorse proprie o affidategli dai clienti. Le decisioni sono prese in base ad alcuni criteri e regole particolari, che gli investitori chiamano processi di investimento e che portano alla costituzione di un insieme di attività, chiamato portafoglio. Il valore di questo portafoglio dipende dai movimenti dei mercati. Molti dei quali, fra cui quelli azionari, mostrano una certa volatilità, cioè i prezzi delle attività finanziarie possono salire o scendere in misura significativa su orizzonti temporali brevi. Rimane il fatto, molto positivo per gli investitori, che su orizzonti temporali lunghi vari anni, i mercati finanziari, sia azionari che obbligazionari, hanno mostrato una netta tendenza rialzista. Qui vogliamo concentrarci sulle variazioni quotidiane dei prezzi registrate sui principali mercati azionari. Perché è vero che per valutare un’opportunità di investimento e i risultati che ha prodotto, in particolare sul mercato azionario, bisogna darsi un orizzonte temporale esteso e pluriennale, ma è anche vero che il lungo periodo altro non è che una sequenza di periodi più brevi”. E’ quanto afferma Luca Tobagi, Cfa, Investment Strategist, Product Director di Invesco. Di seguito la sua analisi.

La singola giornata è un’unità di misura utile per frazionare il tempo e ci può aiutare a mettere gli eventi finanziari del 2020 in una prospettiva storica corretta. Avevo già contato e analizzato in passato i movimenti giornalieri osservati nella storia dei principali mercati azionari, suddividendoli fra positivi e negativi e poi, in modo parcellizzato, per intervalli di performance. L’immagine che risultava da questa seconda analisi, pubblicata circa un anno e mezzo fa per la prima volta, ricorda un cappello, o l’immagine del “boa che ha inghiottito un elefante” ricordata nel Piccolo principe di Antoine de Saint-Exupery.

Il 2020 è stato un anno molto particolare, segnato da un evento raro come una pandemia. Le conseguenze a tutti i livelli, incluso quello economico, sono state molto importanti e i mercati hanno reagito. Tuttavia, un osservatore di un altro pianeta, che vedesse soltanto la cifra che restituisce la performance dei mercati azionari a fine anno senza conoscerne la dinamica nel corso dei mesi, faticherebbe a cogliere elementi di eccezionalità nel 2020.

È solo quando andiamo a sezionare le performance dell’intero 2020 scomponendole a livello del singolo giorno, che si notano le differenze rispetto all’andamento medio storico delle performance quotidiane. Rispetto al passato, nel 2020 abbiamo avuto una frequenza molto più elevata di giornate con performance molto negative e molto positive. Le giornate con cali oltre il -3% sono capitate quasi due volte e mezzo più spesso alla norma storica (4,9% rispetto a 2,1%), e anche quelle fra -1% e -2% e fra -2% e -3% hanno avuto una frequenza maggiore che in passato. D’altra parte, anche dal lato positivo dello spettro dei rendimenti notiamo che nel 2020 la frequenza delle giornate con una performance superiore al +1%, quindi fra +1% e +2%, fra +2% e +3% e sopra il +3%, è stata ben maggiore di quanto osservato nel corso dell’intera vita dei principali indici azionari.

Il 2020, quindi, si è caratterizzato per una polarizzazione delle performance giornaliere ben maggiore della norma storica. Non sorprende che la volatilità, misurata e percepita, sia aumentata molto. Le giornate più negative si sono concentrate verso la fine del primo trimestre, mentre quelle positive hanno alimentato il forte rally da Aprile in avanti. Il 2020 è stato quindi un esempio eloquente del fenomeno delle cosiddette “code grasse” della distribuzione dei rendimenti (barre verdi nel grafico 3 rispetto alla media storica, rappresentata dalle barre blu).

Gli interventi annunciati ed effettuati di politica monetaria e di stimolo fiscale hanno avuto sui mercati azionari, affondati bruscamente dalla diffusione del Sars-Cov2 in buona parte del mondo e dalla profonda recessione indotta dal virus e dalle misure restrittive imposte per gestirne le conseguenze della propagazione, lo stesso effetto stimolante del farmaco L-Dopa somministrato dal dottor Sayer ai pazienti affetti da catatonia (anch’essa legata a una pandemia virale nei decenni precedenti) nel film Risvegli. È molto presto per dire se le variazioni giornaliere dei listini azionari nel 2021 potranno essere più simili alla norma storica, oppure no. E se riusciremo davvero a lasciarci alle spalle la crisi pandemica e tornare a vivere una vita e una dinamica economica più normali e libere, senza bisogno degli stimoli massicci e costanti o crescenti che si erano resi necessari, o se, come il farmaco nel film, gli stimoli possano avere un’efficacia limitata a pochi anni e degli effetti collaterali.

Capire meglio che cosa sia successo nel 2020 può in ogni caso contribuire a mettere dati, eventi e le nostre scelte future in una prospettiva più corretta. Del resto si sa: anche con i progetti meglio strutturati, si vive sempre alla giornata e sono proprio le sfide inaspettate del quotidiano che processi di investimento solidi e disciplinati possono aiutarci ad affrontare.

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