Auto, nasce Stellantis. Ma i listini sono scettici

A cura di Richard Hilgert, Morningstar

Il matrimonio tra Fca e Psa Peugeot Citroen è cosa fatta. Gli azionisti hanno approvato la fusione delle due aziende in una nuova entità che si chiamerà Stellantis. Le società prevedono che la fusione si perfezionerà sabato 16 gennaio, con le azioni della nuova entità scambiate in Europa da lunedì 18 gennaio e, sulla Borsa di New York, a partire dal giorno successivo.

Sulla base dei volumi di vendita del 2019, Stellantis sarebbe la quarta casa automobilistica più grande al mondo grazie ai suoi 7,9 milioni di veicoli immatricolati e un fatturato di 183 miliardi di euro, ma a nostro avviso il mercato ha scontato oltremodo le preoccupazioni legate all’elevata spesa per l’elettrificazione dei veicoli, alla capacità del management di raggiungere gli obiettivi di risparmio sui costi e al forte indebitamento di Fiat Chrysler, aumentato a 26,4 miliardi di euro alla fine del terzo trimestre 2020 a causa del Covid. Riteniamo dunque che il mercato abbia valutato Stellantis basandosi sull’ipotesi di un peggioramento dei fondamentali rispetto ai livelli storici.

Alle attuali quotazioni di mercato le azioni Fca sono scontate del 49% rispetto al fair value di 29 euro e quelle Peugeot sono valutazione con un rapporto Prezzo/Fair value di 0,71 (report aggiornati al 4 gennaio 2021). Considerati gli aggiustamenti della fusione, che includono un aumento del debito e della liquidità, un dividendo speciale di Fca e lo spin-off di Faurecia, il fair value di Stellantis è stimato a 18 dollari, il 29% in più rispetto a quanto viene attualmente valutata dal mercato.

Le ragioni per cui essere fiduciosi sulla fusione

A nostro avviso le economie di scala prodotte dalla fusione sono troppo rilevanti per essere ignorate dagli investitori. Inoltre, il nostro modello non considera i 5 miliardi di risparmio di costi che seguiranno alle sinergie prodotte dalla fusione, l’80% dei quali è previsto possano essere realizzati entro i prossimi quattro anni.

Ci sono poi diversi fattori che ci fanno essere fiduciosi sul futuro dell’operazione: a livello regionale, Peugeot è molto forte in Francia e ha una solida presenza in Germania e nel Regno Unito attraverso i marchi Opel-Vauxhall, mentre Fca ha quote di mercato importanti in Italia, Nord America e Brasile. Inoltre, i risultati registrati da Peugeot sotto la guida di Carlos Tavares promettono bene per il futuro: in occasione della fusione con Opel-Vauxhall l’ad della casa automobilistica francese aveva fissato degli obiettivi in termini di margini di profitto che sono stati realizzati in anticipo rispetto ai tempi previsti. Se, dunque, si ripetesse la storia recente un gruppo formato da Peugeot e Fca sotto la guida di Tavares avrebbe il potenziale per raggiungere obiettivi di sinergia ben prima dell’obiettivo quadriennale dell’80% fissato dal management.

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