La Brexit è fatta: che cosa attende ora gli investitori nel Regno Unito?

A cura di Allianz Global Investors

L’accordo commerciale con l’Unione Europea rimuove alcune delle incertezze che il Regno Unito deve affrontare, anche se l’accordo è relativamente “minimalista” e include poco per affrontare il settore dei servizi. Assomiglia molto a quella che una volta era considerata una “hard Brexit”. Inoltre, l’attuale crisi del Covid-19 e un terzo blocco nazionale continueranno a deprimere l’economia del Regno Unito. Tuttavia, dopo un anno in cui l’indice Ftse 100 del Regno Unito è sceso di oltre il 14% – la sua peggiore performance dalla crisi finanziaria – l’accordo con l’Ue rimuove una fonte di incertezza che ha pesato sul mercato britannico dal referendum sulla Brexit nel 2016.

Sebbene sia improbabile che l’accordo trasformi il sentimento nei confronti del Regno Unito dall’oggi al domani, gli investitori potrebbero iniziare a vedere opportunità di acquisto in un mercato azionario ampiamente sottovalutato. Inoltre, la prospettiva della vaccinazione di massa contro il Covid-19 consente agli investitori di guardare oltre la pandemia, e ci aspettiamo che l’economia britannica torni a crescere nella seconda metà del 2021: i settori che sono stati duramente colpiti dalla pandemia – come hotel, ristorazione, trasporti, tempo libero e arte – vedranno probabilmente tassi di crescita annuali migliori dopo il primo trimestre del 2021, in particolare rispetto a come si sono comportati nel 2020. Il settore logistico dovrebbe espandersi con forza, guidato dall’accelerazione del commercio elettronico poiché le persone sono rimaste a casa durante la pandemia. Il settore delle costruzioni dovrebbe trarre vantaggio dalle misure fiscali per stimolare gli investimenti nelle infrastrutture poiché il governo britannico pone una “ripresa verde” al centro della sua visione post-Covid.

Al di là della pandemia in corso, il mercato azionario britannico deve affrontare problemi strutturali, in particolare il mix settoriale delle sue industrie. Si tratta di un mercato con meno imprese incentrate sulla tecnologia e sulla crescita e più basato su “vecchia economia” e settori strutturalmente sfidati, come l’energia e le banche. Ciò limita il rialzo, ma anche tenendo conto di ciò il Regno Unito sembra molto economico. L’altro fattore da considerare è che il mercato azionario britannico è diverso dall’economia britannica. Molte delle più grandi società del Regno Unito sono in realtà multinazionali che per caso sono quotate nel Regno Unito, ma vedono provenire dall’estero una grande percentuale delle loro vendite e dei profitti. Ciò significa che traggono benefici quando la sterlina è più debole perché i loro ricavi all’estero si valutano di più.

Le azioni britanniche appaiono sottovalutate, a differenza di tutte le altre principali asset class (Fonte: Allianz Global Investors, Bloomberg, Datastream. Dati a novembre 2020)

Mentre la sterlina ha goduto di un rally subito dopo l’annuncio dell’accordo sulla Brexit, non ci aspettiamo che si rafforzi in modo significativo da qui in poi. E, con il peggioramento della situazione del Covid-19 nel Regno Unito, ci aspettiamo che la Banca d’Inghilterra continui a perseguire l’allentamento quantitativo – probabilmente acquistando Gilt britannici – e si avventuri nel territorio dei tassi di interesse negativi solo come ultima risorsa.

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