Londra, la città più indebitata del Regno

Tempi duri per la città di Londra. Dopo il crack finanziario, la crisi del mercato immobiliare e il crollo delle vendite al dettaglio, per la capitale britannica è arrivato il momento della resa dei conti. Conti che per il sindaco Johnson vogliono dire 12 miliardi di guai. A tanto ammonterebbe, infatti, il debito della città accumulato attraverso i consigli di zona, i Borough, e il Greater London Council, ovvero l’organismo di coordinamento amministrativo della capitale inglese. «È un dato di fine 2008 – precisa Marl Luntley, direttore della sezione finanza dell’associazione che riunisce le amministrazioni locali del regno di Elisabetta – ma la situazione non si è rivoluzionata più di tanto nel corso dell’ultimo anno. All’interno di questa cifra, però, va considerato che più di 10 miliardi sono in carico allo stato».
I comuni inglesi, con Londra in testa, preferiscono indebitarsi con l’amministrazione centrale piuttosto che ricorrere alle banche. In questo modo, ottengono condizioni agevolate. Nel resto delle municipalità, la situazione non è diversa da quella della capitale. L’indebitamento complessivo ammonterebbe a 57 miliardi, a fronte di un valore in infrastrutture che raggiunge i 250 miliardi. I problemi non riguarderebbero, dunque, le spese correnti ma solo quelle straordinarie che non rientrano nelle competenze specifiche dei singoli ministeri. «La gestione ordinaria – conclude il direttore della sezione finanza – non può chiudere in deficit, né le amministrazioni emettono debito in modo autonomo. Il 75% dei finanziamenti arriva loro dal governo centrale, il resto lo raccolgono con la council tax». Il giro del denaro è presto detto.

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