Dollaro su i euro giù

La risposta ci arriva guardando EurUsd e GbpUsd ed il cross derivato EurGbp.

Qui stiamo mettendo a confronto tre delle maggiori economie a livello mondiale le cui caratteristiche attuali possono essere riassunte con i seguenti flash: Usa pronta alla ripresa con buoni risultati in 11 dei 12 distretti sotto controllo delle diverse divisioni Fed, Europa ancora sul “chi va là” per la questione Grecia e Inghilterra in un limbo tra disoccupazione salita ieri all’8% e maggiori difficoltà a ripartire rispetto ai cugini d’oltreoceano.

In tutto questo troviamo un EurUsd che è sceso, un Cable che è salito e la risultante EurGbp non poteva fare nient’altro che… si, bravi, scendere (EurUsd/GbpUsd=EurGbp).

Le conclusioni che tiriamo, confermateci anche da voci provenienti dal mondo hedge funds, è che l’euro, proprio a causa dei problemi interni alla comunità di Stati che sembrano non poter essere risolti nel breve periodo, stia vivendo una fase di debolezza a livello generalizzato e viene venduto con continuità, la cosa difficile è ora capire contro cosa.

I dati macroeconomici che seguiranno ci daranno una mano a chiarirci le idee. Questa mattina verranno pubblicate le rilevazioni per quanto concerne le vendite al dettaglio per il mese di marzo provenienti dall’Inghilterra: il dato è pervisto a +4% sull’anno, contro un precedente +5.4%, mentre la variazione mensile è prevista +0.5% rispetto ad un precedente +1.6% e sarà importante seguire questa release poiché l’altro ieri, su dati inflattivi più alti del previsto, l’EurGbp è sceso.

Nel pomeriggio invece dall’America arriveranno i dati sui prezzi alla produzione (+6% annuo atteso contro un precedente 4.4%) e verrà anche resa una migliore idea sullo stato attuale del mercato immobiliare con la pubblicazione della vendita di casi esistenti (sono attese buone sorprese a rialzo come si può vedere da http://www.dailyfx.com/calendar). Vedremo come reagirà il mercato, ma pensiamo che in caso di dati buoni, il dollaro possa salire spingendo ancor più a ribasso l’EurUsd.

La correlazione tra borse e mercato valutario invece, non è poi così stretta in questo momento. Fino a qualche settimana fa, assistevamo non di rado a borse che salivano e a dollari che perdevano valore, in quanto visto ancora come la divisa in assoluto più liquida e con un costo talmente basso da poter essere utilizzata tranquillamente come fonte di finanziamento. Ora la correlazione si è slegata da qualche giorno, suggerendoci che la debolezza endogena dell’euro la sta facendo da padrone.

UsdChf – grafico giornaliero

Passiamo all’analisi tecnica dove notiamo, primo fra tutti, un eurodollaro in lenta a costante discesa, confinato all’interno del canale ribassista suggerito da inizio settimana. Confermata sempre di più quindi la tendenza ribassista, ci attendiamo ora a breve il raggiungimento del supporto in area 1.3280-1.33: questo non è solamente è il livello del minimo del cambio degli ultimi 11 mesi, dove abbiamo visto un ottimo doppio minimo il 26 marzo ed l’8 aprile scorsi, ma anche la zona oltre il quale è sensato pensare si trovino buona parte degli stop delle posizioni lunghe.

Come evidenziato dal nostro Speculative Sentiment Index http://www.dailyfx.com/print-article.html?filename=/dailyfxplus/intraday-ssi/2010-04-21-1848-SSI__Thin_Liquidity_helps_Leverage.html data la prevalenza di posizioni a favore della moneta unica (l’indice basato sul posizionamento della clientela di FXCM infatti indica un 61% di posizioni lunghe), un’eventuale rottura avrebbe un effetto discendente caratterizzato da un aumento della volatilità. Un ritorno dei prezzi al di sopra di 1.3450 nell’immediato, ritarderebbe questo scenario.

Il cambio UsdJpy ha trovato una buona resistenza, prima di arrivare al livello suggerito a 93.70: in questo caso 93.40 ha visto giungere diversi massimi nelle ultime ore e diventa di diritto la prima resistenza a cui osservare con attenzione. Il primo importante livello di supporto si trova prossimo a 92 figura.

Vediamo ora il cambio UsdChf, sempre più in avvicinamento al livello di resistenza chiave. Se osserviamo infatti un grafico a candele giornaliere possiamo notare come i prezzi, negli ultimi mesi, si stiano muovendo all’interno di una figura a triangolo i cui due livelli chiave, dati rispettivamente da una trendline ascendente e discendente, sono 1.05-1.0520 e 1.0750. Come ipotizziamo da alcuni giorni una rottura del livello di resistenza potrebbe riportare i prezzi in breve a quel 1.0895 che attendiamo da parecchie settimane.

Il cable è molto vicino alla prima resistenza giornaliera, 1.5440, in grado se rotta di movimentare la relativa tranquillità degli ultimi due giorni. Il primo eventuale obiettivo si trova poco al di sopra di 1.55 figura.

Rimaniamo a parlare di sterline, ma contro euro, perché risulta molto interessante l’evoluzione che sta compiendo il cambio. Proprio in queste ore infatti i prezzi si trovano sul livello di supporto più importante degli ultimi mesi, 0.8680. Qui infatti transita la linea di supporto del cambio che congiunge i minimi da metà giugno 2009. Oltre questo livello è facilmente ipotizzabile una continuazione della ripresa della moneta di Sua Maestà fino ad un primo interessante supporto di 0.86 figura. Un’eventuale tenuta invece riapre la strada per un ritorno a 0.8860, area di congestione dei prezzi la settimana scorsa e perfettamente coincidente con il 38.2% di ritracciamento del movimento di discesa da 0.9140 a 0.8680.

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