Pil Usa giù del 3,5% ma l’S&P 500 potrebbe presto segnare nuovi top

Il prodotto interno lordo (PIL) degli Stati Uniti è sceso del 3,5% nel 2020. Si tratta del maggiore calo al 1946. Il dato, ancora provvisorio, è stato pubblicato dal Dipartimento del commercio Usa.

La contrazione annuale è la prima dal 2009, quando durante la crisi finanziaria il PIL accusò una contrazione del 2,5 per cento. A pesare, ovviamente, è la pandemia di Covid-19 che negli ultimi tre mesi dell’anno ha costretto a nuovi lockdown penalizzando ulteriormente l’attività economica a stelle e strisce. Il virus ha così interrotto la serie di 11 anni di espansione economica americana.

L’economia statunitense nel quarto trimestre è inoltre cresciuta “solo” del 4%, al di sotto del consensus degli analisti che stimavano crescita del 4,2 per cento. Tuttavia, per il 2021 gli analisti sono ottimisti e prevedono una crescita sostenuta, ma certo non mancano i rischi, fra cui quelli legati alla disponibilità effettiva dei vaccini contro il Coronavirus.

Wall Street

In questo scenario l’indice S&P 500 continua però a segnare nuovi massimi e, nonostante la brusca correzione del 27 gennaio, l’impostazione tecnica di fondo resta rialzista.

Operativamente, dal punto di vista tecnico, se i corsi non violeranno al ribasso la media mobile a 50 sedute al momento passante per quota 3.715 il paniere di riferimento per il mercato azionario Usa (e globale) potrebbe in prima battuta testare nuovamente testare il top a 3.870 dopodichè allungare ulteriormente il passo verso 3.900/3.950.

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