Grecia, piano da 100 miliardi

Per sabato è atteso l’accordo sul piano triennale che dovrebbe far tirare un sospiro di sollievo alla Grecia. Ieri dopo che le agenzie di rating hanno declassato i sirtaki bond, considerandoli vera e propria spazzatura, la Borsa di Atene è crollata e anche l’euro, così come i principali listini.

A questo punto non è più possibile aspettare. La Germania dal canto suo continua a chiedere rigore ma il momento interlocutorio deve termine. E sabato potrebbe essere il momento decisivo. Infatti per il fine settimana dovrebbe essere approvata la versione definitiva del pacchetto di aiuti “made Europe” per il paese ellenico. I prestiti a disposizione dovrebbe salire dai 45 miliardi di cui si discuteva a circa 80-100 miliardi per i prossimi tre anni. 

Più dei due terzi di questi prestiti dovrebbero essere garantiti da accordi bilaterali con l’UE mentre il resto dovrebbe essere finanziato dal Fondo Monetario Internazionale che per voce di John Lipsky ha detto che si tratterà di un intervento di forza schiacciante. Le condizioni però sono ben precise. Atene dovrà impegnarsi a ridurre il deficit ben oltre il 4% del prodotto interno lordo nel 2010 richiesto in un primo momento. In questi giorni il governo di George Papandreou (nella foto) sta negoziando nuove misure strutturali fino al 2012 e oltre, fra le quali un intervento sulle pensioni e un piano di privatizzazioni delle infrastrutture.

Nel week-end intanto il consiglio d’amministrazione del Fondo dovrebbe dare via libera al piano e dalla prossima settimana dovrebbe partire i primi prestiti degli europei. Anche se il governo di Berlino è deciso ad aspettare il voto regionale in Nord Reno-Westfalia del 9 maggio prima di muoversi; ma Italia, Francia e Spagna sono decise a non aspettare la Germania. Ai primi esborsi per il salvataggio potrebbero dunque mancare solo quattro o cinque giorni di mercato.

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