Cina, la valuta digitale avrà un ruolo chiave nella transizione economica

“Il sistema di pagamento elettronico cinese con valuta digitale (Dcep) è stato proposto nel 2014 e sarà la prima valuta digitale al mondo a essere emessa da una banca centrale. A differenza dei bitcoin o di ether, il Dcep non è decentralizzato, ma sarà emesso a livello centrale dalla Banca Popolare Cinese e successivamente distribuito attraverso le banche statali agli utenti finali utilizzando una crittografia asimmetrica. La moneta digitale emessa dalla banca centrale sarà depositata in un portafoglio digitale (ad esempio un’app o dispositivo mobile) invece che su un conto bancario, sostituendo così la moneta a corso legale. Uno yuan sarà uguale a un Dcep. Le transazioni digitali saranno condotte tra due portafogli digitali senza coinvolgere banche o società di carte di credito”. Lo spiega Carlos Casanova, Senior Economist Asia di Union Bancaire Privée (Ubp). Di seguito la sua analisi.

L’idea di introdurre una moneta digitale centrale si inserisce in un piano di ristrutturazione del modello di crescita economica della Cina più focalizzato sulla domanda interna. L’idea non è nuova, ma sarà migliorata come parte del prossimo piano quinquennale. La valuta digitale cinese presenta dei vantaggi per i titolari, poiché può essere usata senza connessione mobile o internet. Inoltre, i commercianti non saranno costretti a scegliere tra uno dei due player principali né dovranno incorrere in commissioni di circa 30-60 punti base. Ciò è particolarmente importante nel contesto di una recente spinta regolamentare in seguito alle preoccupazioni circa la posizione monopolistica goduta dai colossi tecnologici cinesi sui pagamenti non bancari. Il 20 gennaio, la Banca Popolare Cinese ha rilasciato una bozza di regole antitrust che richiedono a qualsiasi entità con la metà delle quote di mercato o a due entità che hanno congiuntamente due terzi di quote del mercato di conformarsi alle regole anti-monopolio e sciogliere le proprie sussidiarie.

Le criptovalute come libra di Facebook, con una base potenziale di 2,7 miliardi di utenti, possono rappresentare una minaccia alla sovranità monetaria tradizionale, e non solo in Cina. Nell’ottobre 2019, il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire ha pubblicato un op-ed sul Financial Times per spiegare come libra possa sfidare la sovranità monetaria della Banca Centrale Europea nel caso in cui gli attori privati dietro il progetto decidano di cambiare l’allocazione di una determinata valuta nel paniere. Più recentemente, la presidente della Bce Christine Lagarde ha invocato la necessità di una regolamentazione globale sui bitcoin, dicendo che la moneta è stata usata per attività di riciclaggio di denaro. Il Dcep smorza queste minacce offrendo una concorrenza credibile nell’area delle valute digitali internazionali permettendo allo stesso tempo alla Banca Popolare Cinese di mantenere il controllo sulla crescita del denaro e sugli sforzi di deleveraging in corso.

Il Dcep permetterà ai policymakers di ottenere risultati più granulari attraverso tre canali principali.

Promuovere selettivamente i settori: la natura programmabile del Dcep implica che può essere collegato con altre applicazioni tra cui il sistema di punteggio sociale che la il Paese sta implementando. La Cina può indirizzare agli individui ricompense/multe depositate/accreditate direttamente sui loro portafogli digitali. Di conseguenza, non solo i consumi saranno incentivati, ma verranno premiati i modelli di consumo desiderati. Il finanziamento della valuta digitale da parte della PBoC potrebbe anche essere usato per targhetizzare direttamente aree che sono di importanza strategica, come la finanza inclusiva, i settori high-tech e le piccole e medie imprese.

Agevolare la riforma del settore bancario: il Dcep diminuisce anche il ruolo delle grandi banche. Col tempo, la Banca Popolare Cinese potrebbe espandere l’applicazione della sua moneta digitale per includere M1 e M2 oltre a M0. Questo apre alla Cina l’opzione di accelerare la ristrutturazione del sistema finanziario molto rapidamente, salvando in modo efficace i depositanti ed escludendo dai salvataggi i debitori insolventi o le banche. Per esempio, la Banca Popolare Cinese potrebbe scegliere di pagare gli interessi sui depositi detenuti nei portafogli digitali, bypassando le banche. I depositanti solventi potrebbero quindi convertire i depositi in Dcep, mentre i debitori insolventi potrebbero essere liquidati con un rischio minimo dal punto di vista sistemico.

Fornire accesso ai dati sui pagamenti: la Banca Popolare Cinese desidera avere accesso ai big data sulle transazioni online. Questo ha molteplici applicazioni da una prospettiva politica, dalla lotta al riciclaggio di denaro, al calcolo di statistiche del Pil più accurate che tengono conto dei servizi in modo più efficace.

Nel mentre, ci aspettiamo che il dollaro rimanga su un percorso di svalutazione secolare graduale nel post pandemia. Tuttavia, è improbabile che il Dcep o il bitcoin sostituiscano il dollaro come valuta di riserva globale da un giorno all’altro. Detto questo, il Dcep servirà a rafforzare l’agenda cinese sia all’esterno che all’interno. Il commercio e il finanziamento della catena di approvvigionamento sono due aree in cui le applicazioni blockchain sono ben sviluppate e che si allineano perfettamente con i punti di forza commerciali della Cina. Il Dcep può quindi promuovere l’internazionalizzazione del renminbi, lungo la Belt and Road e nel sud-est asiatico. Più precisamente, il Dcep mira a migliorare la convenienza dei pagamenti transfrontalieri e a ridurre la dipendenza dal dollaro, dagli Swift e dalle società di servizi finanziari statunitensi. Questo è importante nel contesto di una maggiore incidenza delle sanzioni statunitensi, che hanno un impatto diretto sulle aziende nazionali. Le implicazioni potrebbero andare oltre la sfera di influenza della Cina. Con le Olimpiadi invernali del 2022 come test, la Banca Popolare Cinese potrebbe richiedere agli stranieri che effettuano transazioni in Cina di aprire propri conti Dcep, il che significa che il sistema di premi e multe descritto sopra potrebbe trascendere i confini cinesi. Ma la strada è ancora molto lunga.

Gli investitori si trovano di fronte a diversi paradossi per quanto riguarda i giganti tech cinesi. Un ambiente normativo più rigido e nuove regole antitrust possono rappresentare una minaccia per i futuri guadagni di questi colossi. Al contrario, l’inclinazione interna del Paese verso il consumo e i trend di crescita secolare dovrebbero essere di supporto alle principali attività di ecommerce. In questo senso, la valuta digitale cinese non rappresenta una minaccia imminente. Tuttavia, è possibile che la performance possa sperimentare volatilità nel breve termine, poiché il nuovo panorama normativo prende forma gradualmente. Inoltre, resta poco chiaro quale sarà la posizione dell’amministrazione Biden nei confronti delle imprese tecnologiche cinesi.

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