Obbligazionario, tre domande da porsi prima di investire nel 2021

“C’è una costante sui mercati finanziari che è rimasta invariata nel passaggio dal 2020 al 2021: i rendimenti obbligazionari ai minimi. Crediamo che le sfide e i rischi dettati da questo contesto non siano pienamente compresi dagli investitori“. Lo afferma Arif Husain, Head of International Fixed Income di T. Rowe Price. “Per questo – continua – abbiamo formulato tre domande che a nostro avviso tutti dovrebbero porsi, cercando poi di delineare le risposte per chi investe”.

1. Diversificazione – I bond servono ancora a diversificare il portafoglio?

Tradizionalmente, l’obbligazionario è stata un’asset class in grado di offrire benefici di diversificazione, ottenendo buoni risultati nei momenti di sell-off sui mercati rischiosi come quello azionario. Per questo, i bond sono spesso stati usati per mitigare i rischi e mantenere bilanciati i portafogli. Tuttavia, stanno emergendo ragionevoli dubbi sul fatto che questo approccio sia ancora efficace, dato che i rendimenti sono così bassi. Ad esempio, nel primo trimestre 2020, il principale indice azionario tedesco ha perso il 25%, mentre i Bund hanno guadagnato solo il 2%. I benefici di diversificazione dei bond potrebbero quindi essere molto meno significativi nel contesto attuale: in tal caso, le obbligazioni sovrane non andrebbero più utilizzate come unico strumento per mitigare i rischi e per il 2021 sarà prioritario trovare altre fonti di diversificazione.

Crediamo che ciò richiederà una costruzione del portafoglio più agile e l’utilizzo di un posizionamento ‘relative value’, di strumenti basati sulla volatilità e di una ricerca in profondità per cogliere eventuali opportunità decorrelate.

2. Rendimenti – Quali prospettive per i rendimenti obbligazionari ai minimi?

Le politiche monetarie aggressive delle banche centrali hanno spinto i rendimenti obbligazionari sui minimi storici. Dato il livello di incertezza dovuto alla pandemia, non si possono escludere ulteriori movimenti al ribasso. Tuttavia, è probabile che gli aggiustamenti peggiori siano ormai alle spalle.

Se da un lato è improbabile che le banche centrali alzino i tassi di interesse nel prossimo futuro, la prospettiva di una qualche forma di riduzione degli stimoli non va del tutto trascurata, specialmente se il rimbalzo dell’economia facesse scattare un rialzo dell’inflazione. Inoltre, la pressione sui rendimenti potrebbe essere ulteriormente esasperata se i governi iniziassero a segnalare l’intenzione di inasprire le politiche fiscali dopo le spese senza precedenti affrontate durante la pandemia. In questo contesto, c’è spazio per una maggiore volatilità dei prezzi dei bond sovrani, soprattutto nella parte a lungo termine della curva. Di conseguenza, siamo convinti che una gestione attiva della curva dei rendimenti sarà cruciale nel 2021, così come la capacità di fare cambiamenti sostanziali nel posizionamento sulla duration. Anche le obbligazioni inflation-linked potrebbero rivelarsi utili quest’anno.

3. Liquidità – Quali asset sono veramente liquidi nei portafogli?

A marzo 2020 abbiamo assistito al primo vero crollo delle condizioni di liquidità dai tempi della crisi finanziaria globale. È iniziato sui mercati del credito e alla fine ogni segmento del mercato obbligazionario è stato colpito, con alcune dislocazioni di prezzo che si sono registrate persino nei Treasury Usa all’apice della crisi. Questo episodio è stato un duro richiamo al fatto che la liquidità spesso scarseggia proprio quando serve e che è importante analizzare attentamente il profilo degli investimenti obbligazionari in diversi scenari di mercato con questa lente.

Inoltre, l’esperienza dello scorso marzo fa sorgere la domanda su quali strumenti e settori verranno considerati liquidi in futuro. A nostro avviso, la liquidità al momento va cercata altrove, ad esempio nei mercati valutari e negli strumenti derivati come gli indici sintetici del credito, dato che entrambi sono stati in grado di offrire liquidità nel 2020 quando gli altri asset erano in difficoltà. Utilizzare maggiormente le opzioni può anche offrire l’opportunità di sfruttare movimenti improvvisi della volatilità nel 2021.

Per concludere, guardando all’anno che ci aspetta, vi sono quattro fattori che supportano il tono ottimistico sui mercati finanziari: le politiche monetarie ultra-accomodanti, gli stimoli fiscali, la domanda compressa di servizi e l’aspettativa che i vaccini consentano di tornare alla normalità. Finché questi temi reggeranno, il clima positivo dovrebbe perdurare. Dal lato nostro, continueremo a seguire il nostro rigoroso processo di investimento e cercheremo di mantenere un equilibrio nel portafoglio tra Paesi, duration e posizionamento sulla curva, per cogliere le opportunità di relative value a livello globale, gestendo allo stesso tempo il rischio di ribasso. Siamo convinti che la flessibilità sarà la chiave nel 2021.

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