La Cina entra nell’Anno del Bue in posizione di forza: i campioni dell’azionario

“Se il Covid probabilmente manterrà le festività del nuovo anno in sordina, la crescita economica della Cina è già tornata ai livelli pre-crisi: gli ultimi dati relativi al Pil del quarto trimestre 2020 hanno mostrato un aumento del 6,5% su base annua. Anche se la pandemia non ha lasciato indenne l’economia cinese, riteniamo che le prospettive per i mercati azionari cinesi siano probabilmente positive nel medio e lungo termine. Gli investitori, tuttavia, dovrebbero continuare ad aspettarsi un’elevata volatilità finché la pandemia non sarà definitivamente sconfitta”. E’ l’opinione di Jasmine Kang, gestore del fondo Comgest Growth China di Comgest. Di seguito la sua visione.

L’interesse per le azioni cinesi rimane alto. I titoli della Cina continentale, soprattutto nel settore tecnologico, sono stati tra gli investimenti con le migliori performance al mondo nel 2020 e dovrebbero continuare su questa traiettoria nel 2021. La trasformazione della Cina in una moderna economia dei servizi, con i suoi leader tecnologici, la gestione efficiente della crisi del Covid-19 e una classe media in crescita, hanno fatto da traino ai mercati azionari nazionali nel 2020, con uno slancio alimentato dal boom dell’e-commerce e dagli avanzati sistemi di pagamento elettronico del Paese. In particolare, la rapida espansione della classe media è stata un motore di crescita.

I giganti di internet – come Tencent e NetEase – hanno beneficiato della forte posizione nel mercato locale dei videogame, specialmente durante la chiusura nazionale. Allo stesso modo, Shandong Weigao (tecnologia medica) ha illustrato il grande potenziale che crediamo si trovi nel mercato sanitario cinese. Sebbene la crescita di alcune aziende come 3SBio (biosimilari) o Samsonite (valigeria) sia stata lenta l’anno scorso a causa dei venti contrari sul piano normativo nel breve termine e dell’impatto della pandemia, pensiamo che nel lungo termine il loro marchio dovrebbe rimanere forte.

L’ecommerce è stato un pilastro chiave del consumo cinese. Più del 30% degli acquisti del Paese sono ora gestiti online, il dato più alto in tutto il mondo. Alibaba, il leader dell’ecommerce cinese, ha messo a segno un’altra lunga lista di innovazioni di successo nel 2020 con Taobao Livestreaming, Taobao Deals, Tmall Luxury Pavilion e un prodotto newsfeed basato sui big data. Benché Pechino probabilmente continuerà il suo inasprimento della regolamentazione sul settore digitale, crediamo che il governo cercherà un equilibrio tra innovazione e regolamentazione. Alibaba, nel suo ruolo di innovatore di internet, rimarrà rilevante per l’ambizione della Cina di diventare una nazione high-tech.

Altre società dell’economia reale che vale la pena menzionare sono Saic, la più grande casa automobilistica cinese, il cui titolo è salito grazie ai primi segni di ripresa delle vendite nel mercato automobilistico locale; anche Midea, un noto produttore di sistemi Hvac (riscaldamento, ventilazione e aria condizionata) ed elettrodomestici, ha beneficiato sia dell’aumento del consumo interno che delle forti esportazioni. Il produttore di chip Tsmc (Taiwan Semiconductor Manufacturing Company) rimane un’azienda leader: nel corso del 2020 è diventato evidente che Intel non è stata in grado di tenere il passo nella corsa per lo sviluppo di chip di dimensioni sempre minori.

Il programma Bond Connect ha portato l’apertura dei mercati dei capitali a una nuova dimensione, con gli investitori stranieri che ora detengono circa il 10% della capitalizzazione di mercato delle società della Cina continentale, avendo investito più di 50 miliardi di dollari nell’ultimo anno (e più di 330 miliardi di dollari da quando il programma Connect è stato lanciato nel 2014).

Con la firma del Regional Comprehensive Economic Partnership (Rcep), la Cina ha anche notevolmente ampliato la sua influenza nella regione Asia-Pacifico. A più lungo termine, il Rcep dovrebbe avere un impatto positivo sul futuro sviluppo dei mercati asiatici. L’accordo segna un ulteriore spostamento a est in termini di epicentro dell’economia globale. Per la Cina, vista come la forza trainante dell’accordo, si apre la possibilità di estendere ulteriormente la sua influenza economica sulla regione Asia-Pacifico.

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