Le materie prime tornano in primo piano grazie agli stimoli fiscali

“I governi e le banche centrali stanno adottando un metodo ‘di stampo tradizionale’ per la riapertura delle economie, mentre i vaccini anti Covid-19 permettono gradualmente di porre fine ai lockdown. Ciò dovrebbe tradursi in una ripresa della domanda di materie prime, insieme a una crescita degli utili abbondantemente a doppia cifra per le imprese. La significativa enfasi su uno stimolo fiscale volto a rilanciare l’economia reale, anziché su uno stimolo monetario finalizzato a stabilizzare il settore finanziario, permette a nostro avviso di parlare in questo caso di una ripresa ‘di stampo tradizionale’. Questo perché l’economia reale comincia gradualmente ad assumere una posizione centrale nel flusso di notizie macroeconomiche, sostenuta dai moltiplicatori positivi del passato e dalle straordinarie misure di stimolo fiscale e monetario del futuro”. E’ quanto osservano Peter van der Welle, Strategist, e Jeroen Blokland, responsabile del team Multi-Asset di Robeco. Di seguito la loro analisi.

I dati suggeriscono che la ripresa è ormai ben avviata; infatti, secondo il World Economic Outlook del Fmi del gennaio 2021, per quest’anno si prevede una crescita del Pil globale del 5,5% a fronte della contrazione del 4,4% registrata nel 2020. Questo è il risultato di una revisione al rialzo dello 0,3% della precedente stima del Fondo. La prevista ripresa del commercio globale rappresenta uno specifico fattore d’impulso per le economie orientate all’esportazione. Dopo il calo dell’8,8% dell’anno passato, l’Agenzia centrale di pianificazione olandese prevede una risalita del commercio globale del 6,6% nel 2021. Con l’inizio delle campagne vaccinali in molti paesi, stiamo procedendo gradualmente verso l’immunità di gregge, di conseguenza, la crescita economica è destinata a superare il trend.

Il massimo risultato con il minimo sforzo

Negli Stati Uniti comincia a diventare evidente che l’amministrazione Biden cercherà di ottenere “il massimo risultato con il minimo sforzo”. La nuova Segretaria del Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, ha detto che il governo deve “agire in grande”, concentrandosi sulle persone che versano maggiormente in stato di bisogno e che hanno la più elevata propensione marginale alla spesa.

Programmi di stimolo

Le autorità delle due regioni hanno già promesso tale sostegno, in primis attraverso il pacchetto di stimoli da 1.900 miliardi di dollari proposto dal presidente Biden e il Fondo europeo per la ripresa da 750 miliardi di euro che dovrebbe essere distribuito nella seconda metà del 2021. Ma chi spenderà di fatto tutto questo denaro, e dove? Con l’emergere della possibilità di spesa nell’economia reale sulla scia delle riaperture nel secondo e terzo trimestre 2021, siamo fermamente convinti che i consumatori e i produttori globali siano disposti e in grado di spendere i risparmi in eccesso a fronte del miglioramento dell’occupazione e del calo dell’avversione al rischio dei consumatori. Con l’allentamento delle misure di contenimento e la graduale riapertura delle economie, seppur con qualche forma di distanziamento sociale attenuato, la domanda di servizi tradizionali che richiedono un’interazione personale diretta, come i negozi al dettaglio, l’ospitalità e il tempo libero, è destinata ad aumentare. Di conseguenza, l’economia reale comincerà a recuperare il ritardo rispetto ai già elevati livelli di attività dell’economia digitale.

Le materie prime tornano in gioco

Vista la quantità straordinaria di stimoli fiscali volti a rilanciare l’economia reale, le materie prime sono tornate in gioco. Questo è il motivo principale per cui abbiamo costituito una posizione lunga nelle commodity nel maggio dello scorso anno. Anche dopo un rialzo del 15%, i recenti sviluppi suggeriscono che il rally delle materie prime non è ancora finito. Una parte significativa dello stimolo fiscale è costituita da aiuti diretti alle imprese e ai consumatori. In passato, un aumento delle prestazioni sociali è stato accompagnato da un rincaro delle commodity. Inoltre, è probabile che lo stimolo fiscale venga proattivamente diretto verso le famiglie a basso reddito che consumano una maggiore quantità di beni in termini di volume, sostenendo ulteriormente la domanda di materie prime.

Lo stimolo fiscale offre anche un modo per accelerare il conseguimento degli obiettivi di sostenibilità. L’ambizione della Cina di diventare “carbon neutral” entro il 2060 e il piano per il clima del presidente Biden, che prevede una spesa di 1.700 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni, sono solo alcuni esempi di questo fenomeno. La crescente consapevolezza delle sfide poste dalla sostenibilità globale darà luogo a un’ondata di investimenti verdi nei prossimi anni. Anche questo si tradurrà in una domanda sostenuta di materie prime. Infine, le commodity forniscono una copertura sia contro un deprezzamento del dollaro Usa che contro un aumento dell’inflazione. La ripresa economica globale, abbinata alle condizioni finanziarie estremamente accodanti e alle valutazioni alquanto elevate, comporterà probabilmente un progressivo indebolimento del biglietto verde. Quando il dollaro scende, i prezzi delle materie prime salgono.

Crescita sostenuta degli utili all’orizzonte

La ripresa di stampo tradizionale gioverà probabilmente anche alle azioni, poiché amplifica la prevista impennata della crescita degli utili. La nostra analisi rivela che la crescita degli utili è particolarmente robusta nella fase di espansione del ciclo economico, in cui siamo appena entrati. Le imponenti misure di stimolo fiscale fungeranno anche da moltiplicatore dei profitti. Per l’Msci World All Countries Index, la crescita degli utili dovrebbe attestarsi al 25% circa. Nelle regioni con un’alta leva operativa – Europa, Giappone e mercati emergenti – le aspettative salgono addirittura al 36%, un livello che reputiamo raggiungibile. Di conseguenza, la crescita degli utili sarà la principale determinante delle performance azionarie in futuro, soprattutto perché le valutazioni in alcune parti del mercato (anche se non tutte) sono diventate elevate. Questo è anche il motivo per cui le azioni Value e i titoli non statunitensi, che sono meno costosi e hanno accumulato un forte ritardo, presentano un maggior potenziale di rialzo in futuro.

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