Il gestore dello spread e i nuovi bond governativi e corporate sotto la lente

Nella fase iniziale dell’assunzione al ruolo di governatore della Bce alla fine del 2011, il neo incaricato presidente del consiglio Draghi, si trovò di fronte a un attacco speculativo contro i Paesi più deboli dell’Eurozona finalizzato anche al dissolvimento della stessa moneta unica. Ai Paesi mediterranei quali Portogallo, Spagna, Italia e Grecia si univa anche l’Irlanda, dove i troppi prestiti concessi dalle banche e un’economia troppo dipendente dalla finanza faceva traballare il Paese.

Tra qualche istituto commissariato e ristrutturato, l’unica vera vittima di se stessa fu la Grecia che nel 2012 contribuì ad un’altra ondata speculativa, non defaultando, ma facendolo implicitamente attraverso un “haircut” del 50% circa del debito circolate imposto dalle autorità europee che non accettarono la mutualità del debito degli stati dell’eurozona, alimentando così una seconda ondata speculativa, dove si arrivò realmente ad un passo dall’implosione dell’euro ed al ritorno delle valute nazionali con conseguenze terribili per paesi come il nostro dove l’alto debito avrebbe favorito altri attacchi diretti, svalutazioni e perdita di ricchezza per tutti.

E’ stato in questo scenario che l’allora governatore, bloccato fino a quel momento da veti e burocrazia degli statuti della Bce (fino a quel momento senza potere effettivo se non per il contenimento dell’inflazione), ha preso in mano il timone con uno spread dei nostri titoli in area 500 punti ed ha sconfitto in pochi minuti la speculazione nel corso di una conferenza a Londra dove citò il famoso “whatever it takes” per la difesa della moneta unica. Il resto è storia e la sua ricomparsa sulla scena pubblica dopo la fine del mandato nel 2019 lo pone come l’unico in grado di guidare un nuovo esecutivo che porti l’Italia fuori dalle paludi in cui si trova in questo periodo.

Il solo pronunciamento del suo nome per l’incarico ha permesso allo spread contro Bund di scendere da 120 in prossimità di quota 100 ed ora nella seconda settimana d’incarico, senza aver ancora formato un governo lo stesso spread ha rotto il muro dei 100 punti con rendimento del Btp decennale sotto lo 0.5%.

Cosa significa tutto ciò?

Significa che per le casse dello stato le ultime aste hanno coinciso con rendimenti minimi e quindi minor esborso d’interessi; di contro saranno meno contenti gli investitori dei titoli stessi che riceveranno meno valore dalle ultime cedole, di contro si troveranno però con titoli di Stato nei portafogli, maggiormente stabili nei prezzi e soggetti a minori attacchi speculativi.

Le nuove emissioni di obbligazioni governative sotto la lente

In 15 giorni, dalle ultime aste d’inizio mese è cambiato il trend, passando dai massimi degli ultimi mesi ai minimi assoluti di questa settimana. Il Tesoro italiano ha collocato sette miliardi di BOT a 1 anno ad un rendimento negativo pari a -0.454%, mentre sul fronte dei Btp l’incremento complessivo è stato di nove miliardi spalmati su tre miliardi per il Btp 0% 2024 (IT0005424251), quattro sul 0.25% 2028 (IT0005433690) e due sul ventennale 1.8% 2041(IT0005421703), il cui rendimento si attesta all’1.15%. Sulla scia di questo momento di euforia sui mercati, torna in primo piano la possibilità di un’emissione a 100 anni per i nostri titoli.

Sulla parte lunga della curva vi è stato un grande successo per l’emissione della Spagna uscita con un nuovo titolo da cinque miliardi via sindacato con scadenza ottobre 2071, cedola 1.45% e taglio minimo da mille euro con multipli di mille. Il titolo (codice Isin ES0000012H58) è stato rivisto al ribasso nel rendimento per l’alto numero di domande arrivate al consorzio, ed ha ben performato da subito rispetto al prezzo d’emissione di 99,713.

L’Egitto ha raccolto 3.75 miliardi di dollari con un’emissione obbligazionaria suddivisa in tre tranche. L’importo offerto alla fine è risultato superiore ai tre miliardi inizialmente previsti, grazie al buon riscontro tra gli investitori, che ha consentito a Il Cairo d’ indebitarsi a costi inferiori a quelli della “guidance”. In effetti, la tranche a cinque anni da 750 milioni ha ottenuto un rendimento del 3,875%, giù dal 4,25-4,375% ipotizzato; quella a dieci anni da 1,5 miliardi ha spuntato il 5,875% dal 6,25%, mentre la scadenza a 40 anni è stata piazzata al 7.50%, giù dal 7. 875%. L’Egitto si era rivolto ai mercati internazionali l’ultima volta nel settembre scorso, quando ha emesso il primo green bond, raccogliendo 750 milioni.

San Marino ha incaricato due banche internazionali di sondare gli investitori per un’emissione obbligazionaria  di 300 milioni di euro a tre anni che sarà valutata BB+.

I nuovi bond corporate sotto i riflettori

Ancora abbondante l’offerta di nuovi titoli corporate. Il Gruppo di telefonia francese Iliad presente anche in Italia, ha collocato con successo un’emissione obbligazionaria in due tranche per un importo complessivo di 1,3 miliardi di euro. La prima tranche (Isin FR0014001YE4) ha un importo di 600 milioni, a tre anni, con scadenza 11 febbraio 2024. L’importo della seconda tranche è di 700 milioni, a sette anni con scadenza l’11 febbraio 2028 (Isin FR0014001YB0).  La prima, con scadenza 11 febbraio  2024, girava in area +170 punti base in fase iniziale poi ridotto a +130 punti base, la seconda tranche, con scadenza l’11 febbraio 2028, offerta con rendimento iniziale di +250 punti base sopra il tasso midswap, si è poi ridotta a +220 punti base. Forte l’interesse degli investitori sulle due tranche con ordini che hanno raggiunto 2.2 miliardi sulla tranche a tre anni e due miliardi sulla tranche a sette anni. Nel dettaglio: il bond a tre anni paga una cedola dello 0.75% per l’intera durata,  prezzo di emissione  99.844 e rendimento 0.803%;  il bond a sette anni paga una cedola annua fissa dell’1.875%, prezzo di emissione 99.838 e rendimento dell’1.90%. Lotto minimo 100mila euro con multipli di 100mila e nessun rating per le due obbligazioni.

Lufthansa è tornata sul mercato raccogliendo capitali con un’emissione obbligazionaria suddivisa in due tranche, a  4 e a 7 anni, raccogliendo tre miliardi di euro contro 1.6 miliardi emessi. Le prime indicazioni di rendimento per la tranche a quattro anni erano nell’area 3.375% e 4.25% per la tranche a sette anni, rendimenti poi abbassati nella fase finale a 2.875% per il bond quattro anni (Isin XS2296201424) e 3.75% per il bond a sette anni (XS2296203123) dopo essere stati rivisti al 3% e al 3.875%. L’ammontare finale delle due emissioni è di 750 milioni di euro per l’obbligazione a 4 anni e 850 milioni per l’obbligazione a sette anni. Lufhtansa è ritornata ad approvvigionarsi sui mercati dopo la crisi dovuta alla pandemia, a settembre era stata la volta di Rayanair ed a gennaio di Wizz. Rating dell’obbligazione Lufhtansa Ba2/BB-.

Italgas ha lanciato sul mercato una nuova emissione obbligazionaria da un miliardo di euro di euro in due tranche a tasso fisso con scadenze a sette e 12 anni di 500 milioni ciascuna. Contestualmente ha lanciato un’offerta di riacquisto fino a un massimo di 300 milioni sulle obbligazioni gennaio 2022 e marzo 2024. Prime indicazioni di rendimento in area +70 punti base sopra il tasso midswap per la tranche a sette anni e +85 punti base per la tranche a 12 anni. In totale l’emissione ha raccolto ordini per 3.1 miliardi, le indicazioni di rendimento sono state così abbassate a +50 punti base per la tranche 2008 e +65 per la tranche 2033 per arrivare in fase finale a +45 punti base per la tranche a sette anni e +60 per la tranche a 12 anni. Nel dettaglio: 500 milioni di euro sulla tranche a sette anni (Isin XS2299001888),  nessuna cedola fino a scadenza, prezzo 98.866 equivalente a un rendimento dello 0.163% e 500 milioni sulla tranche a 12 anni (XS2299002423), cedola 0.50%, prezzo 98.995 equivalente a un rendimento dello 0.587%. Rating Baa32/BBB+ e lotto minimo 100mila euro con multipli di mille.

Richieste boom per oltre 2.4 miliardi per i bond da 750 milioni di euro di Snam, destinati alla transizione energetica. I titoli, destinati a investitori istituzionali, comprendono un bond da 500 milioni con scadenza 2025 e la riapertura per 250 milioni di un bond già in circolazione con scadenza giugno 2030. Le prime indicazioni di rendimento erano nell’area 40 punti base rispetto alla curva swap per la tranche 15 agosto 2025 e di 50/55 punti base per la tranche 17 giugno 2030. L’obbligazione con scadenza 2025 (XS2300208928) è la prima emissione di Snam con rendimento negativo (-4.5 punti base), dopo quattro a rendimento zero, ed è l’emissione con il rendimento  più basso in assoluto per una corporate italiana. In particolare, la cedola annua è dello 0% con un prezzo di emissione di 100.198 equivalente a 37 punti base sul mid swap di riferimento. Il bond riaperto per 250 milioni di euro (Isin XS2300345837) ha invece una cedola annua dello 0.75% con un prezzo di emissione di 103.545 equivalente a uno spread di 50 punti base sul mid swap di riferimento. Rating Baa2/BBB+.

Atlantia torna sul mercato dei bond, era dal 2017 che non si affacciava sul mercato dei capitali. La holding della famiglia Benetton ha lanciato un bond a sette anni per un importo di 1 miliardo di euro con ordini oltre 1,6 miliardi. Il rendimento finale  è stato fissato a 230 punti base sul tasso midswap dopo prime indicazioni in area 230/240 punti base. Il bond pagherà una cedola fissa annua pari all’1.875% per un rendimento effettivo del 2%. Isin XS2301390089 taglio minimo 100mila euro con multipli di mille e rating Ba3.

Cellnex Telecom è una società spagnola attiva nel business delle torri, detenendo infrastrutture per le telecomunicazioni elettroniche, ha dato mandato a un gruppo di banche internazionali di organizzare e studiare l’emissione di nuove obbligazioni senior, si tratta di tre tranche con scadenze novembre 2026, gennaio 2029 ed a 12 anni. Rating BBB-/BB+. Le tre tranche hanno i seguenti termini: (Isin XS23002926179) con scadenza novembre 2026, una cedola fissa dello 0.75% pagata annualmente, con un prezzo di emissione pari a 99.326, equivalente ad uno spread di 125 punti base rispetto al tasso swap di riferimento. Per i bond  (XS23002929639) a tasso fisso con scadenza gennaio 2029, una cedola pari a 1.25% pagata annualmente, con un prezzo di emissione pari a 98.582, equivalente a uno spread di 168 punti rispetto al tasso swap di pari durata.

Per i bond (XS2300293003) con scadenza febbraio 2033, una cedola fissa del 2% pagata annualmente, con un prezzo di emissione di 98.086, equivalente ad uno spread di 220 punti base sul tasso swap di riferimento.

Il livello inizialmente comunicato al mercato di circa 170 punti sopra il tasso midswap per il titolo scadenza novembre 2026, di 200 punti base per il titolo con scadenza gennaio 2029  e di 250 punti base per il titolo a 12 anni, è stato prima rivisto e infine fissato rispettivamente a 125, 168 e 220. La transazione ha riscontrato una domanda per oltre 9.8 miliardi di euro. L’ammontare delle emissioni è stato fissato a 500 milioni per la tranche novembre 2026, 750 milioni per la tranche gennaio 2029 e 1.250 miliardi per la tranche a 12 anni. Rating BBB-/BB+ con un taglio minimo di investimento è di 100mila euro.

E’ in corso il collocamento di un’obbligazione senior dell’ammontare di 500 milioni di euro da parte di Sparebank. Si tratta di un’obbligazione green senior preferred (XS2303089697)  con scadenza febbraio 2028 e rendimento iniziale in area 60 punti base sopra il tasso midswap a sette anni. Prima della fine del collocamento  gli ordini ammontano a 1.5 miliardi di euro, il rendimento finale è stato così abbassato a 40 punti base sul tasso midswap. Rating A1 e lotto minimo 100mila euro con multipli di mille

Sarà non inferiore al 2.625% il tasso di interesse fisso annuo offerto dal nuovo prestito obbligazionario senior unrated di Newlat Food, che doveva trattare il collocamento sul Mot a partire dal 9 febbraio fino al 15 febbraio per un controvalore minimo di 150 milioni di euro e massimo di 200 milioni di euro, destinato sia al pubblico indistinto in Italia sia a investitori qualificati in Italia e all’estero. Ebbene il deal si è chiuso nel giro di pochi secondi già nella prima giornata e si dovrà attendere la quotazione sul secondario per poterlo negoziare. Isin XS2289795465 e taglio minimo retail mille euro con multipli di mille. Le risorse finanziarie provenienti dall’emissione del bond verranno utilizzate per supportare la strategia di M&A nel settore food & beverage, sia in Italia sia all’estero.

Il colosso delle vendite online cinese Alibaba ha superato con successo un test molto importante sui mercati finanziari, collocando un bond da cinque miliardi di dollari, suddiviso in quattro tranche. Gli ordini sono stati pari a otto volte l’importo offerto e la domanda è arrivata anche da qualche fondo sovrano. Rispetto alla precedente emissione, tuttavia, l’incidenza degli investitori americani si è ridotta ed è cresciuta quella degli asiatici. Nei dettagli, sono state emesse quattro tranche scadenze:  a dieci, 20, 30 e 40 anni. Le prime due hanno ottenuto un rendimento di 100 punti base ciascuna superiori al Treasury di pari durata, mentre il trentennale ha offerto un premio di 120 punti base e il titolo a 40 anni di 130. Dunque, il decennale ha un rendimento in area 2,15%, il ventennale il 2,75%, il trentennale poco meno del 3,15%, il quarantennale quasi il 3,25%. Rispetto alla “guidance”, i rendimenti sono stati fissati a circa 30-40 punti base in meno. Rating A1/A+ e taglio minimo da 200mila dollari con multipli di mille. Da notare, comunque, come l’emissione sia stata inferiore al massimo degli otto miliardi preventivati. I proventi saranno destinati a finanziare finalità aziendali generali, anche se la società non ha alcun bisogno di liquidità, ma come tante altre grosse realtà asiatiche ha voluto approfittare dei bassi tassi di mercato per accumulare scorte da utilizzare in futuro.

Il colosso delle crociere Carnival starebbe per emettere nuove obbligazioni in dollari “unsecured” per 600 milioni. Sarebbe la quinta volta che la società si rivolge al mercato in era Covid. Lo scorso anno, raccolse 11 miliardi di dollari, di cui 2 miliardi a novembre, quando emise il suo primo bond non garantito in dollari ed euro del 2020, attirando ordini per 11 miliardi. Allora, riuscì a finanziarsi a un tasso annuale sotto l’8%, mentre nelle emissioni precedenti aveva dovuto corrispondere agli obbligazionisti cedole tra l’8% e il 12%.

A cura di Carlo Aloisio, senior broker

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