Unicredit, focus fra conti e (possibili) aggregazioni

A cura di Vontobel Certificati

Il fatto

Nelle ultime settimane il settore bancario italiano si è messo in luce in Borsa. Il comparto beneficia dell’ipotesi più concreta di un ritorno alla normalità grazie ai vaccini anti-Covid, dalle nuove ipotesi di aggregazioni e dall’arrivo a Palazzo Chigi dell’ex Governatore della Bce, Mario Draghi, che ha preso la guida del Paese dopo la recente crisi di governo. In tal senso, a testimoniare la ritrovata fiducia degli investitori nel nostro Paese è la continua discesa dello spread tra Btp e Bund a 10 anni, che veleggia ora intorno ai 90 punti base.

La discesa dei rendimenti sui titoli di Stato italiani beneficia i portafogli degli istituti di credito: sullo sfondo c’è il continuo supporto della Bce, che terrà il suo atteggiamento ultra espansivo nella politica monetaria con i tassi bassi che mettono in difficoltà la redditività del comparto bancario.

L’effetto

Nel quadro appena descritto, UniCredit è sotto i riflettori degli investitori. L’istituto di Piazza Gae Aulenti infatti potrebbe essere al centro del risiko bancario a Piazza Affari, con il nuovo Amministratore Delegato Andrea Orcel che a metà aprile avrà sul tavolo diversi dossier come quello di Banca Mps e Bper Banca. Secondo diversi analisti eventuali aggregazioni potranno accelerare nella seconda metà del 2021.

Oltre a questo, in una recente nota S&P ha dichiarato come dopo i conti del 2020 UniCredit sia la banca più solida dell’Italia grazie alla riduzione del proprio profilo di rischio. Grazie a queste operazioni l’istituto dovrebbe avere le risorse per far fronte a un possibile deterioramento degli attivi nei prossimi due anni. L’agenzia di rating sostiene che UniCredit sia un gruppo più semplice ed efficiente, maggiormente patrimonializzato e meno rischioso. Molto comunque dipenderà dalle decisioni del management in merito alle sfide per ristabilire una maggiore redditività senza deteriorare i buffer patrimoniali e la qualità degli asset.

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