Il calo dell’oro non durerà a lungo: “Verso i 2.100 dollari nel lungo periodo”

I rischi nel breve termine per l’oro sono al ribasso. Il recente irrigidimento della curva dei rendimenti Usa e il miglioramento del sentiment di rischio hanno portato a un calo dei prezzi dell’oro, da 1.950 a 1.790 dollari l’oncia. Gli investitori hanno leggermente spostato i portafogli dall’oro verso asset a più alto rendimento nel breve termine, il che spiega le variazioni di prezzo dell’oro negli ultimi mesi. Ci aspettiamo che questi rischi al ribasso non durino a lungo”. E’ l’opinione di Peter Kinsella, Global Head of Forex Strategy di Union Bancaire Privée (Ubp).

La Fed, ricorda l’esperto, probabilmente cercherà di far fronte all’irrigidimento della curva dei rendimenti annunciando una politica di controllo della curva dei rendimenti. Una tale politica limiterebbe i movimenti al rialzo dei rendimenti dei bond americani a lungo termine, il che è uno sviluppo costruttivo per l’oro. Se e quando la Fed si muoverà in questa direzione, l’oro salirà senza tornare indietro.

Inoltre, continua Kinsella, “ci aspettiamo che il dollaro continuerà a indebolirsi nei prossimi 9 mesi, di circa il 10% su una base ponderata per il commercio. Questi due sviluppi sosterranno un continuo rialzo dell’oro nel lungo termine. Nonostante il miglioramento dell’economia globale, le banche centrali manterranno i tassi a livelli estremamente bassi per un periodo prolungato di tempo, il che sosterrà i prezzi dell’oro nel lungo termine. Nel lungo termine, un movimento a livelli di circa 2.100 dollari per oncia è del tutto fattibile“.

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