Amundi: nei mercati emergenti la differenza la faranno i fondamentali

“Gli investitori globali stanno attualmente affrontando due sfide fondamentali: trovare un discreto rendimento per i loro portafogli a reddito fisso in un mondo di tassi di interesse ultra-bassi o negativi e avere una certa esposizione alla crescita a un prezzo ragionevole. Gli asset dei mercati emergenti possono offrire alcune opportunità per affrontare queste sfide e, a nostro avviso, hanno il potenziale di sovraperformare rispetto ad altre classi di attivi nel 2021 sia in ambito azionario che nel reddito fisso. Tuttavia, gli investitori dovrebbero essere consapevoli dell’eterogeneità dell’universo dei mercati emergenti e della trasformazione che si sta verificando in quest’area”. Lo sottolinea Yerlan Syzdykov, Global Head of Emerging Markets di Amundi. Di seguito la sua visione.

Ogni paese ha specifici driver, politiche monetarie e fiscali, e scenari politici. In un mondo in cui il commercio globale sta arretrando, i motori di crescita interni stanno diventando sempre più importanti. Il ruolo della Cina e dell’Asia nell’ordine geopolitico, come motore di crescita globale e nuovo centro di gravità, è diventato ancora più significativo nel 2020, con la Russia anch’essa intenzionata a svolgere un ruolo più forte. Questi elementi devono essere presi in considerazione nella costruzione di un’allocazione nei mercati emergenti. Una profonda esperienza nel valutare tutte queste dinamiche – macroeconomiche e bottom-up – e guardare alle opportunità secondo una prospettiva cross asset (dove e come stanno emergendo) sono, a nostro avviso, gli strumenti chiave per ottenere un’esposizione a premi di crescita e rendimento superiori e allo stesso tempo per mitigare i rischi idiosincratici.

Osservando nel dettaglio l’outlook macroeconomico dei mercati emergenti per il 2021, le prospettive di una campagna di vaccinazione su larga scala sono favorevoli a una ripresa economica globale nel 2021. I mercati hanno recentemente riflesso questo sentimento positivo. I paesi emergenti dovrebbero essere in grado di trarre vantaggio da questo outlook globale favorevole e pertanto la nostra previsione di crescita del Pil dei paesi emergenti per il 2021 è del 5,7-6,5%. Un tale rimbalzo potrebbe essere irregolare nei diversi paesi e regioni, e potremmo vedere alcune fasi di stop and go, a seconda della velocità di produzione dei vaccini e dell’evoluzione del virus e delle sue nuove mutazioni.

Non ci aspettiamo di assistere a tensioni inflazionistiche nel corso del prossimo anno e sostenere così un quadro politico accomodante per le banche centrali. Alcune banche centrali potrebbero continuare a utilizzare strumenti non convenzionali, come il Qe, anche se le misure fiscali hanno poco margine di crescita a causa dei recenti nuovi picchi di indebitamento raggiunti da alcuni paesi per affrontare la pandemia. L’esito delle elezioni negli Stati Uniti è da guardare attentamente per le sue implicazioni sui tassi e sul dollaro, aspetti fondamentali per gli asset dei mercati emergenti. I mercati non stavano scontando completamente un en plein democratico e potremmo assistere ad una sorpresa al rialzo dei tassi degli Stati Uniti nel breve periodo. Inoltre, nonostante siano confermate le prospettive di un dollaro più debole nel medio periodo, nel 2021 potremmo osservare un differenziale di crescita del Pil in aumento tra gli Stati Uniti e il resto del mondo grazie all’imminente spinta fiscale che potrebbe sostenere il dollaro. Per quanto riguarda la politica estera, ci aspettiamo un atteggiamento meno aggressivo nei confronti della Cina da parte dell’amministrazione Biden, anche se ci aspettiamo ancora una linea dura da parte del nuovo governo.

Reddito fisso e mercato valutario

Ci aspettiamo di assistere a una certa continuazione di forti fattori tecnici e afflussi a sostegno del debito dei mercati emergenti in valuta forte. Preferiamo l’area high yield all’investment grade, in quanto la prima ha più spazio per rafforzarsi e potrebbe beneficiare di più di queste condizioni. Le valute locali dei mercati emergenti hanno tutti gli ingredienti per performare bene nel 2021: bassa inflazione, banche centrali in un contesto di tassi bassi e una ripresa della crescita ciclica. Un’area di attenzione dovrebbe essere l’evoluzione del dollaro, la combinazione di apprezzamento della valuta locale e potenziale compressione dello spread sosterrà questa asset class.

I paesi asiatici stanno spuntando più caselle di altri. Le materie prime si stanno riprendendo dai minimi recenti, grazie alla prevista ripresa globale. Le aziende dei mercati emergenti offrono opportunità di carry, nonostante gli spread appaiano storicamente ristretti. Gli utili hanno recuperato durante l’ultimo trimestre del 2020; gli investitori devono essere selettivi in termini di scelta delle obbligazioni e prestare attenzione alle misure che potrebbero essere implementate dal nuovo governo americano e alle loro implicazioni per i tassi statunitensi.

Sul fronte azionario, i mercati dovrebbero beneficiare di una dinamica di riaperture, di una ripresa economica e di un miglioramento degli utili. Il mercato monitorerà il processo di vaccinazione e la disponibilità all’interno dei paesi emergenti. Le valutazioni delle azioni dei mercati emergenti sono interessanti nell’attuale contesto globale, anche se alcuni settori di crescita appaiono eccessivamente cari. Pertanto, privilegiamo alcune azioni cicliche o value. Approfondire le caratteristiche specifiche dei singoli paesi è fondamentale, in quanto l’outlook e i fondamentali sono notevolmente diversi. I mercati di frontiera, sostenuti dalla ripresa della Cina, sono un’area interessante da tenere sotto osservazione, così come l’India per le sue prospettive di crescita nel lungo periodo. Anche lo sviluppo intorno al tema della New Silk Road, secondo noi, rappresenta un’interessante opportunità di investimento nel medio periodo.

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