Una boccata di ossigeno

Invece ci svegliamo sotto un cielo che, anche definire londinese non basterebbe, e le attese sono tutte rivolte all’apertura dei mercati borsistici europei dopo il consiglio tenutosi durante il week end dall’Ecofin.

I Ministri dell’Economia e delle Finanze dei 27 Paesi membri hanno varato un maxi-piano “salva euro” (più avanti spenderemo qualche riga di commento a questa descrizione degli aiuti) da quasi 1 trilione di dollari, per la precisione 750 miliardi di euro.

Lo scopo finale di questo pacchetto di aiuti è sicuramente quello di fermare il diffondersi dell’effetto contagio dalla Grecia agli altri paesi a rischio, i cosiddetti PIIGS. Il fatto che ci deve in assoluto aprire gli occhi, è la dimensione di questo pacchetto anti crisi.

750 miliardi di euro così divisi: 60 mld direttamente dal bilancio dell’Unione Europea (da emettere sotto forma di prestito da erogare sotto richiesta), 250 mld messi sul piatto dall’IMF e 440 mld in linee di credito o garanzie, a disposizione dell’Europa per bloccare la speculazione contro l’euro nei prossimi giorni e settimane, ed evitare così il panico da collasso.

Oltre a ciò, sono da sottolineare un altro paio di aspetti molto significativi. Innanzitutto il fatto che la BCE procederà con l’acquisto di bond (Securities Markets Program) sia emessi dagli Stati membri, sia provenienti dal settore privato con il chiaro obiettivo di fornire liquidità al sistema e renderlo più stabile di fronte ad eventuali attacchi speculativi, soprattutto contro gli Stati Sovrani.

Non meno importante sarà l’intervento della Federal Reserve, di concerto con altre Banche Centrali (Boe, BoC, SNB ed in un secondo momento BoJ), che stanotte ha riaperto le linee di credito verso l’Europa per evitare che la situazione che si sta vivendo, possa estendersi ad altri mercati.

Ritornando per un attimo alla descrizione “salva euro”, se tutto questo fosse successo un anno fa, si sarebbe parlato di piano “salva Grecia” e l’attenzione non si sarebbe concentrata, almeno in un primo momento, sulle sorti della moneta unica.

UsdChf – grafico giornaliero

Questo perché, dovrebbe essere normale che una divisa, che circola in uno Stato o in una Comunità di Stati, sia, pacificamente, il mezzo tramite il quale vengono regolati gli scambi di beni e servizi in quella data area, e come tale, non sia da mettere in discussione ai primi segni di difficoltà di qualche Paese membro.

Alla fine, esistono tantissime divise diverse e non succede che, di fronte a qualche problema, esse vengano messe fortemente in discussione, tanto da arrivare a prospettare un crollo definitivo.

Invece, l’attenzione dei giornalisti, si è subito concentrata sul “problema euro” (cosa che avremmo dovuto portare alla luce noi specialisti su queste pagine, e non chi si rivolge all’opinione pubblica di massa) e questo è molto emblematico: questa valuta infatti, ci sta sempre più dimostrando, di non essere adatta a svolgere le sue normali funzioni, e questo perché l’entità Europa risulta essere troppo diversa da troppi punti di vista (economico, fiscale, legislativo ecc.) per essere accomunata da una sola moneta e da una sola leva di manovra di politica monetaria (il tasso BCE).

Detto questo, anche se non ci resta che attendere l’apertura delle borse europee, qualche indicazione ci è già cominciata ad arrivare dai mercati: gli stocks asiatici hanno reagito molto bene alla notizia di questo maxi-pacchetto di aiuti ed anche sui mercati valutari, la moneta unica ha rialzato vigorosamente la testa: nei confronti del dollaro americano ha macinato quasi due figure in un minuto e non è più tornata sotto l’1.2800. Anche i futures americani sono ampiamente positivi.

Passiamo ad un po’ di analisi tecnica, dove ci troviamo a fare i conti con un’enorme volatilità e ad escursioni in poche ore di alcune figure, che non rendono per nulla semplice il “trading di giornata”.

L’eurodollaro è lo specchio di questa situazione con una ripresa di più di 400 punti fra giovedì sera e questa notte.

Anche se è ovviamente ora piuttosto distante, una strategia a favore della moneta unica, che non sia intraday, non può prescindere dal doppio minimo in area 1.25, visto appunto giovedì. Mentre, se vogliamo avere una buona certezza della ripresa del movimento rialzista, dobbiamo attendere il superamento della linea discendente dal doppio massimo di 1.5140, che non appare più così lontana come i giorni scorsi: il livello suggerito si trova prossimo a 1.33 figura e qui si concentrano anche due precisi minimi del 25 di marzo e del 8 aprile che rafforzano questo scenario.

Il dollaro yen, neanche troppo lentamente, sta giungendo ai livelli visti immediatamente prima dell’acuirsi della crisi giovedì. Eravamo infatti intorno a 93.50-94 e, dopo il perfetto doppio minimo a 88.20, siamo quasi ritornati al punto di partenza. Per le prossime ore consigliamo di osservare il superamento stabile di 93.40, livello suggerito dalla trendline rialzista dal primo test di 88.20 e che stava guidando il movimento favorevole al dollaro, prima del crollo di giovedì.

Nonostante la situazione ancora poco chiara, successivamente alle votazioni, anche la sterlina ha recuperato un po’ del terreno perso. Nei confronti del dollaro dal minimo di 1.4480 siamo ritornati al di sopra del minimo importante di 1.4780: è lontana a questo punto la prossima resistenza chiave, trovandosi non prima di 1.5130. Anche se venerdì è stato superato come se non fosse nulla, ipotizziamo ancora possa essere 1.4780 il livello di supporto per le prossime ore.

Il cambio UsdChf, in proporzione è stato quello che ha perso meno terreno, dopo il movimento di salita di giovedì/venerdì.

La risalita del cambio EurChf ha certamente influito in questo senso. Tornando al UsdChf possiamo ipotizzare per le prossime ore che il cambio si troverà a fare i conti con due supporti, il primo a 1.10 ed il secondo compreso fra 1.0895 e 1.0905, ben più importante perché molto più sofferto è stato il suo superamento.

Dicevamo dell’eurofranco, che dal minimo poco al di sopra di 1.40 figura, è ritornato soprattutto dopo la riapertura dei mercati questa notte, nei pressi di 1.4250: al fine di tranquillizzare, parzialmente, chi possiede posizioni lunghe, deve i prezzi devono rientrate al di sopra di 1.43 figura.

Non fa eccezione a questo ritorno ai livelli, visti all’inizio di settimana scorsa, neppure il cambio AudUsd, che si è anzi riportato al di sopra dell’importante livello di supporto di 0.90 figura. Per strategie di breve questo è ancora il livello da considerare. Al di sopra di 0.9115, la prossima resistenza, la ripresa potrebbe aumentare di intensità.

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