Hedge, scontro Ue-Uk sulle nuove regole

Sui fondi hedge l’Europa, con Francia e Germania in testa, andrà avanti senza il Regno Unito. E’ questa la prospettiva che si sta delineando tra le due sponde della Manica in vista dell’incontro martedì prossimo tra i capi di Stato, chiamati ad approvare la nuova regolamentazione dei servizi finanziari.

Ad aprire all’eventualità di questa soluzione è stata Elena Salgado, ministro delle finanze di Madrid, Paese che ha la presidenza dell’Unione, in un’intervista rilasciata oggi al Financial Times. I tentativi, da parte di Londra, di rimandare ulteriormente l’approvazione, non saranno accettati dagli altri Paesi. “Abbiamo la maggioranza sufficiente per poter approvare il testo – ha detto Salgado – dopodiché  cominceremo il dialogo con il parlamento europeo”. Già mercoledì scorso diplomatici inglesi avevano cercato di strappare un rinvio a Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, che però hanno rispedito al mittente le richieste.

Nei mesi scorsi Gordon Brown aveva chiesto il rinvio del voto sulla direttiva a dopo le elezioni del 6 maggio, e ora il governo di David Cameron chiede più tempo per studiare il dossier e cambiarne quegli elementi ritenuti troppo stringenti nei confronti degli operatori di hedge e private equity, che per l’80% hanno sede a Londra. Più dell’8% del Pil inglese è frutto dei servizi finanziari e secondo molti analisti la nuova normativa potrebbe comportare una fuga di capitale dalla capitale britannica. 

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