La situazione è grave, ma è anche seria

di Michele D’Antoni

…ma che ormai potrebbe essersi consunto. Questa volta infatti, la situazione per davvero seria. Se ne sono accorti persino i politici che dopo aver sparso ottimismo per mesi e mesi sostenendo che la crisi era in via di esaurimento, dopo lo scoppio del caso Grecia e le esplosioni collaterali, si sono svegliati e hanno cominciato ad agitarsi. Il sottosegretario Gianni Letta ha persino ammesso che i tagli sono necessari per non rischiare di fare la fine della Grecia. Allora era vero che anche l’Italia era iscritta allo sciagurato club dei Piigs, solo che si faceva finta di niente perché gli italiani devono vivere con gli occhi coperti dalle fette di prosciutto della pubblicità.
Adesso arriveranno i tagli di Tremonti, rimasto ormai l’unico politico di cui gli italiani si fidano. Com’è strana la vita: i giornali hanno dipinto per decenni come un Dracula sanguinario ogni ministro dell’economia che si sia succeduto al governo, oggi che Tremonti sta organizzando uno dei più cospicui prelievi di denaro, viene visto come un salvatore e i sacrifici necessari. Segno evidente della crescita di presa di coscienza degli italiani e anche della loro fiducia nell’esecutivo nonostante le crepe siano tante e le occasioni per gli autogol non manchino. Il rischio è che la manovra di Tremonti affoghi nel ventre molle dell’Italia, ossia quel pubblico impiego che dovrà sopportare tagli importanti, ma che non vuole arrendersi alla perdita anche di parte dei suoi privilegi. L’impianto legislativo italiano consentirà il meccanismo dei ricorsi ed è probabile che molte situazioni possano impantanarsi. Ma vale la pena di provarci, altrimenti l’Italia non solo rischia di finire come la Grecia, ma soprattutto non diventerà mai un paese moderno. I tagli alla politica, seppur in sé rappresentino poca cosa in termini di numeri, danno però l’idea della serietà e della gravità della situazione. I politici hanno sempre promesso di fare sacrifici ma non li hanno mai fatti. Questa volta, soprattutto tagliare del 50% i rimborsi elettorali ai partiti, significa andare a colpire al cuore il sistema degli sprechi. È un fatto politico, più che finanziario. ma proprio per questo è importante.
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