Big bancari perfetti per il trading

di Patrizio Pazzaglia

Nonostante l’approssimarsi dell’estate, il bel tempo sui listini azionari tarda ad arrivare e le nubi si addensano ancora minacciose, spingendo gli investitori sulla difensiva. La strategia azionaria più gettonata tra i gestori tradizionali è quindi quella di limitare i danni, mentre le gestioni short-long hanno continuato a vendere con profitto i titoli finanziari per andare lunghi su altri comparti caratterizzati da una maggiore forza relativa. A livello geografico, la borsa tedesca ha continuato a denotare un miglior andamento rispetto alle consorelle dell’eurozona, soprattutto per il miglior quadro macroeconomico interno, cui si è aggiunto anche il divieto di vendite allo scoperto imposto da Angela Merkel. Le attuali preoccupazioni degli investitori sono sempre legate ai debiti sovrani ed ai contraccolpi che politiche fiscali meno accomodanti potranno arrecare alla crescita economica. A questa problematica di carattere strutturale si sono poi aggiunti fattori contingenti come i rumors di presunte pesanti perdite sui derivati registrate da una primaria banca francese, il grido di allarme sul debito pubblico lanciato dall’Ungheria e l’ennesimo declassamento del merito di credito governativo, stavolta spagnolo.  Gli effetti di questo quadro di riferimento si sono riverberati sui mercati finanziari, oltre alla già citata flessione delle quotazioni azionarie, anche attraverso la continuazione del trend ribassista della moneta unica nei confronti delle principali valute e dell’andamento invece rialzista del bund tedesco e del treasury americano, tradizionali asset “rifugio” nei momenti di incertezza e di elevata avversione al rischio. Come corollario si è registrato anche un sensibile incremento della volatilità delle quotazioni, con l’indice Vix, che misura lo scostamento dei prezzi di un paniere di opzioni sullo S&P 500, ormai attestatosi stabilmente in area 35 con escursioni giornaliere anche in area 50. L’incertezza regna anche nei confronti delle regole da applicare alla finanza ed alle banche, appesantendo di fatto il sentiment verso il comparto finanziario, già alle prese con svalutazioni da impieghi per circa 200 miliardi, come da stima della Banca Centrale Europea. In tutta questa negatività non rimane che segnalare il cattivo andamento del mercato del lavoro, con la brusca discesa degli impieghi non temporanei evidenziata dagli ultimi dati diffusi oltreoceano. Intendiamoci, nel periodo considerato si sono registrati anche dati economici favorevoli, come l’Ism dei servizi a stelle e strisce e quelli inerenti l’attività immobiliare, ma il mercato era troppo depresso e incupito per dar loro enfasi e credibilità.
L’articolo completo lo puoi trovare su Soldi,
in edicola in questi giorni

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!