Dal 2011 il “New York Times” si paga

Rupert Murdoch continua a fare scuola anche sul web. Dopo il Wall Street Journal, a partire da gennaio 2011 sarà a pagamento anche il New York Times, con 20 milioni di contatti il sito di notizie più visitato d’America.
Lo ha annunciato il direttore Bill Keller (nella foto) specificando che il sistema scelto dal Nyt prevede che un certo numero di articoli sarà consultabile gratuitamente: un sistema di abbonamento elastico, che consenta a tutti i lettori occasionali di continuare a bazzicare le news del sito gratuitamente. Superato il limite scatterà il balzello – non ancora specificato – per ogni singolo pezzo letto. Il presidente della New York Times Company, Arthur Sulzberger Jr, ha fatto capire che si tratta di una svolta non priva di rischi, ma necessaria per immaginare il futuro del web e del giornalismo. Agli abbonati della versione stampata del New York Times sarà permesso accedere a ogni parte del sito senza limitazioni. Una strada simile ha già deciso di percorrerla il Financial Times, che permette la consultazione libera di non più di 10 articoli al mese. Il tentativo, evidentemente, è quello di riuscire a coniugare un traffico in grado di attirare investimenti pubblicitari e una fonte di finanziamento che arrivi dai lettori. Una risposta alla crisi che ha aggredito l’editoria, sul web e sulla carta, e per la quale ancora nessuno sembra aver trovato adeguate contromisure. Secondo il direttore, quello del New York Times è «un giornalismo credibile, aggressivo e professionale», una merce che Keller ritiene «sempre più rara e preziosa». Il nuovo sistema di pagamento dei contenuti, ha commentato il direttore del quotidiano newyorkese, «fornirà un altro modo per alimentare questo lavoro duro e costoso».

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