Municchi (M&G): “Positivi sul mercato azionario”

Uno stile di gestione attiva che punta a coniugare un flusso cedolare crescente con l’aumento del capitale: è quello che caratterizza il fondo M&G Income Allocation. Bluerating.com ne ha parlato in dettaglio con Maria Municchi (nella foto), deputy fund manager del fondo 

Qual è l’approccio di investimento del fondo M&G Income Allocation?

Il fondo è gestito dal team multi asset di M&G, in particolare dal fund manager Steve Andrew e  da me come deputy fund manager. A livello di obiettivi il fondo cerca di sposare una generazione di flusso cedolare crescente nel tempo con una crescita di capitale sul medio e lungo periodo. Solitamente l’obiettivo è quello di avere una distribuzione lorda di circa il 4%, che equivale ad avere un rendimento del portafoglio aggregato in ogni periodo tra il 3,8% e il 4,2% lordo. Secondo me è molto importante sposare queste due componenti, la parte cedolare e la parte di crescita di capitale. Non distribuiamo mai cedola dal capitale, quindi quello che viene distribuito dal fondo proviene unicamente da quello che viene ricevuto in termini di dividendo, di coupon da parte degli investimenti sottostanti. Abbiamo due classi di distribuzione, una mensile e una trimestrale, a seconda delle preferenze del cliente finale. Per quanto riguarda gli investimenti sottostanti, investiamo direttamente in titoli azionari, governativi e del credito, a livello globale sia su paesi sviluppati che su emergenti e su vari settori. Quindi il portafoglio è molto diversificato. Il driver di performance di questo portafoglio non è tanto lo stile income dell’investimento ma sono proprio le scelte di asset allocation, quindi le scelte top-down che vengono effettuate a livello di allocazione del capitale sono quelle che poi vanno a determinare il rendimento del portafoglio.

Una gestione molto attiva…

Sì, molto attiva e molto top down: utilizziamo gli investimenti sui singoli titoli per dimostrare la view di portafoglio all’interno dell’asset allocation, su Paesi, settori eccetera. Un punto interessante sulle strategie income è che, soprattutto sull’azionario, le società che pagano un dividendo rappresentano una parte relativamente ristretta del mercato, e quindi ci può essere qualche difficoltà nel creare un portafoglio diversificato. Rispetto al 2007, quando avevamo circa duemila società che avevano un dividendo crescente, oggi siamo arrivati vicino alle tremila, quindi l’universo di investimento si è ampliato in maniera importante ed è diventato più diversificato, estendendosi su più settori ma anche più Paesi, tra cui quelli in via di sviluppo ed emergenti.  Questo trend è molto importante da comprendere quando si vuole investire su un fondo che ha come obiettivo la distribuzione di una cedola. Per quanto riguarda la parte fixed income, il contesto oggi è più difficile. I tassi di interesse molto bassi fanno sì che ad oggi sul fixed income ci siano valutazioni molto care e secondo noi c’è un forte rischio, soprattutto su alcuni titoli dei Paesi sviluppati, che i rendimenti reali che oggi in alcuni casi sono ancora negativi possano  ortare non solo a un rendimento molto basso, ma a un rischio maggiore che è la perdita di capitale. Quindi è molto importante poter ampliare l’universo di rendimento se si cerca la cedola. Im altro aspetto molto importante oggi è essere pazienti da un certo punto di vista, avere un orizzonte temporale piuttosto lungo. E questo è possibile con fondi che hanno una distribuzione, perché in parte la distribuzione paga il cliente finale per aspettare che la crescita del capitale avvenga nel lungo periodo.

Qual è l’attuale contesto di mercato?

Quello che abbiamo vissuto negli ultimi 12-18 mesi è stato estremamente rilevante. In particolare, a metà 2016 ci siamo trovati in una situazione di mercato che ha visto una perdita completa di fiducia da parte degli investitori sulla possibile ripresa. Questo è stato molto chiaro dal punto di vista delle valutazioni, perché abbiamo visto il fixed income arrivare a delle valutazioni estremamente elevate, in particolare appunto i titoli governativi, mentre il mercato azionario, dopo aver perso in maniera significativa nei primi mesi del 2016, rimaneva molto attraente. Dalla metà del 2016, momento in cui queste aspettative di mercato hanno subito un ribasso eccezionale, sia sul fronte dei prezzi sia per quanto riguarda le aspettative da parte degli economisti, si sta vivendo una ripresa. Una sorpresa al rialzo che viene principalmente da dati economici che in realtà non sono poi così negativi, anzi continuano a essere positivi in mercati come quello usa, dove il mercato del lavoro continua a essere molto forte. Si parla di pieno impiego, sentiment di mercato in crescita eccetera. Lo stesso anche se in maniera minore vale per l’Europa, dove troviamo dati molto forti per quanto riguarda il prodotto interno lordo e il sentiment di mercato. E anche in Asia abbiamo cominciato a vedere una revisione molto forte dei profitti aziendali. In questa situazione, guardando sia ai fatti economici che alle valutazioni, rimane quindi molto interessante il trade sul premio al rischio azionario. Quindi positivi sull’azionario, negativi o sottopesati a seconda delle caratteristiche del fondo, sulla parte fixed income.

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