Riforma europea alla prova del nove

Riforma Ue alla prova del nove. Quest’oggi il Parlamento europeo è chiamato a discutere sul testo della riforma, in vista della votazione di domani. Ma ancora una volta a mancare è l’accordo tra i governi, che rischiano così di procrastinare il via libera dell’assemblea, rendendo impossibile l’avvio della riforma prima del 2012. E’ questa la situazione paradossale a cui oggi i deputati di Strasburgo, in sessione plenaria, dovranno dare una risposta. Il nodo della questione, ancora una volta, è la mancata approvazione al testo da parte del Regno Unito.

Nella notte di ieri una riunione tra gli esponenti del “trilogo” (Commissione, Parlamento e Consiglio) non è riuscita a trovare l’intesa su quelle che rappresentano in un certo senso le fondamento dell’intera riforma, ovvero l’introduzione di tre autorità settoriali (per banche, assicurazioni e mercati) e di un organo per il controllo dei rischi sistemici. A questo impianto sono collegate tutte le successive iniziative di riforma (dall’Esma, la futura agenzia di rating europea, alla riforma degli hedge). I punti di divergenza sono, in particolare, i poteri di vigilanza diretta sugli intermediari, i poteri di decisione in caso di contrasti tra Paesi e l’ambito di intervento su entità panaeuropee.

Gli organi Ue sperano di recuperare il mancato accordo tra Commissione e Parlamento di ieri notte prima della votazione di domani. La posta in gioco è alta: se non arriverà il via libera da parte dei governi, il testo, dopo il voto di domani, dovrà passare in seconda lettura. A quel punto se tutto va bene la riforma non potrà partire perciò prima del 2012. Se invece si troverà l’accordo, basterà una prima lettura e la riforma potrebbe partire in tempo.

Intanto, sempre ieri la commissaria Ue Olli Rehn ha fatto il punto sugli stress test, dipanando le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi che avevano innervosito i mercati. Rehn ha assicurato che nei test sarà incluso il rischio di esposizione ai debiti sovrani dei Paesi a rischio, nonostante le preoccupazioni a riguardo di alcuni Paesi (come la Germania, la più esposta verso gli istituti di Atene). Il test potrebbe estendersi a un numero di istituti maggiore di quello inizialmente preventivato, includendo anche gli istituti locali e regionali.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!