Il venture capital non passa di moda

La ricerca è stata realizzata dall’Osservatorio Venture Capital Monitor – VeMTM attivo presso l’Università Carlo Cattaneo di Castellanza, in collaborazione con AIFI, Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital, e con il contributo di SICI – Sviluppo Imprese Centro Italia SGR e il supporto di Bassilichi Spa. L’edizione 2009, che segue la prima relativa al quinquennio 2004-2008, mappa, con riferimento all’anno appena trascorso, 20 nuove operazioni di investimento che, aggiunte alle 89 dei cinque anni precedenti, portano a un totale di 109 deals realizzati negli ultimi 6 anni.

“Dai dati contenuti nel Rapporto – ha commentato Roberto Del Giudice, responsabile dell’Osservatorio – emerge come gli operatori di venture capital stiano estendendo il proprio raggio d’azione, soprattutto guardando con occhi diversi a possibili investimenti nel Mezzogiorno e a innovative frontiere d’intervento quali la sanità, il settore delle costruzioni e l’arredamento. In generale, attualmente, il segmento italiano degli start up, composto da circa 15 operatori stabilmente attivi sul mercato, comincia ad assumere connotazioni quantitative e qualitative di tutto rispetto, dimostrando di voler colmare
rapidamente il gap che ci allontana dai principali mercati europei”.

Nonostante il 2009 sia stato un anno difficile per il settore del capitale di rischio – ha affermato nel corso della presentazione Giampio Bracchi, Presidente di AIFI – il Venture Capital italiano è riuscito a limitare i danni, mostrando una solidità maggiore rispetto agli altri segmenti del mercato. Ciò è stato possibile anche grazie al fatto che il dialogo tra finanza, imprenditoria ed innovazione si è intensificato, portando nuove sinergie, ed il conseguente incremento dell’offerta ha contribuito sensibilmente al consolidamento del settore. Né va dimenticato il contributo del settore pubblico, che ha cominciato ad impegnarsi per rendere più dinamico il sistema del Venture Capital”.  “Per avere sempre maggiore efficacia – ha continuato Bracchi – questo sistema necessiterà sempre più di strumenti in grado di analizzarne i trend. Strumenti come il VEMTM, oggi alla sua seconda pubblicazione, che attraverso la raccolta e lo studio di dati sul Venture Capital, aiuta a comprendere ed interpretare con sempre maggiore chiarezza l’evoluzione dei mercati”.

Passando ai risultati del Rapporto, le 20 nuove start-up rilevate (numero di investimenti in linea con il dato medio del quinquennio precedente) risultano partecipate da 16 differenti operatori, nonostante si riscontri, nei fatti, un mercato estremamente concentrato. La distribuzione degli operatori per numero di investimenti effettuati mostra, infatti, come il 50% dell’attività (12 investimenti) sia riconducibile a soli 5 operatori.
L’operazione-tipo è stata caratterizza da un investimento medio di equity pari a 1,4 milioni di Euro, con i quali risulta acquisita una partecipazione media del 38% del capitale di società costituite da circa un anno e nate per lo più su iniziativa privata.

La crescita del primato della modalità “private enterprise” come origine delle operazioni di investimento in nuove società ribadisce come l’attività di ricerca e sviluppo, secondo la cosiddetta formula di “innovazione senza ricerca”, venga principalmente svolta direttamente nell’ambito dell’operatività dell’impresa, e transiti, soltanto in piccola parte, dai canali di ricerca formalizzata. Le target partecipate risultano localizzate nel Nord Italia (prevalentemente Lombardia) e per lo più attive nei comparti dell’ICT, con un fatturato medio di 4 milioni di Euro, realizzato con una forza lavoro composta da 16 unità. Rispetto ai dati rilevati per gli anni passati, il Rapporto mette in luce alcune interessanti novità che hanno caratterizzato il 2009, soprattutto in merito alla geografia del mercato e ai settori di intervento.

Per quanto attiene alla distribuzione geografica delle partecipate, infatti, oltre alla perdita della leadership del Piemonte, il segnale più forte arriva dal Sud Italia che, coerentemente alla nascita di nuovi fondi strategicamente dedicati al finanziamento di valide opportunità sul territorio del Mezzogiorno, ha registrato un totale di tre operazioni (1 sola operazione in Campania mappata nel rapporto 2004-2008): Personal Factory di Vertis SGR, un’azienda calabrese, operante nel settore delle costruzioni, che ha realizzato un innovativo sistema digitalizzato per produrre materiali edili; alla quale seguono le siciliane Mosaicoon (Vertis SGR), nata con l’obiettivo di sviluppare un particolare format di advertising online, e T-Link di Cape Regione Siciliana SGR, società che nell’industria del trasporto marittimo si pone l’obiettivo di sviluppare una tratta di navigazione ritenuta strategica per le efficienze potenzialmente derivanti dalla posizione dei due scali Genova Voltri e Termini Imerese.

In termini di distribuzione settoriale, nel comparto ICT viene meno l’eterogeneità di attività, dal momento che, fatta eccezione per una sola operazione riguardante una software house (Digitart, partecipata da Sviluppo Imprese Centro Italia SGR), la totalità degli investimenti risulta concentrarsi su società operanti nella sub categoria dei servizi web e mobile. Tale fenomeno riflette il fatto che l’opportunità più attraente in Italia nel corso dell’anno sia stata individuata nello sviluppo di contenuti digitali per nuovi veicoli di comunicazione. In questo contesto si sono mossi Quantica SGR e Innogest SGR, due tra i principali operatori che hanno creduto nella frontiera dell’user generated content (investendo rispettivamente in Banzai e Cascaad). Nell’eco-industria del cleantech e dei servizi ad esso correlati, invece, si continua a rilevare il crescente interesse per le energie rinnovabili. È questo il caso di Electro Power System, partecipata da 360 Capital Partners, e Orizzonte Solare, neo-partecipata di Orizzonte SGR, due start-up che declinano il proprio modo di fare impresa nello sviluppo di tecnologie eco-compatibili combinato all’impegno nei confronti dell’ambiente. Infine, si conferma l’interesse degli operatori italiani verso il comparto ad alto contenuto tecnologico delle nanotecnologie per il quale si segnalano l’investimento di 1,2 milioni di Euro in Siena Solar Nanotech da parte di Sviluppo Imprese Centro Italia SGR e la partecipazione di TT Venture in Directa Plus (3 milioni di Euro l’investimento). Anche quest’anno il rapporto VEM è stato prodotto grazie alla collaborazione con S.I.C.I. SGR, tra gli operatori di venture capital più attivi negli ultimi anni, come anche riportato nella speciale classifica redatta dall’Università Bocconi per l’anno 2009 per gli operatori di private equity. Massimo Abbagnale, Presidente di S.I.C.I. Sgr, ha avuto modo di sottolineare come “anche nel 2009 si è manifestata la vitalità del settore del venture capital con investimenti in capitale umano e progetti innovativi che sono assolutamente nella media degli anni precedenti, per numero e dimensione.

Segno, questo, della vision che anima il comparto, interessato a ritorni a medio termine e non ad operazioni esclusivamente finanziarie”. Sponsor dell’iniziativa quest’anno è il gruppo Bassilichi, tra i principali player dei servizi di monetica, back office, sicurezza e facility management nell’ambito del business process outsourcing. Marco Bassilichi, AD di Bassilichi SpA, società a capo dell’omonimo gruppo (223 milioni di fatturato, 952 risorse, con uffici a Firenze e Siena, presente anche a Bologna, Milano, Padova, Palermo, Roma, Sassari e Torino) ha dichiarato: “Siamo sempre più interessati ad investire in tecnologie in grado di elevare la qualità dei nostri servizi, oltre a valutare la partecipazione in start up caratterizzate da forti prospettive di crescita e da un posizionamento competitivo”.

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