Al giro di boa brilla il diamante

Tornano le vendite sui mercati azionari e questa volta anche le commodity non sembrano aver scampo. Le brutte notizie macroeconomiche continuano ad arrivare da Cina e Stati Uniti certo non sostengono i corsi delle materie prime che risentono di una nuova, possibile, recessione globale. Il fatto che anche la Grande Cina possa rallentare nella sua crescita poderosa, lascia poco spazio alle commodities di cui il paese asiatico è uno dei più grandi consumatori al mondo.
Il primo indicatore di questo nuovo trend è l’oro che sembra non trovare più la forza per proseguire la sua corsa e arretra di diversi dollari in poche sedute portandosi sui 1.200 dollari l’oncia. Anche lo SPDR Gold Trust, il più grande Etf al mondo per oro detenuto, arretra in una settimana del 3,48% riportandosi sui 118 dollari il pezzo. Stesso discorso per il petrolio, che torna violentemente verso quota 70 dollari al barile, mantendo però immutato il trading range di 65-90 dollari in cui si muove dall’inizio del 2010. Nel mentre continuanao ad arrivare pessime notizie dal Golfo del Messico, dove il giacimento gestito da British Petroleum continua a riversare in mare migliaia di barili di petrolio al giorno facendo schizzare verso l’alto i costi per la bonifica. Secondo la stessa compagnia, fino ad oggi, il gruppo avrebbe già speso oltre 3 miliardi di dollari nel tentativo di fermare la fuoriuscita di greggio e a far fronte alle prime richieste di risarcimento.
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