Manovra Tremonti, ok del Senato

Il Senato voterà oggi la fiducia sul maxiemendamento del relatore Azzolini presentato ieri dal governo. Il testo, varato dalla Commissione Bilancio, presenta in realtà poche modifiche  rispetto a quello originale.

La manovra da 24,9 miliardi, secondo le volontà del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, dovrebbe permettere di ridurre il deficit dal 5% del 2010 al 3,9% nel 2011 e al 2,7% nel 2012. E mentre sono in molti ad aspettarsi battaglie anche per il passaggio alla Camera, il governo è consapevole che comunque entro il 29 luglio il decreto dovrà essere convertito in legge.

Secondo il relatore Antonio Azzolini, la manovra “contiene diversi provvedimenti strutturali tra cui quello delle pensioni  che per i nostri conti pubblici rappresenta una vera e propria stabilizzazione di lungo periodo”. C’è però chi non è così convinto dell’efficacia di questa manovra. Destano perplessità soprattutto i tagli imposti alle regioni. “È intollerabile”, sottolinea Anna Finocchiaro del Pd, “che si faccia una manovra che fa pagare tanto, anche sotto il profilo dei diritti sociali,  ai cittadini più deboli e che i grandi redditi non paghino nulla”. Anche  il leader dell’Udc, Pierferdiando Casini, non è d’accordo sulle scelte del governo per la manovra. “È inevitabile ma costruita male. I tagli lineari sui bilanci regionali saranno pagati dai cittadini in termini di erogazione di servizi”.

Infine, qualche numero sul provvedimento che oggi dovrà passare a Palazzo Madama. Per mettere a punto la manovra sono serviti 675.000 fogli di carta pari a una distanza di 195 chilometri. Per discutere i 3020 emendamenti della manovra (solo 83 hanno ottenuto il via libera), sono servite 90 ore di dibattito.

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