Bce, domani grande attesa per le parole di Trichet

Che domani la Bce lasci i tassi di interesse fermi all’1%, è praticamente certo. L’attenzione verterà piuttosto sulla conferenza stampa del presidente Jean-Claude Trichet, la prima dopo l’esito positivo degli stress test sul sistema bancario europeo. Prove che hanno “certificato” l’adeguatezza patrimoniale del settore, anche se gli analisti non hanno lesinato critiche verso un approccio ritenuto ”troppo soft”.

Due le critiche: aver escluso perdite sui titoli di Stato detenuti dalle banche fino alla scadenza sull’ipotesi che uno Stato non possa fallire, ma è pur vero che potrebbe essere costretto a ristrutturare il proprio debito pubblico. L’aver applicato una definizione estensiva di patrimonio bancario (Tier 1) piuttosto che quella più restrittiva rappresentata dal Core Tier 1. Al di là di questo, probabile che Trichet ribadisca la solidità del sistema bancario europeo fotografata dagli stress test.

L’altra pillola di ottimismo riguarda la maggiore stabilità raggiunta dai mercati del debito pubblico dopo mesi di turbolenze. Non a caso gli acquisti di titoli di Stato da parte della Bce sono sostanzialmente congelati a quota 60,5 miliardi di euro. Ma difficilmente il numero uno dell’Eurotower annuncerà la fine di questo programma, che rimane in vigore come ”cordone sanitario”.

Poi le cautele. In primis sulla exit strategy e sul graduale ritiro delle misure non convenzionali di politica monetaria, difficile attendersi novità a fronte di una quadro ciclico ancora molto incerto. Così incerto che, nonostante le massicce iniezioni di liquidità nel mercato monetario, non si notano miglioramenti significativi dal lato del mercato del credito.

L’ultimo sondaggio della Bce relativo al secondo trimestre ha rivelato come le banche abbiano irrigidito i criteri per la concessione dei prestiti. Una vera sorpresa. Se, come mostrato dagli stress test, il patrimonio delle banche è più che adeguato, non si capisce come mai permanga questa riluttanza a concedere credito all’economia. Solo colpa delle crisi del debito sovrano?

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