Il FOMC pesa sul dollaro

Il dollaro è stato venduto pesantemente contro tutte le major con il UsdJpy che rischia di infrangere i minimi dell’anno. L’euro e la sterlina hanno terminato la sessione di trading NY più deboli contro il greenback,  ma la situazione è ben diversa rispetto al UsdJpy. Mentre cercavano di dare sostegno all’economia, la Fed ha praticamente rafforzato le preoccupazioni del mercato. Facendo un passo indietro, hanno posposto l’inizio del ciclo di politica monetaria restrittiva. Il risultato?

Rendimenti a 10 anni ai minimi da 16 mesi (una ragione in meno per detenere dollari) e occhi puntati sulla bilancia commerciale (in uscita oggi) e sulle vendite al dettaglio (venerdì) per capire se la Fed si rimetterà alla lavagna.  La decisione di reinvestire la liquidità giunta dai principal repayments sugli MBS (praticamente i flussi in ingresso con cui i debitori  restituiscono il prestito originario), nonché il tono pessimista sull’economia sono state largamente anticipate dal mercato ma nonostante questo l’impatto è stato forte  -  rendimenti giù, dollaro giù.

Mantenere questa quieta versione di Q.E. è la cosa più lieve che la Fed potesse fare, eppure manterrà sotto pressione i rendimenti per qualche tempo. Questo chiaramente rende le attività USD meno attraenti e quindi ci aspettiamo ancora debolezza dal Usd. Se la situazione congiunturale (che è diversa dalla situazione economica: la congiuntura è il “film” dell’economia in movimento mentre la situazione economica è una “fotografia” sola in un determinato momento) non migliora, a settembre potremmo vedere un Q.E. più deciso.

Le parole più significative della dichiarazione accompagnatoria  forse sono i seguenti: “the recovery in output and employment has slowed in recent months and will be more modest in the near term then had been anticipated”. Quindi ancora debolezza d’innanzi a noi.  Passando di nuovo dalla nostra parte dell’Atlantico, guardiamo alla sterlina perchè oggi sarà una giornata importante con I numeri sull’occupazione  e l’Inflation Report della BoE.

EurUsd – grafico 5 minuti

La BoE utilizza questo report per “trasmettere” modifiche prossime alla politica monetaria e anche se non ci aspettiamo grandi modifiche, sarà curioso vedere se credono ancora che questo rialzo nell’inflazione sia temporaneo o meno. Comunque i dati sui consumi e sulla disoccupazione UK sono ancora deboli quindi parlare di crescita  e inflazione ci sembra un po’ azzardato. E lo Yen?

Siamo sui massimi contro Usd (quindi i minimi di UsdJpy) ed infatti il ministro delle finanze Yoshihiko Noda ha annunciato che “per quanto concerne problematiche come la forza dello Yen o la deflazione, lavoreremo molto più  a stretto contatto con la BoJ”. Il governatore della BoJ, Shirakawa,  ha invece confermato che la forza inequivocabile dello Yen può minare la forza delle imprese  ma non conduce automaticamente a scelte di politica monetaria. Tuttavia lo Yen rimane “sotto scrutinio”.

Passando alla sezione dedicata all’analisi tecnica, cominciamo con l’EurUsd notando come, durante la sessione asiatica siano state recuperate quasi tutte le perdite fatte segnare dal dollaro americano dopo la riunione del FOMC. La price action è stata molto chiara – si veda il grafico a 5 minuti proposto -, con il dollaro che ha lasciato sul campo circa 130 punti nel giro di mezzora e dopo un primo tentativo di recupero sotto 1.3150 fallito, abbiamo assistito ad una forte accelerazione una volta rotto quel livello che ha portato la quotazione a 1.3090 (siamo a 3110 nel momento in cui scriviamo).

E’ chiaro che gli equilibri di breve periodo risultano essere molto delicati, e le pressioni rialziste e ribassiste sembrano equivalersi (Speculative Sentiment Index sbilanciato leggermente sul lato short per un valore di -1.18). Dal punto di vista dei livelli tecnici per la giornata odierna occorrerà chiaramente fare attenzione a 1.3075, massimo toccato dal buck sul recupero e 1.3150 come resistenza. La rottura del supporto farebbe guadagnare il dollaro fino a 1.30, in caso contrario c’è spazio fino a 1.3230.

Il UsdJpy si è spostato ancora prepotentemente verso la parte bassa del suo range di oscillazione degli ultimi giorni e sta puntando sempre più pericolosamente il minimo assoluto dello scorso novembre a 84.801, e la cosa che ci fa preoccupare, visto che l’equilibrio su questo cambio è sempre stato cercato e tenuto sotto stretta osservazione da tutti gli attori che con esso devono convivere (stiamo parlando di una buona parte dell’industria e del commercio mondiale), è che, oltre alle azioni della Fed ci sono state parole stile “Swiss National Bank” (anche se non così forti) da parte del governatore della BoJ, come detto in precedenza.

Molto bella la reazione anche del cable ieri in serata, che ci conferma che il dollaro è stato venduto contro tutte le piazze. 1.5760 il supporto di breve periodo da tenere sott’occhio, per una salita della sterlina verso 1.5900. Dovesse venire rotto questo punto, pensiamo non possa ancora esserci spazio oltre 1.5700.

Bellissimo anche il movimento di EurJpy che ha rotto tutti i supporti di breve e che ci conferma come la valuta del sol levante sia considerata ancora fortemente un rifugio da parte degli investitori, che in momenti di incertezza e di negatività come quelli attuali, scappano dal rischio (abbandonando posizioni sugli stock) per acquistare yen (borse americane negative e Nikkei a -2.60% e yen in forte risalita).

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