GM, tutto pronto per l’Ipo

E’ ufficiale General Motors ha presentato alla Sec la richiesta documentazione per richiedere la quotazione in Borsa. L’intenzione del gruppo automobilistico è quella di quotarsi sul Nyse e al Toronto Stock Exchange.

La richiesta depositata alla Sec è racchiusa in 734 pagine, nella quali Gm chiede di essere scambiata in Borsa sotto il nome ‘Gm’. Nei documenti la casa automobilistica ribadisce che il presidente, Ed Whitacre, lascerà il board entro la fine del 2010. Dal 1 settembre Whitacre non sarà più amministratore delegato, il suo posto sarà preso da Dan Akerson. Inoltre afferma che al momento non c’è nessun piano per distribuire dividendi sulle azioni ordinarie.

Fra le banche sottoscrittrici dell’initial public offering (ipo) figurano Goldman Sachs, JP Morgan, RBC Capital, Ubs, Credit Suisse, Bank of America e Deutsche Bank. 

 
Gm non precisa né il numero di azioni che intende cedere nè il range di prezzo, ma l’ipo del colosso di Detroit ha tutte le carte in regola per essere una maxi-quotazione: secondo indiscrezioni l’offerta potrebbe arrivare a raccogliere fra i 16 e i 20 miliardi di dollari, e divenire la seconda nella storia americana dopo quella di Visa nel 2008 che raccolse 19 miliardi di dollari.

Non è stato definito neanche l’ammontare delle azioni che il Tesoro cederà, ma secondo rumors riportati dalla stampa americana il dipartimento guidato da Timothy Geithner potrebbe vendere una quota compresa fra l’11% e il 20% dei 304 milioni di titoli di Gm in suo possesso, scendendo quindi sotto il 50% della casa automobilistica.

Se tutto procederà come previsto, il colosso di Detroit potrebbe tornare a essere quotata in Borsa fra la fine di ottobre e gli inizi di novembre. È quanto stimano gli osservatori che, pur valutando la richiesta di ipo una pietra miliare nella ripresa della casa automobilistica, non nascondono le loro perplessità sull’operazione. «Gm ha registrato due buoni trimestri consecutivi. Ma anche se i numeri mostrano profitti, continua ad avere problemi, grandi problemi. Uno è l’Europa: hanno perso l’occasione di vendere Opel e ora stanno perdendo diverse centinaia di milioni di dollari», osserva Scott Sweet di Ipo Boutique, citato dal New York Times. «Per il mio portafoglio posso trovare altri nomi attraenti e con rischi minori. Il mercato americano è in ripresa, ma la crescita è lenta» mette in evidenza Ariel Hsiao dell’equity fund New Rich. «È di sicuro un altro passo nella ripresa di Gm. Ogni ipo – spiega Rebecca Lindland di Ihs – presenta rischi in questa economia. Probabilmente gli investitori si sarebbero sentiti più a loro agio con un altro trimestre o due come quelli visti per Gm». «Ritengo che il rischio di fallimento dell’ipo sia più elevato di quello legato al nome di Government Motors. Personalmente – aggiunge Brad Coulter di ÒKeefe & Associates – penso che avrebbero dovuto aspettare: vedo positivamente Gm, hanno dei buoni prodotti, riducono la burocrazia interna. La mia unica perplessità è la tempistica dell’ipo». 

 

 

 

 

General Motors, se tutto procederà come previsto, potrebbe tornare a essere quotata in Borsa fra la fine di ottobre e gli inizi di novembre. È quanto stimano gli osservatori che, pur valutando la richiesta di ipo una pietra miliare nella ripresa della casa automobilistica, non nascondono le loro perplessità sull’operazione. «Gm ha registrato due buoni trimestri consecutivi. Ma anche se i numeri mostrano profitti, continua ad avere problemi, grandi problemi. Uno è l’Europa: hanno perso l’occasione di vendere Opel e ora stanno perdendo diverse centinaia di milioni di dollari», osserva Scott Sweet di Ipo Boutique, citato dal New York Times. «Per il mio portafoglio posso trovare altri nomi attraenti e con rischi minori. Il mercato americano è in ripresa, ma la crescita è lenta» mette in evidenza Ariel Hsiao dell’equity fund New Rich. «È di sicuro un altro passo nella ripresa di Gm. Ogni ipo – spiega Rebecca Lindland di Ihs – presenta rischi in questa economia. Probabilmente gli investitori si sarebbero sentiti più a loro agio con un altro trimestre o due come quelli visti per Gm». «Ritengo che il rischio di fallimento dell’ipo sia più elevato di quello legato al nome di Government Motors. Personalmente – aggiunge Brad Coulter di ÒKeefe & Associates – penso che avrebbero dovuto aspettare: vedo positivamente Gm, hanno dei buoni prodotti, riducono la burocrazia interna. La mia unica perplessità è la tempistica dell’ipo». 

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