Mercati – Fase laterale con aumento di volatilità

Il valore dell’indipendenza è fortemente cresciuto a seguito della crisi finanziaria, che ha evidenziato le carenze di numerosi gruppi internazionali, nei quali si riteneva fossero presenti le migliori competenze finanziarie. In tema di risparmio gestito, tra le società indipendenti più interessanti, vi è senza dubbio Albemarle, fondata nel 2003 a Londra.

Il report settimanale prodotto dal team di gestione della casa londinese, di cui riportiamo un estratto, osserva come “continui a proseguire il trend in atto da inizio Agosto, con i timori di un double dip innescati da dati macroeconomici deboli, soprattutto in USA, che hanno messo sotto pressione i mercati azionari e favorito gli acquisti di beni rifugio quali titoli di stato tedeschi e statunitensi, oro, franco svizzero e yen”. Quest’ultimo in particolare ha evidenziato una significativa forza relativa contro il dollaro, con le quotazioni del cross tornate ai minimi dal 1995.

La forza dello Yen “viene vista con disappunto dalle autorità politiche e monetarie nipponiche, in quanto ostacolo alle esportazioni delle aziende nazionali. Qualche intervento verbale, alquanto sterile per la verità, è stato fatto dalle stesse autorità, ma ci aspettiamo nel breve termine una continuazione del movimento, anche per motivi puramente speculativi, con una price action che potrebbe tuttavia diventare premessa per un’inversione di trend importante”.

Le attuali incertezze presenti tra gli investitori, inflazione/deflazione, espansione/recessione, sullo scenario macroeconomico internazionale, si tradurranno in “un trend laterale dei mercati nelle prossime settimane, con possibili aumenti temporanei di volatilità, che potrebbero tuttavia anche aprire interessanti opportunità di investimento e di profitto”.

Sui mercati obbligazionari gli attuali rendimenti dei titoli di stato tedeschi e americani, scesi su livelli molto bassi (rispettivamente 2,3% e 2,6% sulla scadenza decennale), “incorporano chiaramente le paure degli investitori relative, sia ad un rischio di una nuova fase recessiva dell’economia, che ad una possibile deflazione sia in USA che in Europa”.

Nel caso in cui i timori di una deflazione non si materializzassero o ci sarà un miglioramento delle prospettive sulla crescita economica, “ovvero non si manifesti uno scenario ultra-bearish, il probabile rialzo dei rendimenti farà si che gli investitori in titoli obbligazionari, in particolare in quelli con rating più elevato, incorreranno in repentine perdite di valore del loro investimento. Riteniamo pertanto prudente sottopesare, o meglio evitare, tale tipologia di investimento in quanto non interessante sotto il profilo rischio/rendimento”. 

Sul mercato monetario, l’Euribor a tre mesi rimane sotto 0,9%, restando sempre sui livelli di fine Luglio 2009, mentre il Libor-Usd 3 mesi continua la discesa iniziata ed è tornato sui livelli di fine Aprile, a 0,329%.

L’avversione al rischio degli investitori “ha provocato un leggero allargamento del differenziale di rendimento tra titoli periferici e Bund, ma senza particolari movimenti (BTP italiano +4 bps a 152 bps di spread), a parte il repentino aumento degli yield sui titoli greci negli ultimi giorni (sulla scadenza decennale lo spread sul Bund e’ salito in settimana di 40 bps a 849 bps). Per quanto riguarda gli spread dei titoli corporate in Europa si segnala una generale stabilità in settimana, con l’iTraxx Europe (“investment grade” corporate bond) salito marginalmente a 114 da 113 (sui massimi dal 22 Luglio) e l’iTraxx Crossover (“junk” corporate bond) invece sceso da 512 a 507”.
 

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