Irlanda, alla faccia di S&P: è boom di domanda per i bond

La scure di Standard&Poor’s sull’Irlanda non ha convinto il mercato, che oggi ha risposto in maniera convinta all’asta di titoli di Stato. La domanda ha superato di 10,1 volte l’offerta per i bond a sei mesi e di 4,1 volte quella per i titoli a otto mesi. Complessivamente, Dublino ha collocato titoli per 600 milioni di euro, massimo previsto: 200 milioni di euro la tranche a 6 mesi, 400 milioni quella a otto. La forte domanda ha fatto scendere i rendimenti, rispettivamente all’1,98% (dal 2,46% dell’asta del 12 agosto scorso), e al 2,35% (contro il 2,81% precedente).

Ieri l’agenzia di rating americana ha abbassato il rating dell’Irlanda, portandolo da AA- da AA, al livello più basso dal 1995, con outlook negativo. Secondo S&P’s Dublino dovrà spendere almeno 90 miliardi per sostenere le banche irlandesi, una somma superiore di 10 miliardi rispetto alle stime precedenti, portando a fine anno il rapporto debito pubblico/pil al 128,6%, contro il 77,9% previsto dal governo.

Immediata la replica del governo, che ha bollato di “lacunosa” la view di S&P’, accusandola di aver tenuto conto solo di uno scenario di costi “estremo” per sostenere le banche nazionali, senza considerare i valori complessivi dei beni salvaguardati.

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